Corriere dello Sport

ARRIVANO I NUOVI MOSTRI

Doveva essere la partita dell’atteso confronto tra Cristiano Ronaldo e Leo Messi Può diventare la grande vetrina per due giovanissi­mi che stanno bruciando le tappe

- Di Filippo Bonsignore di Andrea De Pauli

Quando dall’urna di Ginevra è uscito l’accoppiame­nto nello stesso girone tra Juve e Barcellona, il pensiero è corso naturalmen­te a loro. A Ronaldo e Messi, all’ennesimo capitolo della saga dei due totem, all’ennesimo (doppio) incrocio tra Cristiano e Leo e alla prima volta di CR7 non in maglia Real Madrid contro la Pulce. Ebbene, un mese dopo, la supersfida è in dubbio perché Ronaldo è ancora alle prese con il Covid e soltanto oggi si saprà se arriverà il tanto auspicato tampone negativo che gli permetterà di essere in campo. Il palcosceni­co allora avrà anche altri protagonis­ti e dai fenomeni del presente si guarderà ai fenomeni del futuro. Il duello sarà tra Kulusevski e Ansu Fati, i due gioielli di Juve e Barça.

DEJA…N VU. Il talento bianconero è la notizia migliore di questo inizio a singhiozzo del progetto tecnico juventino. Dejan è la costante di un percorso che sta vivendo di alti e bassi. E’ stato proprio Kulu a battezzare l’era Pirlo: suo infatti è stato il primo gol stagionale della Juve al debutto con la Sampdoria. L’ex Parma ha convinto tutti e subito, tanto che il tecnico ha puntato forte su di lui, con quattro presenze consecutiv­e da titolare, tra campionato e Champions League. Prima di farlo inizialmen­te rifiatare contro il Verona, anche in ottica Barcellona. Risultato? Kulusevski è entrato dalla panchina nel momento più difficile dei bianconeri e ha cambiato la partita. Ha fatto centro un’altra volta, firmando il gol del pari con una grande azione personale, e si è dimostrato ancora una volta un valore aggiunto, portando un surplus di energia, qualità, forza fisica, concretezz­a. Dejan ha cambiato passo ed è stato ancora una volta tra i migliori, insomma. Tutto già visto, quasi un’abitudine ormai. Perché anche a Kiev, al debutto in Champions, è entrato in tutti i momenti decisivi del match: ha sfiorato il gol di tacco e suo è stato il tiro che ha generato il vantaggio di Morata.

PREDESTINA­TO. L’aspetto che sorprende è la naturalezz­a con cui il ragazzo si è inserito nella Juve. Grazie anche alla sua duttilità: seconda punta, esterno (su entrambe le fasce), in attesa di essere sperimenta­to da trequartis­ta. Un predestina­to? Sembra proprio di sì. E anche gli scettici, che avevano ritenuto eccessivo l’investimen­to di 44 milioni con cui è stato strappato alla concorrenz­a dell’Inter, si stanno ricredendo. Anche perché se un classe 2000 in Nazionale viene invocato da Ibrahimovi­c perché il Ct non lo impiega e nel club si guadagna i compliment­i di Ronaldo («Ha un grande potenziale») qualcosa vorrà pur dire, e sembra proprio qualcosa di grande. Ora la sfida con Ansu Fati. E Messi.

Sabato scorso ha mancato l’ennesimo record di precocità solo per un capriccio del calendario, andando a segno nel Clasico a 17 anni e 358 giorni. A segnare al Real con indosso una casacca blaugrana ci aveva messo appena quarantott’ore di meno, nel 1947, il mitico Alfonso Navarro. Un minimo dettaglio che non pare cambiare di una virgola la sostanza dello straordina­rio avvio di carriera di Ansu Fati, che in tempi brevi ha cambiato il suo status, da futuro del Barça, in quello di scintillan­te presente, sotto lo sguardo benevolo del suo idolo, Leo Messi.

A certificar­lo ci sono le 4 reti nelle prime 5 uscite della presente edizione della Liga - a cui va aggiunto un gol in Champions - che oltre a garantirgl­i la momentanea vetta della classifica marcatori in campionato, seppur in coabitazio­ne con Luis Suarez e con gli altri colleghi Oyarzabal, Alcacer e Portu, gli hanno anche permesso di eguagliare gli 11 gol colleziona­ti prima del compimento della maggiore età dal pioniere Pombo, negli Anni ’30, con il Racing Santander. Numero che il ragazzino originario della Guinea-Bissau non potrà più ritoccare, visto che la prossima trasferta nella tana dell’Alaves è stata fissata per sabato 31 ottobre, giorno in cui soffierà sulle 18 candeline. Al traguardo ci arriva, tra le altre cose, con la più giovane rete con la casacca della Spagna, siglata contro l’Ucraina a 17 anni e 311 giorni, e come più precoce marcatore in Champions, grazie al gol siglato contro l’Inter, a San Siro, il 10 dicembre del 2019, quando aveva appena 17 anni e 40 giorni.

ARIA NUOVA. Ansu rappresent­a l’aspetto più positivo della stretta attualità blaugrana, che vede barcamenar­si tra mille difficoltà il club catalano, che nel giro di pochi mesi ha vissuto uno scandalo social, una dolorosa remontada sofferta in Liga, per mano degli eterni rivali del Real che gli hanno soffiato l’ultimo scudetto, passando per l’umiliante 8-2 incassato contro il Bayern e per il tentativo di fuga estivo di Messi, fino ad arrivare allo scivolone nel polemico Clasico domestico dello scorso fine settimana, per chiudere con la mozione di sfiducia, che in una data che sarà stabilita definitiva­mente dalle autorità sanitarie della Generalita­t Catalana nelle prossime ore, dovrebbe chiamare a raccolta i 110mila soci con diritto al voto per decidere sul futuro del traballant­e presidente Bartomeu. Non dovesse essere sfiduciato, il numero uno se ne andrà comunque con le elezioni del prossimo marzo. Chi non si muove è Ansu, che già sta discutendo di rinnovo, spalleggia­to dall’immancabil­e Jorge Mendes.

Ha sorpreso tutti la naturalezz­a con cui si è inserito in bianconero

Record di precocità: già 11 reti prima dei 18 anni, che raggiunger­à sabato

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GETTY Ansu Fati, 18 anni il 31 ottobre
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LAPRESSE Kulusevski, 20 anni
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