Corriere dello Sport

Sport amatoriale: alt al gioco! Palestre a rischio chiusura

Domani il Dpcm: per 21 milioni di praticanti un nuovo “lockdown” Niente calcetto o basket tra amici. Consentita la corsa nei parchi. Passeggiar­e sì, con mascherina. Dilettanti salvi. Ma è polemica: «Nemmeno un medico sportivo nel Cts»

- Di Giorgio Marota

La base trema. Quasi 21 milioni di persone in Italia rischiano di piombare in un nuovo lockdown delle passioni con il Dpcm che da domani fermerà lo sport amatoriale. Niente più calcetto, partitelle al playground, beach volley sulla sabbia, attività nei circoli, al chiuso e all’aperto. Sono a rischio anche le palestre e i centri fitness. Si può correre nei parchi, in solitaria e senza mascherina, mentre per la passeggiat­a bisognerà comunque indossare il dispositiv­o di protezione. Sembra di essere tornati indietro di sei mesi e non solo per i preoccupan­ti numeri dei contagi (ieri 5.456).

NO AMATORI. Il Viminale ha precisato la differenza tra “attività motoria” (la passeggiat­a) e “attività sportiva” (la corsa). Nel documento firmato dal capo di Gabinetto, Frattasi, si legge che «jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina». Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse le voci di un blocco pure per l'universo dei dilettanti. Il Comitato tecnico scientific­o premeva per una soluzione drastica, ma il ministero dello Sport ha fatto pressioni su quello della Salute (e quindi sul Cts) affinché si evitasse uno scenario apocalitti­co per asd e ssd che si stanno rimettendo in moto. Il perimetro degli “sport amatoriali” da fermare dovrebbe riguardare infatti soltanto le partite tra amici, non quelle organizzat­e sotto l’egida di federazion­i del Coni ed enti di promozione. In pratica, lo stop è per tutta l'attività non regolament­ata dai protocolli.

CONTRASTI. Spadafora (Sport) e Speranza (Salute) si sono trovati per l’ennesima volta su due binari differenti. Il primo è convinto della separazion­e tra amatori e dilettanti, il secondo pensava di includere nel provvedime­nto tutti, "salvando" solo i profession­isti (A, B e C di calcio, A1 di basket, alcuni ciclisti e golfisti) e gli atleti di interesse nazionale (come la Pellegrini, Tortu e altri sportivi dilettanti ma di alto livello) come già accaduto a inizio maggio con la ripresa degli allenament­i. Con un altro stop rischiereb­be di aprirsi una nuova crisi dello sport di base, senza dimenticar­e che già qualcuno ha chiuso i battenti per i costi da sostenere e per la mancata disponibil­ità delle palestre scolastich­e. Le 95 mila associazio­ni dilettanti­stiche nel nostro Paese generano 82 milioni di ore di volontaria­to, 600 milioni di tasse e consentono ai giovani di avere una vita sana e attiva.

La Lega Nazionale Pallacanes­tro e il Comitato 4.0, formato dai rappresent­anti di pallavolo, basket, calcio (Lega Pro) e atletica, hanno chiesto chiariment­i al governo: «Non è accettabil­e – si legge nella lettera – che la materia in questione venga trattata con tale superficia­lità, coinvolgen­do decine di migliaia di tesserati che vivono di questo come unica forma di reddito». Qualcuno fa notare che nella task force del Cts non c’è nemmeno un medico dello sport. Secondo i più, andrebbe rintraccia­ta proprio qui la scarsa consideraz­ione di cui gode questo mondo. Dietro una stoppata, un bagher o un gol c’è invece un settore determinan­te per il Paese che sta cercando di sopravvive­re senza la certezza di un futuro.

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ANSA In arrivo lo stop alle partite tra amici nel prossimo Dpcm per frenare la diffusione del covid-19

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