Mirante ok, ma Pau Lopez va recuperato
ROMA - Insistere su Mirante senza perdere Pau Lopez. La missione portieri non si annuncia semplicissima per Paulo Fonseca, a cui la società affiderà il compito di coniugare i due obiettivi. Pau Lopez è uscito di scena dopo una riunione avvenuta a Trigoria, alla quale ha preso parte anche il preparatore dei portieri Marco Savorani, che ha confermato le difficoltà fisiche e psicologiche del titolare. Da qui la scelta di lanciare Mirante, che ha superato brillantemente il Covid e ha sin qui dimostrato di meritare il posto.
SCINTILLE. A 37 anni, Mirante è il portiere più anziano della Serie A ma non ha dato segno alcuno di appanamento nelle prime tre giornate: più in generale, nelle sue due stagioni (e un pezzo) alla Roma si è quasi sempre rivelato molto affidabile. Nelle 19 partite di campionato giocate, dal 2018 a oggi, ha incassato solo 13 gol mentre la squadra, escludendo lo 0-3 a tavolino di Verona, ha perso appena tre volte. Con Mirante in campo, la squadra ha tenuto la porta inviolata in 10 casi su 19. Impietoso il confronto con Pau Lopez, sempre considerando il solo campionato: con la Roma ha giocato 32 partite di Serie A concedendo 45 gol, ottenendo il prestigioso record del “clean sheet” solo 5 volte. Per essere più chiari: Mirante ha una media-reti di 0,68 una percentuale dello 0,52 di porta inviolata, cioè una partita su due; con Pau Lopez la Roma prende il doppio dei gol quasi esatto (1,40 a partita) e la percentuale di un clean sheet scende a 0,15.
CROLLO. Pau non aveva cominciato male la prima stagione italiano, era risultato decisivo nella vittoria di Bologna e non solo, ma si è spento gradatamente dopo il big bang, l’assurdo errore nel derby che causò il pareggio di Acerbi. Da quel momento è stato un lento declino che il lockdown e una frattura più complessa del previsto hanno reso più visibile. Fonseca ha provato a sferzarlo, a dargli fiducia, difendendolo sia in sala stampa («Pau è il nostro portiere, sono soddisfatto di lui e non ho motivo di cambiarlo») sia nei fatti, tenendolo in porta fino al secondo momento-shock, la partita contro il Siviglia. Lui, che veniva dal Betis, era forse più teso degli altri perché sentiva aria di derby. Sta di fatto che è stato tra i responsabili dell’eliminazione.
CAPITALE. Qual è il problema allora? La salvaguardia dell’investimento. Pau Lopez è stato strapagato da Petrachi nell’estate del 2019 e risulta oggi a bilancio per 22 milioni. La Roma, visto che parliamo di un ragazzo del 1994 che fino a qualche mese fa era nel giro della nazionale spagnola, non può permettersi di perdere il patrimonio. Nel mercato appena concluso, chiunque facesse un sondaggio è fuggito davanti alla sua situazione contrattuale e contabile. Lo stesso Ancelotti, per dire, ha preferito portare Olsen all’Everton. Per questo, con Fonseca, i dirigenti stanno valutando una strategia di recupero. Sapendo che Mirante, per ragioni anagrafiche, faticherebbe a giocare ogni tre giorni, Pau Lopez dovrebbe debuttare proprio nella competizione che gli è costata il posto, l’Europa League, giovedì 22 a Berna contro lo Young Boys. Se e quando dovesse confermare che la panchina lo ha aiutato a ritrovare serenità e orgoglio, potrebbe tornare titolare in pianta stabile. Mirante permettendo, ovvio: la meritocrazia non può essere ignorata, con tanti obiettivi importanti in ballo.
Fonseca per ora non cambia, il club vuole salvaguardare il portiere spagnolo