«La riforma? Oggi siamo ad un punto morto»
«Siamo a un punto morto». Gianni Petrucci, presidente della FIP, commenta così la situazione di stallo sulla riforma che si è creata con il ministro dello Sport, Spadafora:. «Crea una paralisi nel nostro mondo le sue parole a Radio Uno -. Tutti i presidenti delle federazioni (tranne Binaghi della Federtennis e Barelli della Federnuoto ndr), hanno firmato un documento per dire che, così come è scritto, il testo unico non va bene. Una riforma dello sport si fa in Parlamento, non tramite una legge delega. Si vuole distruggere il primo settore di volontariato in Italia. Io da presidente Coni ho dialogato con 6 governi, oggi ci troviamo di fronte a un muro di gomma. Il CONI deve tornare centrale. Ora è stato depotenziato con l'aggiunta del Dipartimento e di Sport e Salute, contro le leggi del Cio». Petrucci ha contestato soprattutto tre temi: «L'abolizione del vincolo, il lavoro sportivo e il professionismo. Bei titoli, ma chi ne sostiene l'impegno economico? In questo modo pagano solo le società e non possiamo rischiare di perderle». Si è detto inoltre preoccupato per la chiusura dei palazzetti: «Se il calcio rischia il default, figuriamoci il basket. Perché non si può parlare con qualcuno del Cts? Li vediamo solo in tv. Non ci danno spiegazioni. Uno può essere ricevuto anche dal Santo padre, da loro no. Il Coni deve essere considerato, solo così potremmo pensare di risolvere i problemi».