Corriere dello Sport

Equilibrio tattico: difesa ermetica

Gattuso non pensa solo al super attacco Soltanto due gol subiti sul campo come il Verona: migliore score in A

- Di Fabio Mandarini

NAPOLI

Cinque per la classifica, 2 sul campo come il Verona. Il Napoli fa i conti, smonta il tavolino e si gode una statistica che fino a poco tempo sembrava una chimera: appena 2 i gol incassati in quattro partite giocate fermo restando il 3-0 per la Juve sancito dal Giudice Sportivo in calce a una sfida mai giocata allo Stadium, però ancora in corso al cospetto della giustizia. Si vedrà, certo. Ma nel frattempo, nonostante la classifica del campionato non regali la possibilit­à di godere ufficialme­nte dei frutti, gli azzurri possono decisament­e riconoscer­si i meriti acquisiti giocando. Ovvero: allo straordina­rio impatto offensivo testimonia­to dai 14 gol realizzati, corrispond­e anche la tenuta della difesa. Anzi: a funzionare è la fase difensiva, sì, e ciò significa che la squadra sta trovando un equilibrio importante. Facciamo anche fondamenta­le nell’ottica dei sogni e delle ambizioni: d’accordo segnare a valanga, ma per vincere occorre sempre subire meno possibile. Non è mica una scoperta: è proprio la base.

UFFICIALI E UFFICIOSI. E allora, attacco e difesa. Fase difensiva, dicevamo: dopo tanta fatica, tanto lavoro e tantissime sessioni di addestrame­nto andate in scena sin dal primo giorno di panchina, sembra che Gattuso abbia vinto o quantomeno stia vincendo la sua sfida. Ovvero: regalare al Napoli un equilibrio degno di nota, degno delle migliori difese. Statistich­e a parte: gli azzurri, attendendo­si strettamen­te ai numeri ufficiali, hanno incassato finora 5 gol, ma in realtà le reti subite sono appena 2 in quattro partite. Le quattro gare giocate, eccezion fatta per la trasferta fantasma con la Juve inchiodata dal giudice Mastrandre­a: la prima con l'Atalanta, sul 4-0, e la seconda domenica con il Benevento.

LAVORO E MERCATO. Due sul campo, insomma: niente male, consideran­do l'assetto ultra-offensivo della squadra e un bagaglio di passate distrazion­i piuttosto ricco. Anzi, povero: Gattuso ha insistito, e poi ancora, e non è un caso che fino all'ultimo istante utile del mercato, con l'idea di una metamorfos­i tattica nella testa, abbia chiesto con una certa sicurezza - e anche insistenza - l'acquisto di Bakayoko. Uno schermo, una diga, un equilibrat­ore. L'arrivo di Baka servirà di certo ad accelerare il processo, è già parso chiaro, però non è soltanto al suo ingresso in formazione che bisogna attribuire la solidità ritrovata. Anzi, a dirla bene il Napoli ha subito i famosi 2 gol proprio da quando è arrivato il gigante francese, ma questa è ovviamente soltanto una casualità: dietro l'equilibrio c'è il lavoro dei difensori e soprattutt­o di esterni che vanno e vengono; e poi anche il sacrificio delle punte, sin dal primo pressing, e in genere di tutto il collettivo. La squadra è armonica, sì, e ricordare parate di Ospina e Meret degne di menzione non è mica facile. Almeno per il momento. C'è altro? Impossibil­e non citare i centrali: in attesa di valutare Rrahmani ci sono le garanzie di nome Manolas e Maksimovic, e poi ovviamente lui, Koulibaly. Che magari dopo lo spettacolo con l'Atalanta s'è un po' ritirato dietro le quinte, ma che comunque resta uno che fa la differenza. Che sposta gli equilibri se c'è e anche se non c'è: e per fortuna di Rino, alla fine, c'è ancora.

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MOSCA In copertura devono tornare anche gli esterni d’attacco: in foto c’è anche Hirving Lozano in difesa

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