MANCINI: «BRAVI MA IL CINISMO?»
Ct soddisfatto. «Però si deve tirare. E Chiesa faccia di più» «Così rischi di perdere. Bello tornare a giocare davanti al pubblico. Immobile? Ho tre attaccanti»
Non è la prima volta che Roberto Mancini vede la sua squadra giocare bene, accomodarsi la partita e poi segnare molto meno di quanto sarebbe igienico. In questo caso, non segnare affatto. Il commissario tecnico azzurro l’ha annotato in altre circostanze: per diventare una squadra di alto livello internazionale (meglio, per tornare definitivamente a esserlo) bisogna realizzare di più. Dopo un quarto d’ora di gara, l’allenatore aveva già cominciato a bollire, annusando il vento infido: qualche disegnino intricato al limite dell’area, il pallone che ballonzolava intorno al portiere della Polonia e nessuno che si facesse venire la buona idea di calciarla nella direzione giusta.
Anzi, questa volta Mancini l’ha presa persino bene: «Intanto è stato bello tornare a giocare davanti a un pubblico. Non abbiamo segnato, capita». Probabilmente non dovrebbe capitare, però la squadra ha giocato e tutto sommato questo può bastare per una volta a una Nazionale costantemente in crescita. Insieme al fatto di essere rimasta in testa alla classifica del girone di Nations League. «I ragazzi mi sono piaciuti continua Mancini - Il campo era in condizioni pessime e probabilmente questo ci ha penalizzati». Sarebbe servito un Lewandowski, per dire una banalità. C’era Belotti, e Immobile non è stato preso in considerazione. Anzi, alla fine è entrato in campo Caputo. Ma ovviamente Mancini non è tipo da lasciarsi trascinare in una discussione del genere, non alla fine di una partita e a testa calda: «Ho tre prime punte, questa volta ho utilizzato lui. Comunque nel primo tempo avremmo potuto essere avanti di uno o due gol».
C’era Belotti, c’era Chiesa e c’era Lorenzo Pellegrini nel trio d’attacco, abbastanza inconsueto se vogliamo. Per Mancini sono andati tutti abbastanza bene: «Non era una gara semplice, Belotti ha fatto ciò che doveva, ha lavorato per la squadra e a me non è dispiaciuto». Quando è uscito ci aspettavamo Immobile e abbiamo visto arrivare Caputo. «Sì, qualche minuto, perché tra tre giorni torniamo in campo e abbiamo bisogno di giocatori freschi».
In effetti, a Mancini più che la questione dei nomi interessa ilproblema di fondo: «Non è che non abbiamo il centravanti. Anche Francia e Portogallo hanno fatto zero a zero e non mi sembra che a loro manchino gli attaccanti. Secondo me in un paio di occasioni avremmo potuto tirare in porta e non l’abbiamo fatto. Bisogna
essere un po’ più cinici, certe volte. Credo però che la partita sia totalmente positiva. Di sicuro bisogna concretizzare quando si può».
A insistere, si capisce che proprio soddisfatto del tutto non è: «Diverse ottime azioni, non trasformate. Di sicuro il pareggio ci sta stretto. Tra noi e la Polonia c’erano un paio di gol di scarto almeno. E alle volte in queste partite ti va persino male e finisci per perdere. Tuttavia abbiamo spinto fino al novantesimo e questo è importante. Da due anni a questa parte abbiamo fatto tanti progressi, siamo consapevoli di questo». Magari la Nations League non trascina proprio tutti all’entusiasmo, ma assegna pur sempre un trofeo
Gli azzurri e lo stadio aperto al pubblico
internazionale e a Mancini i punti dispersi lungo il cammino non vanno granché giù: «Questo è un girone equilibrato. Di sicuro si deciderà verso la fine. La Polonia in ogni caso è una squadra equilibrata, con un grande campione in attacco (Lewandowski, ndr). Nulla è semplice in queste competizioni. Poi nel secondo tempo il campo e peggiorato e con il campo anche il livello tecnico della partita».
Chiusura su Chiesa, appena passato dalla Fiorentina alla Juve: «Può fare molto di più. Qualche volta si sbaglia. Spero non si sbagli di nuovo mercoledì». Tutto sommato, la fastidiosa assenza del gol continua a ronzargli nelle orecchie.
L'Italia schierata a inizio match: sullo sfondo, le tribune dell'Energa Gdansk, lo stadio di Danzica, con una consistente presenza di pubblico, circa 10.000 persone, debitamente distanziate. Ma è una concessione che potrebbe non durare: anche la Polonia sta per adottare misure restrittive