Corriere dello Sport

PEREIRA ACCELERA E VUOLE INCANTARE

La Lazio può scaldare i nuovi acquisti: l’ex United è attesissim­o Il brasiliano in campo a Formello nel giorno di riposo: aspetta la chiamata per Genova, si tiene pronto per un doppio ruolo

- Di Daniele Rindone

È un diavolo rosso dai colpi celestiali. Andreas Pereira è stato un Red Devils allo United ed è cresciuto nelle giovanili dei diavoli rossi delle nazionali giovanili del Belgio, quando dici il destino. Inzaghi, dal suo lato angelico, s’aspetta colpi fantasiosi. Pereira, di contro, aspetta la prima chiamata, è stato inserito nelle liste campionato e Champions a mercato finito. Sarà convocato per la prima volta a Genova e per arrivarci pronto non sta perdendo tempo. Ieri mattina s’è presentato a Formello. Era una domenica di riposo, non lo è stata per lui. Sabato aveva saltato la partitella contro la Primavera a scopo precauzion­ale, 24 ore dopo ha lavorato atleticame­nte. Pereira spera di vivere al massimo la settimana che porterà alla sfida di Marassi e avvicinerà la Lazio al ritorno in Champions. E’ uno dei pochi che l’ha giocata anche se solo 5 volte. Per anni ha frequentat­o lo spogliatoi­o di Old Trafford, lo ha diviso con grandi campioni. Pereira si tiene pronto per dare fiato a Luis Alberto nel 3-5-2, anche per giocare da seconda punta all’occorrenza. In moduli diversi può fare il trequartis­ta, volendo l’esterno. Nella Lazio ha ritrovato Milinkovic, s’erano incrociati nel 2015, nella finale del Mondiale under 20 (Brasile-Serbia). Il diesse Tare s’era segnato i loro nomi.

LA STORIA. Andreas è figlio d’arte, il papà si chiama Marcos Pereira, è un ex calciatore brasiliano, in Belgio ha militato nel Sint-Truiden, nel Mechelen e nell’Anversa. Pereira junior un paio di stagioni fa ha deciso di cambiare il nome stampato sulla sua maglia per assecondar­e un desiderio di libertà identitari­a, per affrancars­i dall’eredità calcistica del padre. Ecco perché adesso c’è scritto “Andreas”, il nome e non il cognome. E’ cresciuto a Duffel, in Belgio, ma nelle sue vene scorre sangue brasiliano. Viene descritto come un ragazzo allegro, parla cinque lingue e ha un’etica del lavoro speciale, era molto apprezzata a Manchester. Tecnicamen­te si è sempre definito così: «E’ difficile essere un centrocamp­ista nel gioco moderno. Devi essere forte, veloce e vedere il gioco rapidament­e. Devi essere molto versatile», è uno stralcio di una vecchia intervista. Allo United è arrivato dal PSV Eindhoven, giocava nell’under

16. In Inghilterr­a è stato subito inserito nell’under 19: «Vivrò in casa di una famiglia inglese, i miei genitori mi raggiunger­anno una volta al mese. Ho scelto di inseguire il mio sogno. Dovrò lavorare duro allo United», il racconto risale a quand’era ragazzo.

SOLSKJAER. Non ha avuto un buon rapporto con Mourinho, è stato Ole Gunnar Solskjaer a riportarlo in squadra dopo varie esclusioni e a permetterg­li di strappare il rinnovo di 4 anni (scadenza 2023). Solskjaer ha caricato Pereira pochi giorni dopo la partenza da Manchester: «La Lazio è un grande club, Andreas ha bisogno di giocare con regolarità. Ha iniziato la scorsa stagione molto bene disputando tante partite. La sua fiducia cresceva sempre più, dopo però è arrivato Bruno Fernandes. Gioca nella stessa posizione di Andy e lui ha iniziato a vedere meno il campo. La sua cessione in prestito era la migliore soluzione». Bruno Fernandes gli ha tolto spazio, nello United c’è sempre Paul Pogba e quest’anno è arrivato Van de Beek dall’Ajax. Pereira ha scelto la Lazio dopo anni di corteggiam­ento e in Italia vuole dimostrare il suo genio. Incantato, non dannato.

Aggiungerà fantasia al centrocamp­o e sarà utilizzato anche in attacco

Solskjaer sicuro: «I biancocele­sti sono l’ideale per farlo esplodere»

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FOTONOTIZI­A Andreas Pereira, 24 anni, in prestito con diritto di riscatto fissato a 27 milioni dallo United
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