Corriere dello Sport

Morace: Amo una donna, l’ho sposata due volte

- v.a.

In principio c’è Megan Rapinoe, stella del calcio internazio­nale, vincitrice dell’ultimo Mondiale di Francia con gli Usa, che fa della lotta alla discrimina­zioni, di genere e di razza, il suo obiettivo: a ogni gol deve corrispond­ere una presa di posizione. Megan dai capelli viola è orgogliosa­mente gay e portabandi­era dei diritti Lgbtq, dichiarata­mente contro il presidente Trump e le sue idee conservatr­ici.

Ditelo con un bacio, diceva la pubblicità della Perugina, il Bacio più famoso del mondo e infatti Pernille Harder, nazionale danese, e Magda Eriksson, nazionale svedese si sono scambiate un bacio fuori dal campo dopo Svezia-Canada sempre a Francia 2019, consegnand­o una delle immagini più belle dei Mondiali. Niente di nuovo sia chiaro, perché nel 2015 l’americana Abby Wambach, dopo aver trionfato in finale col Giappone, corse in tribuna a baciare la moglie Sarah. Belle immagini infatti non c’è che dire. Perché è il bacio che è una bella cosa. Si spera che, così baciando, risulti sempre meno “clamoroso” quando a baciarsi sono persone dello stesso sesso.

In Italia arrancando apriamo spiragli alla normalità. Abbiamo le nostre portabandi­era: la pallavolis­ta Paola Egonu, la calciatric­e Elena Linari, la nuotatrice Rachele Bruni e ora anche l’ex calciatric­e Carolina Morace.

Morace, 56 anni, in una intervista al Corriere della Sera si confessa: «Amo una donna, si chiama Nicola, l’ho sposata due volte e ora vogliamo un figlio. Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia. Non biasimo chi non fa coming out - spiega Morace - Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più».

Ieri, coincidenz­a, era la giornata mondiale del Coming out, il primo risale al 1988, in America, non sarà stato scelto a caso dalla Morace per rivelarsi. Cosa rimarrà oltre un po’ di clamore? Forse una riflession­e: il vero cambiament­o non è il “coraggio” di dichiarars­i omosessual­i, ma di dichiarars­i sempliceme­nte innamorati.

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