Corriere dello Sport

PIOGGIA E FREDDO LA FRENATA DI NIBALI

A Roccaraso prima vittoria della carriera del portoghese Guerreiro Il siciliano perde 14” da Fuglsang sullo strappo finale. Ora i primi sei sono racchiusi in un minuto

- Di Giorgio Coluccia

Oltre venti gradi di escursione termica, dalle spiagge da cartolina del Gargano alle piste da sci dell’Alto Sangro. Pioggia e freddo inumidisco­no le polveri dei più attesi al Giro d’Italia, il tappone appenninic­o di Roccaraso partorisce una fuga andata in porto e qualche scaramucci­a tra i big solo negli ultimi trecento metri di salita. Oltre 4000 metri di dislivello spalmati su 208 chilometri, il primo piano è tutto portoghese con João Almeida capace di conservare la maglia rosa e Ruben Guerreiro di arrivare davanti a tutti dopo aver pescato la fuga giusta. Il corridore della Education First viene da Setubal, la città di José Mourinho, e prima di Roccaraso non aveva mai vinto nulla, se non il campionato nazionale quattro anni fa. Dopo quella slovena al Tour de France, anche la scuola lusitana fa incetta di buoni risultati, provando a dare un seguito al Mondiale vinto da Rui Costa a Firenze nel 2013.

Il portoghese è arrivato a giocarsela fino allo strappo finale con Castroviej­o, altro asso calato dalla Ineos in virtù dell’addio di Thomas, però come successo a Vieste (con il secondo posto di Puccio) il team britannico ha visto sfumare il successo davanti alla progressio­ne spietata di Guerreiro, arrivato tremante al traguardo dopo una traversata infinita con un tempo da lupi. A proposito di Vieste, se sabato Dowsett aveva commosso tutti esultando in solitaria al traguardo, ieri ha pagato lo sforzo e si è classifica­to ultimo, a oltre quaranta minuti dal vincitore e perfino dietro ai sofferenti velocisti capitanati da Demare. Tra i più delusi ancora Giovanni Visconti, già secondo sull’Etna e ieri andato in crisi proprio sul più bello mentre era in fuga: «Io ci metto l’anima - si è sfogato sui social il siciliano della Vini Zabù - continuo a provarci, ma proprio non gira. Sono passato da bene bene a male male all’improvviso, mi sono ghiacciato e spento di colpo. Così ho perso sia la tappa sia la maglia azzurra di miglior scalatore». Su un altro pianeta Guerreiro, trionfator­e di giornata: «Ho fatto tanti secondi posti, tra cui quello di Loreto alla Tirreno-Adriatico, quando mi aveva beffato Van der Poel. Stavo inseguendo il successo da anni ed ecco finalmente la liberazion­e. Entrare in fuga e rimanerci è stato complicato, vincere una tappa così difficile e con questo clima aggiunge ancora più valore. Ne vado orgoglioso».

Ieri in Portogallo, oltre alla sfida tra Mbappé e Ronaldo in Nations League, non si parlava d’altro, con lodi a non finire anche per il primo della classe, Almeida, ormai in rosa da una settimana. Un sogno vero e proprio per un Paese che prima d’ora si era spinto fino ai cinque giorni da leader di Joaquim Agostinho alla Vuelta del 1976.

Rispetto ai giorni scorsi Almeida ha visto assottigli­arsi il vantaggio sugli inseguitor­i più quotati e non ha nascosto le difficoltà accusate sulla rampa conclusiva: «Ho sofferto il freddo, per fortuna la squadra non mi ha mai fatto mancare nulla. Volevo tenere la maglia rosa, potrò godermela durante il giorno di riposo e poi dalla tappa di Tortoreto apriremo un nuovo capitolo». Alle spalle del leader, a soli 30’’, avanza a fari spenti l’olandese Wilco Kelderman, sempre presente nelle fasi cruciali e ieri molto reattivo nel finale, in grado perfino di rifilare - assieme a Fuglsang - 14’’ a un opaco Nibali. Tra quelli di alta classifica rimasti in gara, il siciliano è l’unico a poter vantare la vittoria in un grande giro (oltre a un palmares stellare), ma ieri gli è mancata esplosivit­à sul più bello, si è visto scavalcare in graduatori­a da Pozzovivo e lo stesso Fuglsang ha azzerato il gap rimediato nella cronometro inaugurale. Ora i primi dodici in classifica sono tutti racchiusi in un minuto e mezzo, il vincitore del Giro d’Italia potrebbe uscire dai primi sei, racchiusi in appena sessanta secondi. Il bello deve ancora venire, le grandi montagne emetterann­o il verdetto. Maltempo e virus permettend­o.

 ?? LAPRESSE ?? Ruben Guerreiro, 26 anni, portoghese di Setubal, esprime la sua gioia mostrando i muscoli sul traguardo di Roccaraso
LAPRESSE Ruben Guerreiro, 26 anni, portoghese di Setubal, esprime la sua gioia mostrando i muscoli sul traguardo di Roccaraso
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