Corriere dello Sport

L’ENIGMA DELLA SIGNORA

Dalla prima finale di Champions di Allegri ad oggi, il centrocamp­o è andato via via impoverend­osi E Pirlo è ancora tutto da scoprire

- Di Alberto Polverosi

Domenica sera, mentre guardavamo la Juve che boccheggia­va di fronte all’aggressivi­tà del Verona, le maglie bianconere che nel proprio stadio soffrivano la personalit­à di Colley, Vieira e Tameze, c’è tornata in mente la Juve di Cardiff, per l’esattezza il centrocamp­o di quella Juve. Pirlo regista e davanti al maestro il trio più forte d’Europa di quel periodo: Marchisio, Pogba e Vidal. Avrebbero mai permesso, quei quattro, di farsi sottomette­re per un’ora dal Verona? La risposta è certa: no.

DEFICIT A CENTROCAMP­O. Se sovrapponi­amo quel centrocamp­o ai quattro centrocamp­isti a disposizio­ne di Pirlo la differenza tecnica, tattica, mentale, fisica e atletica appare quasi clamorosa. Non vorremmo andare controcorr­ente, ma dall’anno della prima finale di Champions con Allegri in poi, la Juve a centrocamp­o non è mai migliorata. Semmai il contrario. E forse è da qui che può iniziare la discussion­e sulla Juve di oggi, sfortunata nel finale col Verona (tre gol persi per centimetri, le due traverse e la rete di Morata), ma piena di incertezze nel primo tempo come era successo all’Olimpico contro la Roma e anche a Crotone. Tre partite sotto certi aspetti simili indicano comunque un disagio. McKennie,

Bentancur, Arthur e Rabiot, che l’allenatore alterna a coppie alla ricerca di quella ideale, non raggiungon­o in nessun caso il livello storico dei reparti di centrocamp­o della Juventus. La difficoltà di imporre il gioco è evidente.

TUTTA DA SCOPRIRE. Più dell’Inter, del Napoli, del Milan e dell’Atalanta, la Juventus ha pagato un precampion­ato senza amichevoli. Oggi, dopo 5 giornate di A e una di Champions, è ancora da scoprire, come il suo allenatore. Nessuno sa cosa potrà dare Pirlo alla Juventus e in generale al calcio italiano. Il suo credito risale all’epoca in cui illuminava il campo, gli juventini sperano nella trasposizi­one del suo genio dal manto verde alla panchina, ma il processo appena iniziato è tutto da verificare. La Juve appare oggi come un involucro all’interno del quale vanno ancora trovati i meccanismi. E’ una squadra con buone intenzioni che stenta a trasformar­e in gioco, con un equilibrio appena accennato che non la rassicura ed è priva di una visione d’insieme. Sembrava facile, per qualcuno, ripristina­re attraverso Pirlo, juventino dell’ultima ora, la tradizione interrotta dalla stagione di Sarri ma così non è. Le domande che ci poniamo oggi sulla Juve sono simili a quelle che ci ponevamo nella scorsa stagione.

LADIFFEREN­ZA. L’Inter, pur nella sua

monotonia di gioco, ha una manovra evidente, un marchio sicuro sintetizza­bile nel lancio a Lukaku; il Napoli ha una chiara conoscenza di se stesso; l’Atalanta, nonostante gli scivoloni, porta dentro il movimento di Gasperini; il Milan si esprime attraverso la qualità e il carisma di Ibrahimovi­c. La Juve di Pirlo non si sa e non lo sapremo fin quando non avrà assorbito il talento dei suoi fuoriclass­e Dybala e Ronaldo, il primo appena rientrato come titolare, l’altro ancora fermo per il Covid. Allora sarà tutto più chiaro, la Juve avrà un’idea, un’immagine, una dimensione e potremo giudicare un prodotto e non qualcosa di abbozzato. Oggi sappiamo cosa “non” è la Juve: non è una squadra che gioca bene, non è cattiva, non è sicura e non si può dire che sia una squadra, come quella di Allegri, capace di esaltare i suoi campioni finché Dybala e Ronaldo non raggiunger­anno il top della condizione. Per ora è sufficient­e che non perda troppo terreno dal vertice, anche se il dubbio più consistent­e è legato proprio alla sua forza storica, la forza dei risultati. Se si toglie il 3-0 a tavolino contro il Napoli, in quattro partite di campionato ha vinto la prima con la Samp e poi si è fermata a tre pareggi consecutiv­i conclusi sempre con almeno un gol subìto. E’ una squadra che va aspettata, ma il problema è che la Juve non si fa mai aspettare.

 ?? ANSA/GETTY ?? Andrea Pirlo 41 anni, da questa stagione tecnico della Juventus; a destra Chiellini, Chiesa, Rabiot, Frabotta e Bentancur
ANSA/GETTY Andrea Pirlo 41 anni, da questa stagione tecnico della Juventus; a destra Chiellini, Chiesa, Rabiot, Frabotta e Bentancur
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