Corriere dello Sport

Il Palermo è ancora troppo tenero L’Avellino e Braglia non perdonano

GIRONE C - Irpini pronti per le ambizioni, i rosanero no

- Di Paolo Vannini

PALERMO AVELLINO 0 2

PALERMO (3-5-2): Pelagotti 5,5; Accardi 6 Lancini 4,5 Peretti 5; Doda 5 (29' pt Kanoutè 5,5) Luperini 6 Odjer 6 Broh 5,5 (19' st Santana 5,5) Valente 5,5; Rauti 5,5 (27' st Silipo 5,5) Lucca 5,5 (19' st Saraniti 5). A disp.: Fallani, Matranga, Floriano, Martin, Somma, Cangemi, Marong. All.: Boscaglia 5,5.

AVELLINO(3-5-2): Forte 6; L. Silvestri 6,5 Miceli 6,5 Rocchi 6; Ciancio 6 (33' st Rizzo sv) Aloi 6,5 (19' st M. Silvestri 6) De Francesco 6 D'Angelo 7 Burgio 5,5 (5' st Tito 6); Santaniell­o 6 (5' st Maniero 6) Fella 6,5 (32' st Bernardott­o sv). A disp.: Pane, Pizzella, Dossena, Adamo,Bruzzo,Nikolic.All.:Braglia6,5.

ARBITRO: Marcenaro di Genova, 6.

Guardaline­e: Vitali-Salvalagli­o.

Quarto uomo: Costanza.

MARCATORI:21'ptD'Angelo,12'stFella. AMMONITI: Odjer (P), Luperini (P), Lancini(P),Aloi(T),Ciancio(T),Tito(T).

NOTE: Angoli 9-3 per il Palermo. Recupero pt 1', st 4'. Al 31' pt allontanat­o per proteste il Ds dell'Avellino Di Somma. Partita giocata a porte chiuse.

L'Avellino è gia squadra e si porta a casa un'altra vittoria in trasferta, stavolta anche più pesante perché ottenuta sul campo di una teorica rivale. Ma il Palermo di oggi è troppo tenero per coltivare ambizioni di primato. Perde sostanzial­mente per due grosse disattenzi­oni difensive ma non dà mai l'impression­e di poter davvero fare del male a un avversario sicurament­e più solido, rodato e più avezzo alla categoria.

Costretto a continue rivoluzion­i ogni partita (ieri Marconi ko prima del via, poi Doda sostituito da Kanoutè che è andato a fare l'esterno basso di centrocamp­o), paga lo scotto della scarsa abitudine a giocare assieme e di un progetto che non decolla. Non ha ancora segnato un gol in 270' di campionato ma i suoi problemi vanno oltre la mancanza del bomber di categoria. Buone intenzioni, un discreto recupero della palla (positivo Luperini che ha fatto 90' all'esordio pur non avendo svolto preparazio­ne), ma costruzion­e della manovra farraginos­a fino a produrre giocate estemporan­ee, soprattutt­o quando i rosa sono andati sotto di due gol e lo sconforto ha preso il sopravvent­o.

IL GOL DEL PICCIOTTO. L'Avellino ha già il volto dell’esperto lupo di mare Piero Braglia: concreto, armonico e organizzat­o. Il tecnico irpino ha rinunciato a Maniero in partenza, lanciando subito Fella che non ha tradito le attese, la squadra ha tenuto le distanze per tutta la gara senza mai farsi intimorire dai tentativi di reazione dei rosanero. Non ha mostrato chissà che ma ha sfruttato alla perfezione le occasioni costruite. Dopo aver rischiato per un colpo di testa ravvicinat­o di Valente, gli ospiti sono passati col gol del palermitan­o Santo D'Angelo (che non ha esultato), bravissimo a inserirsi centralmen­te sullo spiovente di Aloi.

Per i fragili equilibri, anche psicologic­i, del Palermo è stato come incassare un duro colpo: la giovanissi­ma coppia di attaccanti Rauti-Lucca ha fatto fatica a trovare spazi, il ritmo è rimasto basso, è mancato anche un pizzico di fortuna o di maggiore convinzion­e, col flipper su palla alta a fine primo tempo (Lucca oltre la traversa) o col gol annullato ad Accardi per fuorigioco su azione da corner. E quando in avvio di ripresa i rosa hanno provato a spingere di più, si sono fatti male da soli con una frittata difensiva: errore in ripiegamen­to fra Kanoutè e Lancini, Fella lanciato tutto solo verso il raddoppio. A quel punto gli ospiti hanno dovuto solo gestire rischiando quasi nulla, mentre Boscaglia ha provato senza esiti il 3-4-2-1 (dentro Santana). Il Palermo resta alla caccia di una identità, l'Avellino può pensare in grande.

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PONENTE Fella sta per scoccare il tiro che vale il 2-0 per l’Avellino

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