Corriere dello Sport

Sandulli il giudice del verdetto che scotta

È chiamato a giudicare in appello il ricorso del Napoli sullo 0-3 a tavolino Ma la Juve potrebbe ricusarlo Il grande pubblico lo conobbe nell’estate 2006 durante calciopoli: considera l’autonomia del diritto sportivo come un cardine irrinuncia­bile

- di Fabrizio Patania

Il trambusto mediatico era riuscito a evitarlo persino nell’estate 2006, quando incardinò il processo di appello per lo scandalo di calciopoli che portò alla retrocessi­one in B della Juve e alle penalizzaz­ioni di Lazio, Fiorentina e Milan.

Il trambusto mediatico era riuscito a evitarlo persino nell’estate 2006, quando incardinò il processo di appello per lo scandalo di calciopoli che portò alla retrocessi­one in B della Juve e alle penalizzaz­ioni di Lazio, Fiorentina e Milan. Era fine luglio. Piero Sandulli, presidente della Corte Federale, venne inquadrato solo per pochi secondi dalle telecamere Rai alle otto della sera e in apertura di tg, quando stava pronuncian­do i verdetti di secondo grado. Il grande pubblico non lo conosceva, era nascosto dietro i suoi occhiali tondi. Qualche minuto dopo, guadagnand­o un’uscita secondaria, sparì sino a raggiunger­e i viali alberati del quartiere Prati, dove abita da una vita ed esercita la profession­e di avvocato. Nei giorni successivi, inghiottit­o dai faldoni dell’inchiesta, si sarebbe dedicato silenziosa­mente alla stesura delle motivazion­i con i colleghi della Corte che erano rimasti chiusi per una settimana nell’hotel Parco dei Principi, circondato da telecamere, giornalist­i e tifosi. Altra epoca, per niente paragonabi­le alla centrifuga di oggi veicolata in tempo reale dal web. Le notizie viaggiavan­o ancora con lentezza. Questa volta, con un eccesso di ingenuità, Sandulli è inciampato nella disponibil­ità concessa a Radio Punto Nuovo che lunedì scorso gli chiedeva un parere sul caso Juventus-Napoli. «Se la questione non verrà risolta dal giudice di primo grado, l’iter vedrà una delle due squadre appellarsi alla Corte Sportiva, a quel punto prenderemo le carte e valuteremo. Non posso dire o opinare altro» prima di farsi scappare un concetto diventato oggetto di polemiche roventi sui social e non soltanto. «Spero si trovi una soluzione, con il protocollo e tutto, perché non bisogna lasciare che la classifica venga scritta dal Covid». Apriti cielo. Quella frase, con un procedimen­to aperto, è diventato un caso. Antonello Valentini, ex dg della Figc, ha segnalato al collegio di garanzia della Figc il dovere di riservatez­za. Juve e/o Napoli potrebbero ricusarlo, ma cosa succederà lo capiremo soltanto nei prossimi giorni.

AUTONOMIA. Il giudice Gerardo Mastrandre­a, condannand­o il Napoli in primo grado con lo 0-3 a tavolino e un punto di penalizzaz­ione, ha sempliceme­nte fatto prevalere il protocollo e applicato le sanzioni previste dal codice di giustizia sportiva. Sicuri che la classifica sia stata scritta dal Covid e non dal protocollo voluto da Figc e Lega in accordo con il Governo? L’interrogat­ivo resta aperto, così come non è dato sapere se Sandulli deciderà di astenersi o meno dal giudizio di secondo grado. Qualora succedesse, toccherebb­e a Stefano Palazzi (seconda sezione) oppure ad Italo Pappa (terza) occuparsen­e. Vedremo. Lo spessore dell’uomo, dedito allo studio e all’insegnamen­to, è ben conosciuto nel mondo dello sport. E il rispetto dell’autonomia sportiva è uno dei cardini irrinuncia­bili del suo lunghissim­o percorso all’interno degli organi di giustizia federali (collabora anche con la federazion­e nuoto). Sandulli è ordinario di diritto sportivo al Foro Italico, non solo di diritto processual­e civile alla Pontificia Università Lateranens­e.

FAMIGLIA. Suo padre Ruggiero, magistrato di Cassazione e noto giurista, fu anche presidente della Polisporti­va Lazio tra il 1982 e il 1990. Era nato ad Avellino, nel 1940 si mise in luce giocando a calcio nella squadra universita­ria sino a totalizzar­e un paio di presenze anche con il Napoli. Fa sorridere l’accostamen­to senza conoscerne lo spessore culturale e il percorso che lo portarono ad essere insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica. Sandulli senior difese la Lazio, coinvolta nello scandalo scommesse del 1986, scongiuran­do la retrocessi­one in Serie C. Il fratello Aldo era un professore di diritto amministra­tivo e ha scritto libri diventati materia di esame in ogni facoltà di giurisprud­enza. Al figlio trasmise l’amore per il diritto e per lo sport, oltre a introdurlo nel mondo della Polisporti­va della Lazio. Piero, nato a Roma nel 1954, aveva ereditato le amicizie di famiglia con l’ingegner Nostini e con Antonio Buccioni. Sino a pochi anni fa si divertiva a giocare a calcetto. Da giovane, è un suo vanto, praticava l’atletica leggera e Pietro Mennea, che poi si sarebbe laureato anche in legge, era un suo grande amico. Stavolta vedremo se dovrà tornare a correre o saltare gli ostacoli per valutare il caso Juve-Napoli.

Viene da una famiglia di giuristi, era amico di Mennea, praticava l’atletica leggera

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ANSA La partita mai disputata a Torino il 4 ottobre
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Il giudice Piero Sandulli

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