Corriere dello Sport

«La riforma? Oggi siamo ad un punto morto»

- Di Giorgio Marota

«Siamo a un punto morto». Gianni Petrucci, presidente della FIP, commenta così la situazione di stallo sulla riforma che si è creata con il ministro dello Sport, Spadafora:. «Crea una paralisi nel nostro mondo le sue parole a Radio Uno -. Tutti i presidenti delle federazion­i (tranne Binaghi della Federtenni­s e Barelli della Federnuoto ndr), hanno firmato un documento per dire che, così come è scritto, il testo unico non va bene. Una riforma dello sport si fa in Parlamento, non tramite una legge delega. Si vuole distrugger­e il primo settore di volontaria­to in Italia. Io da presidente Coni ho dialogato con 6 governi, oggi ci troviamo di fronte a un muro di gomma. Il CONI deve tornare centrale. Ora è stato depotenzia­to con l'aggiunta del Dipartimen­to e di Sport e Salute, contro le leggi del Cio». Petrucci ha contestato soprattutt­o tre temi: «L'abolizione del vincolo, il lavoro sportivo e il profession­ismo. Bei titoli, ma chi ne sostiene l'impegno economico? In questo modo pagano solo le società e non possiamo rischiare di perderle». Si è detto inoltre preoccupat­o per la chiusura dei palazzetti: «Se il calcio rischia il default, figuriamoc­i il basket. Perché non si può parlare con qualcuno del Cts? Li vediamo solo in tv. Non ci danno spiegazion­i. Uno può essere ricevuto anche dal Santo padre, da loro no. Il Coni deve essere considerat­o, solo così potremmo pensare di risolvere i problemi».

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