Corriere dello Sport

Conte: «Non mi fermo»

Alle 18 il derby di Milano Inter decimata, ma Antonio non cerca scuse: «Il Covid si batte restando tutti uniti lo stop sarebbe disastroso»

- di Pietro Guadagno

Affrontare un derby dopo le due settimane appena trascorse non è certo l’ideale. Anzi, ne è molto lontano. Sei giocatori positivi, l’ansia che ogni giorno ne potesse saltare fuori uno nuovo, la preoccupaz­ione per i tanti nazionali in giro per il mondo: alla fine, forse, l’ultimo dei pensieri è proprio aver un solo allenament­o (quello di ieri) e mezzo (la sgambata di oggi) per preparare la partita. Anche perché, come spesso dicono gli allenatori, certe sfide si preparano da sole. Beh, Conte è andato anche oltre. Perfettame­nte cosciente della situazione, non solo dell’Inter, ma anche del calcio, dello sport in generale e di tutto il Paese, si è ben guardato dal sollevare qualsiasi lamentela. Al contrario, il suo è stato un messaggio positivo, un invito ad affrontare le difficoltà tutti insieme, con la consapevol­ezza che «bisogna andare avanti. Perché fermarsi sarebbe disastroso per tutti».

UNITI PIÙ CHE MAI. La realtà è che quanto è capitato all’Inter negli ultimi giorni, poteva accadere, e potrà accadere, a qualsiasi altra squadra. Ragion per cui, come ha affermato in maniera chiara e perentoria Conte, «non è il momento di parlare, di lamentarsi per i giocatori positivi, e quindi di chi è più penalizzat­o. Semmai bisogna essere ancora più collaborat­ivi, più propositiv­i, accettare la situazione e impegnarsi al massimo, ognuno nel proprio ambito, per andare avanti. Abbiamo già passato un momento duro, ma ce ne siamo dimenticat­i in fretta. E adesso sembra che ce ne aspetti un altro. Occorre avere pazienza e rimanere uniti, vale nello sport come nella vita di tutti i giorni». Non lamentarsi, evidenteme­nte, non significa, non adoperarsi per dare il massimo sostegno ai positivi. «Li monitoriam­o quotidiana­mente. Ma il problema non è tanto essere colpiti dal virus, quanto mantenere la condizione. A casa è difficile allenarsi in un certo modo e non parlo solo di tattica. E una volta tornati, poi, dovranno rimettersi a posto…».

COMUNQUE 3 PUNTI. Avere così tanti contagiati in contempora­nea riduce le possibilit­à di scelta. E l’Inter, a cominciare dal derby, è attesa da un ciclo di 7 gare in 23 giorni, tra cui le prime 3 di Champions. «Il Milan è una squadra forte, che ha finito lo scorso anno in maniera importante e ha cominciato quello nuovo allo stesso modo. Cercheremo di fare bene ogni volta che scenderemo in campo, perché alla fine ogni vittoria vale comunque 3 punti. Se avessi potuto scegliere, avrei preferito sicurament­e avere almeno un giorno in più per preparare il derby. Ma sappiamo che ci sono calendari nazionali e internazio­nali da rispettare e ci preparerem­o di conseguenz­a». A proposito di impegni internazio­nali, qualcuno, seppur stanco, potrebbe essere rientrato ancora più carico. «Se fai bene con la tua rappresent­ativa, torni con il morale più carico. E noi proveremo a sfruttarlo», ha ricordato il tecnico nerazzurro.

«POCO? GIOCA IL GIUSTO». Tra questi ci sarebbe pure Eriksen, reduce da 3 gare e 3 gol con la Danimarca, con cui ha anche raggiunto le 100 presenze. Nell’occasione, però, il centrocamp­ista non ha esitato a sottolinea­re come cambi la situazione per lui tra Inter e Danimarca «Sono sempre felice di venire in nazionale, perché qui gioco». Beh, ieri Conte gli ha voluto rispondere: «Non so se all’Inter giochi poco, secondo me gioca il giusto. Ha avuto lo spazio, dimostrand­o il suo valore, come è capitato anche ad altri. Prendo le decisioni sempre per il bene della squadra. Poi capita di sbagliare. Ad ogni modo, sono contento per quello che sta dando e per come si è integrato. Credo che anche lui sia felice di lavorare con questo gruppo, con me e il mio staff. Per il resto, la stagione sarà lunga ed estenuante e ci sarà spazio per tutti».

«Ci aspetta un altro momento duro, ma fermarsi sarebbe disastroso per tutti»

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