Nadal come Federer
Rafa non lascia scampo a Djokovic (6-0 6-2 7-5) e conquista Parigi per la tredicesima volta Slam numero 20 come Federer: «Ne voglio altri». I complimenti di Roger: «Grande campione»
Tennis, lo spagnolo batte Djokovic in tre set, conquista il tredicesimo Roland Garros e affianca Roger nell’albo d’oro degli Slam: venti titoli
Non ha storia la finale del Roland Garros. Ma di storia, quella che dà i brividi perché nessuno la può fermare, dentro la partita ce n’è eccome. Rafa Nadal domina Novak Djokovic 6-0 6-2 7-5 e alza la tredicesima Coppa dei Moschettieri. Non vede il cielo di Parigi, ma al massimo il tetto che ha protetto il Philippe Chatrier dalla pioggia. Ma sa che quello è il suo unico limite quando mette piede da queste parti. Nadal gioca la partita perfetta e raggiunge i venti titoli Slam di Roger Federer.
Nella domenica dei grandi record eguagliati, a poche ore dal successo numero 91 di Lewis Hamilton che ha raggiunto Michael Schumacher come pilota più vincente di sempre, matura un altro aggancio da leggenda. «Sono felice - ha ammesso lo spagnolo in conferenza stampa - ma meno del solito perché la situazione nel mondo è triste, e il mio pensiero non cambia solo perché ho vinto».
Nadal diventa il primo uomo nell’era Open a vincere ancora un a 15 anni di distanza dal primo. Dal 1968 ad oggi, solo due campioni hanno trionfato a Parigi a un’età più avanzata della sua: Ken Rosewall a 34 anni e 218 giorni nel 1969, e Andres Gimeno a 34 anni e 306 giorni nel 1972.
OMAGGIO DI ROGER. Immediato l’omaggio di Federer, che su Instagram ha manifestato il suo rispetto per «Rafa come persona e come campione. Negli anni, ognuno di noi ha spinto l’altro a diventare un giocatore migliore – ha scritto - Vincere 13 volte il Roland Garros è una delle più grandi imprese nello sport. Complimenti per i 20 Slam anche al suo team, perché nessuno può raggiungere un traguardo simile da solo».
In conferenza stampa, Nadal l’ha ringraziato per le belle parole. «Abbiamo un buon rapporto e vuol dire tanto per me, vista la nostra rivalità» ha sottolineato. Al record di Slam, spiega, ci tiene. «Non ho mai nascosto che vorrei chiudere la carriera con più titoli di tutti nei major - ha detto - Ma ho sempre fatto la mia strada in carriera. Non puoi stare sempre a pensare: Novak vince qui, Roger vince lì. Non puoi sempre essere infelice se il tuo vicino ha la casa più grande o un cellulare migliore. Intanto continuiamo a giocare e vediamo che succederà in futuro».
PARTITA PERFETTA. Contro Djokovic, Nadal ha giocato la partita perfetta. Ha aggiunto ancora una tessera al mosaico del suo tennis, un rovescio in lungolinea giocato profondo e con molta rotazione. Un modo per mantenere il controllo del gioco. Per impedire a Djokovic di replicare la tattica vincente di Schwartzman a Roma, e per un set e mezzo di Jannik Sinner a Parigi: ovvero accemajor lerare con un rovescio piatto e filante in diagonale. In tutto il match, Nadal ha commesso appena 14 errori gratuiti. Non ha regalato quasi nulla al numero 1 del mondo che ha vinto la metà dei suoi 77 punti totali con un colpo vincente (38 a fine partita).
LEZIONE. «Pensavo che le condizioni di gioco mi sarebbero state più favorevoli - ha ammesso Djokovic - ma Rafa ha dimostrato che mi sbagliavo. Ha disputato un match eccezionale. Io ho giocato un po’ troppo di fretta, cercando di accorciare gli scambi e non ho costruito bene i punti. Ma questo dipende anche dalla sua straordinaria difesa. Normalmente, dopo due o tre accelerazioni da dietro, contro nove avversari su dieci, con i colpi giocati oggi avrei fatto punto. Ma non contro Nadal, non in queste condizioni».
Non cerca scuse, Djokovic, né per la sconfitta in sé né per la severità del punteggio. «Non sono riuscito a trovare una soluzione. Partite come questa fanno male, ma nelle sconfitte più dure puoi imparare le più grandi lezioni come giocatore e come uomo».