CR7, LITE DI STATO
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Cristiano: «Ho seguito tutte le procedure» L’esponente del governo: «Pensi prima di parlare» In Calabria una squadra mai vista: debutta Chiesa Lazio a Marassi senza Ciro Muriqi è in panchina (18)
Meno male è arrivato Muriqi e Lotito ha resistito alla tentazione di cedere Caicedo in Qatar. L’ultima volta, senza Immobile, Inzaghi non aveva più munizioni. Ciro era squalificato (come oggi a Marassi) e anche il centravanti ecuadoriano, in diffida, non era riuscito a evitare il cartellino giallo a Torino beccando la sospensione di un turno dal giudice sportivo. Di fronte al Milan di Pioli, allo stadio Olimpico, naufragarono le ultime possibilità di rincorsa scudetto: 0-3. I rossoneri neppure si dannarono l’anima per vincere. Una sconfitta pesantissima che tagliò fuori la Lazio a inizio luglio da qualsiasi discorso. Si disse, all’epoca, che una squadra con certe ambizioni non poteva non avere quattro attaccanti. Una critica fondata e ascoltata da Tare e da Inzaghi, decisi in estate a non farsi scappare Muriqi, diventato la priorità del mercato biancoceleste sino al punto di soppiantare (e mollare) Kumbulla a Ferragosto, quando Lotito chiese all’area tecnica una scelta precisa potendo investire soltanto 30 milioni in entrata accanto alla conferma in blocco dei big. Simone e il ds puntarono su Fares e sul centravanti del Fenerbahce, 17 gol nell’ultimo campionato turco e considerato l’ideale per completare il reparto offensivo in una stagione che proietterà la Lazio dopo 13 anni ai gironi di Champions.
MURIQI IN CORSA. Bisognerà attenderlo e concedergli il tempo giusto di inserimento. Viene da uno stiramento e da una positività al Covid. Dopo aver saltato la preparazione e rinunciato alla Nations League, si è allenato soltanto nelle ultime due settimane a Formello. Per questo motivo, oggi partirà dalla panchina, pronto alla staffetta con Caicedo o con Correa. Dipenderà dallo sviluppo della partita e dalle condizioni dei due attaccanti. Inzaghi cercherà di sfruttare l’entusiasmo, i colpi e la brillantezza dell’argentino, appena rientrato dalla Bolivia, dove ha segnato il gol decisivo per la Seleccion, firmando il 2-1 a La Paz accanto a Leo Messi e all’interista Lautaro Martinez. Il Tucu, scoperto dal ds Osti e portato alla Samp dal presidente Ferrero nel gennaio 2015, si presenterà da ex a Marassi. Ha già colpito in quello stadio l’anno scorso, all’alba del campionato, accanto a Immobile. Inzaghi avrebbe avuto bisogno della Scarpa d’Oro e per Ciro forse sarebbe stata anche l’occasione giusta per rialzarsi dopo le critiche (ingenerose) ricevute in nazionale. Quasi un caso che ha costretto il ct Mancini a intervenire sui social per difenderlo e proteggerlo da una campagna incredibile, considerando i suoi numeri e l’assenza di qualsiasi attaccante italiani ai vertici europei dai tempi di Toni e Totti, tredici anni fa.
CAICEDO E CORREA. Se la Lazio è afflitta dall’emergenza in difesa, dalle preoccupazioni relative alle condizioni degli esterni (fondamentali nel 3-5-2), almeno in attacco ci sono i ricambi e tre soluzioni per rispondere a Candreva, Ramirez e Quagliarella senza trascurare Keita, il grande ex in partenza dalla panchina. Durante la rifinitura di Formello, Caicedo sembra aver dato risposte incoraggianti: giovedì aveva saltato l’allenamento per un fastidio ai flessori. Inzaghi va sul sicuro, è un conservatore e appare intenzionato a schierarlo dal primo minuto. Un riferimento offensivo e un attaccante veloce. Il Panterone ha giocato diverse volte accanto a Correa, si conoscono bene e ha già realizzato 4 gol in carriera ai blucerchiati: la Samp è la sua vittima preferita. Difficilmente terrà i novanta minuti, si va verso la staffetta. Muriqi sembra destinato a entrare in corsa. Scelta logica e condivisibile.