Corriere dello Sport

Reggiana-Chievo Alvini se la gioca

- Di Massimo Boccucci

Alla prova del Chievo, in fondo una prova del nove per la Reggiana dopo la sosta e 4 punti in 2 partite che con l'ultimo colpo a Chiavari hanno dato slancio agli emiliani. Oggi porte aperte del Mapei Stadium-Città del Tricolore con mille presenze su invito del club. Alvini ha qualche defezione ma anche tanti motivi per sorridere, come il ritorno alla base di Cerofolini e Muratore titolari con l'Under 21 contro l'Irlanda. «Gara da giocare con attenzione - dice Alvini contro una squadra che non meritava di perdere in casa con la Salernitan­a. Il Chievo ha fatto la semifinale per la A perdendo a La Spezia, è una squadra forte costruita per obiettivi ambiziosi con giocatori importanti. Poi conta quel che si farà in campo: la nostra attenzione è solo su noi stessi, su ciò che dobbiamo fare. Sappiamo di dover difendere la B».

DIFESA MENOMATA. Reggiana senza Costa, Rozzio Ajeti e Germoni.

«Queste assenze sono certe - spiega il tecnico -, più valuteremo all'ultimo un problema per Fausto Rossi. Sulla carta ci mancano dei titolari in difesa, ma abbiamo una rosa di cui sono soddisfatt­o. In un anno e mezzo da quando sono qui, abbiamo convissuto con queste situazioni. Chi giocherà darà il meglio». Resta da vedere se cambierà qualcosa: «A Chiavari abbiamo cambiato a gara in corso. Disponiamo di giocatori che possono favorire soluzioni diverse. Kargbo? Sta lavorando, siamo impegnati a migliorarl­o per renderlo ancora più forte. Il suo percorso è all'inizio, mi aspetto cose buone giorno dopo giorno».

GESTIONE E TIMORI. Il Covid è una spada di Damocle. Alvini parte dalle certezze: «La società e lo staff medico ci stanno assistendo in modo totale, stiamo vivendo quasi in una bolla. Da giugno ci siamo sottoposti a 46 tamponi oltre ai test sierologic­i. Siamo preoccupat­i di tutta questa situazione e ci dispiace non solo per noi. C'è pure un po' di malinconia. Reggio Emilia vive il calcio con passione e dispiace che la gente non possa assistere a partite e allenament­i. Penso che gli organismi del calcio abbiano fatto il massimo e l'ho apprezzato. Quando ci dicono che i tamponi sono negativi è un momento di liberazion­e».

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