BOLOGNA, I SENATORI UN ESEMPIO PER TUTTI
Mihajlovic ha un gruppo di giovani talentuosi, ma con poca esperienza Danilo, De Silvestri e Palacio restano delle certezze Come Poli e Medel ora indisponibili per guai fisici
Guidano Danilo Larangeira, Lorenzo De Silvestri e Rodrigo Palacio, mancando per guai fisici gli altri due calciatori che nel Bologna hanno la patente da "autista", Andrea Poli e Gary Medel. Senza dimenticare Roberto Soriano, che è al di sotto dei trent’anni ma che per i rossoblù è un autentico punto di riferimento dentro il campo. Ora, è vero che da una parte Sinisa Mihajlovic vorrebbe allenare la squadra più giovane d’Europa, ma da un’altra è altrettanto vero che l’esperienza e il mestiere non sono particolari di poco conto, soprattutto (appunto) quando hai anche a che fare con tanti ragazzi che in serie A hanno poche presenze. Vedi Takehiro Tomiyasu da difensore centrale, dopo che il giapponese per un’annata intera ha fatto bene da esterno destro. E vedi per quanto riguarda la difesa anche Aaron Hickey, classe 2002, che nel caso in cui giocasse anche domenica prossima contro il Sassuolo sarebbe alla sua terza partita in Italia. Ma questo discorso può essere fatto anche per il centrocampo, alla luce dei numeri bassi delle carte di identità di Jerdy Schouten, Nicolas Dominguez e Mattias Svanberg. Palacio? Beh, Rodrigo resta il numero uno per come Sinisa vuole che giochi il Bologna, perché nessuno come l’argentino sa garantire la profondità alla squadra, come nessuno più di lui con i suoi movimenti è in grado di dare soluzioni ai propri difensori nei contrattacchi.
PATTICHIARI,AMICIZIALUNGA. Vi ricordate cosa successe alla fine del lockdown, quando i capi del Bologna dovevano eventualmente allungare i contratti dei senatori? Sinisa incontrò Danilo, Medel (anche se a differenza degli altri era già contrattizzato), Poli e Palacio per chiedere a tutti e quattro quali fossero le loro intenzioni e per informarli su quelle che erano le sue idee, patti chiari e amicizia lunga da subito, affinché non potessero e non dovessero saltare fuori strada facendo equivoci o malintesi. In pratica Mihajlovic fece sapere a tutti che il suo desiderio era quello che rimanessero a Bologna, che si sarebbero giocati il posto alla pari con gli altri, ma che al tempo stesso nessuno avrebbe potuto pretendere di avere vantaggi né per il nome né per il proprio passato, di sicuro più importante rispetto ad altri. Tutti e quattro capirono quei concetti per certi versi anche scomodi e risposero «sì, noi ci siamo», facendo felice Sinisa, perché poteva contare (anche) su di loro sia dentro il campo che negli spogliatoi. E perché mettendo in chiaro le cose fin dal primo giorno avrebbe salvaguardato e tutelato la pace e la compattezza del gruppo, evitandogli quegli attriti che rappresentano spesso e volentieri l’anticamera di campionati sbagliati. Va detto che in quei momenti la società non aveva ancora evidenziato la necessità di dover ridimensionare i programmi e di abbandonare di conseguenza le vecchie ambizioni (a cominciare da quelle di Miha) per volontà di Joey Saputo, e questo finisce per accrescere ancora di più il patto che nacque allora tra Sinisa e lo zoccolo duro del Bologna.
LA CRESCITA DEI GIOVANI. Certo, Mihajlovic ha mantenuto la parola data, come l’hanno mantenuta Palacio, Danilo, Medel e Poli, che fin dall’alba della nuova annata si sono messi a disposizione del tecnico serbo. Purtroppo per il Bologna il cileno e il capitano si sono infortunati e dovranno restare fuori per un paio di mesi, ma lo stesso Sinisa sa che potrà tornare a contare su entrambi una volta che si saranno messi alle spalle i rispettivi guai fisici. Certo, anche quando a loro magari saranno preferiti i compagni più giovani per consentirgli di crescere, sapendo che solo attraverso questo percorso il Bologna potrà eventualmente svoltare. Poi in fondo anche questo era nei patti in quei giorni relativi ai rinnovi di contratto.