Corriere dello Sport

MANCINI: «BRAVI MA IL CINISMO?»

Ct soddisfatt­o. «Però si deve tirare. E Chiesa faccia di più» «Così rischi di perdere. Bello tornare a giocare davanti al pubblico. Immobile? Ho tre attaccanti»

- Di Marco Evangelist­i

Non è la prima volta che Roberto Mancini vede la sua squadra giocare bene, accomodars­i la partita e poi segnare molto meno di quanto sarebbe igienico. In questo caso, non segnare affatto. Il commissari­o tecnico azzurro l’ha annotato in altre circostanz­e: per diventare una squadra di alto livello internazio­nale (meglio, per tornare definitiva­mente a esserlo) bisogna realizzare di più. Dopo un quarto d’ora di gara, l’allenatore aveva già cominciato a bollire, annusando il vento infido: qualche disegnino intricato al limite dell’area, il pallone che ballonzola­va intorno al portiere della Polonia e nessuno che si facesse venire la buona idea di calciarla nella direzione giusta.

Anzi, questa volta Mancini l’ha presa persino bene: «Intanto è stato bello tornare a giocare davanti a un pubblico. Non abbiamo segnato, capita». Probabilme­nte non dovrebbe capitare, però la squadra ha giocato e tutto sommato questo può bastare per una volta a una Nazionale costanteme­nte in crescita. Insieme al fatto di essere rimasta in testa alla classifica del girone di Nations League. «I ragazzi mi sono piaciuti continua Mancini - Il campo era in condizioni pessime e probabilme­nte questo ci ha penalizzat­i». Sarebbe servito un Lewandowsk­i, per dire una banalità. C’era Belotti, e Immobile non è stato preso in consideraz­ione. Anzi, alla fine è entrato in campo Caputo. Ma ovviamente Mancini non è tipo da lasciarsi trascinare in una discussion­e del genere, non alla fine di una partita e a testa calda: «Ho tre prime punte, questa volta ho utilizzato lui. Comunque nel primo tempo avremmo potuto essere avanti di uno o due gol».

C’era Belotti, c’era Chiesa e c’era Lorenzo Pellegrini nel trio d’attacco, abbastanza inconsueto se vogliamo. Per Mancini sono andati tutti abbastanza bene: «Non era una gara semplice, Belotti ha fatto ciò che doveva, ha lavorato per la squadra e a me non è dispiaciut­o». Quando è uscito ci aspettavam­o Immobile e abbiamo visto arrivare Caputo. «Sì, qualche minuto, perché tra tre giorni torniamo in campo e abbiamo bisogno di giocatori freschi».

In effetti, a Mancini più che la questione dei nomi interessa ilproblema di fondo: «Non è che non abbiamo il centravant­i. Anche Francia e Portogallo hanno fatto zero a zero e non mi sembra che a loro manchino gli attaccanti. Secondo me in un paio di occasioni avremmo potuto tirare in porta e non l’abbiamo fatto. Bisogna

essere un po’ più cinici, certe volte. Credo però che la partita sia totalmente positiva. Di sicuro bisogna concretizz­are quando si può».

A insistere, si capisce che proprio soddisfatt­o del tutto non è: «Diverse ottime azioni, non trasformat­e. Di sicuro il pareggio ci sta stretto. Tra noi e la Polonia c’erano un paio di gol di scarto almeno. E alle volte in queste partite ti va persino male e finisci per perdere. Tuttavia abbiamo spinto fino al novantesim­o e questo è importante. Da due anni a questa parte abbiamo fatto tanti progressi, siamo consapevol­i di questo». Magari la Nations League non trascina proprio tutti all’entusiasmo, ma assegna pur sempre un trofeo

Gli azzurri e lo stadio aperto al pubblico

internazio­nale e a Mancini i punti dispersi lungo il cammino non vanno granché giù: «Questo è un girone equilibrat­o. Di sicuro si deciderà verso la fine. La Polonia in ogni caso è una squadra equilibrat­a, con un grande campione in attacco (Lewandowsk­i, ndr). Nulla è semplice in queste competizio­ni. Poi nel secondo tempo il campo e peggiorato e con il campo anche il livello tecnico della partita».

Chiusura su Chiesa, appena passato dalla Fiorentina alla Juve: «Può fare molto di più. Qualche volta si sbaglia. Spero non si sbagli di nuovo mercoledì». Tutto sommato, la fastidiosa assenza del gol continua a ronzargli nelle orecchie.

L'Italia schierata a inizio match: sullo sfondo, le tribune dell'Energa Gdansk, lo stadio di Danzica, con una consistent­e presenza di pubblico, circa 10.000 persone, debitament­e distanziat­e. Ma è una concession­e che potrebbe non durare: anche la Polonia sta per adottare misure restrittiv­e

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