PEREIRA ACCELERA E VUOLE INCANTARE
La Lazio può scaldare i nuovi acquisti: l’ex United è attesissimo Il brasiliano in campo a Formello nel giorno di riposo: aspetta la chiamata per Genova, si tiene pronto per un doppio ruolo
È un diavolo rosso dai colpi celestiali. Andreas Pereira è stato un Red Devils allo United ed è cresciuto nelle giovanili dei diavoli rossi delle nazionali giovanili del Belgio, quando dici il destino. Inzaghi, dal suo lato angelico, s’aspetta colpi fantasiosi. Pereira, di contro, aspetta la prima chiamata, è stato inserito nelle liste campionato e Champions a mercato finito. Sarà convocato per la prima volta a Genova e per arrivarci pronto non sta perdendo tempo. Ieri mattina s’è presentato a Formello. Era una domenica di riposo, non lo è stata per lui. Sabato aveva saltato la partitella contro la Primavera a scopo precauzionale, 24 ore dopo ha lavorato atleticamente. Pereira spera di vivere al massimo la settimana che porterà alla sfida di Marassi e avvicinerà la Lazio al ritorno in Champions. E’ uno dei pochi che l’ha giocata anche se solo 5 volte. Per anni ha frequentato lo spogliatoio di Old Trafford, lo ha diviso con grandi campioni. Pereira si tiene pronto per dare fiato a Luis Alberto nel 3-5-2, anche per giocare da seconda punta all’occorrenza. In moduli diversi può fare il trequartista, volendo l’esterno. Nella Lazio ha ritrovato Milinkovic, s’erano incrociati nel 2015, nella finale del Mondiale under 20 (Brasile-Serbia). Il diesse Tare s’era segnato i loro nomi.
LA STORIA. Andreas è figlio d’arte, il papà si chiama Marcos Pereira, è un ex calciatore brasiliano, in Belgio ha militato nel Sint-Truiden, nel Mechelen e nell’Anversa. Pereira junior un paio di stagioni fa ha deciso di cambiare il nome stampato sulla sua maglia per assecondare un desiderio di libertà identitaria, per affrancarsi dall’eredità calcistica del padre. Ecco perché adesso c’è scritto “Andreas”, il nome e non il cognome. E’ cresciuto a Duffel, in Belgio, ma nelle sue vene scorre sangue brasiliano. Viene descritto come un ragazzo allegro, parla cinque lingue e ha un’etica del lavoro speciale, era molto apprezzata a Manchester. Tecnicamente si è sempre definito così: «E’ difficile essere un centrocampista nel gioco moderno. Devi essere forte, veloce e vedere il gioco rapidamente. Devi essere molto versatile», è uno stralcio di una vecchia intervista. Allo United è arrivato dal PSV Eindhoven, giocava nell’under
16. In Inghilterra è stato subito inserito nell’under 19: «Vivrò in casa di una famiglia inglese, i miei genitori mi raggiungeranno una volta al mese. Ho scelto di inseguire il mio sogno. Dovrò lavorare duro allo United», il racconto risale a quand’era ragazzo.
SOLSKJAER. Non ha avuto un buon rapporto con Mourinho, è stato Ole Gunnar Solskjaer a riportarlo in squadra dopo varie esclusioni e a permettergli di strappare il rinnovo di 4 anni (scadenza 2023). Solskjaer ha caricato Pereira pochi giorni dopo la partenza da Manchester: «La Lazio è un grande club, Andreas ha bisogno di giocare con regolarità. Ha iniziato la scorsa stagione molto bene disputando tante partite. La sua fiducia cresceva sempre più, dopo però è arrivato Bruno Fernandes. Gioca nella stessa posizione di Andy e lui ha iniziato a vedere meno il campo. La sua cessione in prestito era la migliore soluzione». Bruno Fernandes gli ha tolto spazio, nello United c’è sempre Paul Pogba e quest’anno è arrivato Van de Beek dall’Ajax. Pereira ha scelto la Lazio dopo anni di corteggiamento e in Italia vuole dimostrare il suo genio. Incantato, non dannato.
Aggiungerà fantasia al centrocampo e sarà utilizzato anche in attacco
Solskjaer sicuro: «I biancocelesti sono l’ideale per farlo esplodere»