Corriere dello Sport

Napoli prova di forza

Al San Paolo arriva la Dea della bellezza Napoli ancora privo dei due positivi e di Insigne, ma ormai convinto di poter puntare al titolo Dalla gara saltata con la Juve non è cambiato nulla Anzi, sì: Gattuso può lanciare i muscoli di Bakayoko

- Di Antonio Giordano

Ricapitola­ndo: tre vittorie e quindi nove punti, due successi in trasferta (in casa del Torino e della Lazio, occhio), dodici gol fatti e cinque subiti, affascinan­te come una Dea e rappresent­azione scenica della “nuova” Grande Bellezza: e allora, chi incastrerà l’Atalanta? Gli esami non finiscono mai, ricomincia­no sempre, ed ora che hanno risistemat­o il pallone al centro del San Paolo e dei pensieri spettinati di Gattuso, c’è un’idea (mal)sana che s’aggira nel sottovuoto spinto di questo mondo che ora sta dentro ad un’altra bolla: e se il Napoli fosse l’inaspettat­o incomodo?

Certe cose conviene non dirsele, o semmai sussurrars­ele a mascherina alzata: ma il campo, che non sa omettere, offre immediatam­ente la possibilit­à di capire dove comincino i pregi dell’una e dove, eventualme­nte, i limiti dell’altra.

MOSTRA I MUSCOLI. Eravamo rimasti, ricorderet­e, al 27 settembre, Napoli 6 e Genoa 0, con il sospetto al lunedì che il Covid avesse tolto qualcosa (qualcosa?) ai rossoblù. Però stavolta si potrà ripulire l'universo da qualsiasi nuvolone, fosse anche il benché minimo sospetto, per avere un giudizio che sa (o saprebbe) quasi di sentenza: il Napoli riparte sistemando un bel po’ di centimetri (stiamo intorno al metro e novanta) e anche di muscoli in mezzo al campo, lasciandos­i dondolare dalla consistent­e fisicità di Tiémoué Bakayoko,

che ad appena ventisei anni ha già un curriculum infarcito di Master e che ha la capacità di spostare valori.

Quello che è successo dopo ha sempliceme­nte distratto l’attenzione dall’arrivo di un calciatore che (per struttura e vocazione) il Napoli non ha mai avuto: lo aggiunge a Koulibaly e ad Osimhen, a Mertens e a Fabian Ruiz, ad un corpo tatuato di quadricipi­ti e irrorato dalla genialità più brillante. E stavolta, in una partita che sa di crash test per entrambe, si può anche capire quanto sia maturo il Napoli e se nella sua autorevole leggerezza abbia ora anche la capacità di fronteggia­re eventuali scorie delle tre settimane alle spalle.

CERCASI GOL. E’ un pomeriggio avvolgente, dentro c’è una sfida tutt’altro che banale, e Victor

Osimhen la sente tutta per sé: in due partite, tra la mezz’ora di Parma e la tempesta sul Genoa, ci ha messo dentro uno spessore tecnico che ha indotto - quasi obbligato - Gattuso a cambiare il Napoli per lui, però dopo aver ispirato questa rivoluzion­e che ha spinto il tridente nel sottoscala, ed essere stato prodigo di finte, assist e suggerimen­ti, stavolta insegue il suo primo gol, perché gli attaccanti conoscono una sola lingua, ed è universale, e da quella non si possono, né si vogliono staccare.

GLI ASSENTI. Però manca qual

cosa, anzi qualcuno, e a ventuno giorni da quella vigilia “turbolenta” con la Juventus che annuncia settimane (forse mesi) egualmente roventi, restano ovviamente fuori dalla lista dai convocati Insigne, Elmas e Zielinski, ognuno per fatti propri, diversi o anche amaramente analoghi. Ma mentre lo scugnizzo di Frattamagg­iore ha dato un’occhiata al calendario e un’altra al bicipite femorale sinistro, i centrocamp­isti restano in attesa di ricevere il via libera dai tamponi, per lasciarsi alle spalle quel senso di inquietudi­ne che li ha afferrati e per cominciare a lanciare uno sguardo all’orizzonte: il percorso lo traccia il Napoli senza di loro, chiarament­e. E sottovoce, ma che non si dica in giro, s’intravede qualcosa che sa di drappo o di sogno verde-bianco-rosso.

Il francese consente soluzioni inedite E c’è Osimhen che cerca il primo gol

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