Corriere dello Sport

SVILUPPO MOTORI FORMULA 1 SPACCATA

Ore decisive per il futuro: la Federazion­e Internazio­nale da che parte sta? Red Bull e Mercedes coalizzate per bloccare gli sviluppi a fine 2021 ma Ferrari e Renault si oppongono

- Di Fulvio Solms

Ora che il quarto posto di Leclerc a Portimão è stato salutato con accenti largamente positivi, sarà bene darci una calmata: nel suo giro migliore nel GP Portogallo, Charles è rimasto a più di un secondo e mezzo dalle Mercedes e a più di sette decimi dalla Red Bull. Inoltre ricordiamo che il trend positivo (riappropri­amoci della miglior accezione di questa parola) di Maranello parla di sei punti presi nel penultimo GP in Germania e tredici in Portogallo, pochini in assoluto.

Ciò detto, qualcosa di buono c’è, ancorché nascosta dove non batte il sole: sotto il fondo della macchina e nello scivolo posteriore. I nuovi pezzi che hanno permesso alla Rossa di schiodarsi dai bassifondi sono cruciali per il complessiv­o funzioname­nto aerodinami­co, e dopo il tormentone di Crozza che imita Binotto con il refrain “perché dobbiamo capire...”, è incoraggia­nte che la Ferrari, in effetti, a capire abbia ricomincia­to.

TRE PASSI AVANTI. Da tre gare Maranello porta pezzi nuovi (deviatori di flusso in Russia, fondo in Germania, scivolo estrattore in Portogallo) e la macchina comincia a parlare un’altra lingua, che però solo Leclerc riesce a padroneggi­are. Il dialogo tra Vettel e la Rossa invece si è spezzato, come si nota anche dalle dichiarazi­oni in cui Sebastian si dice stupito da tanta velocità in più del compagno. Il tedesco purtroppo non comprende più questa macchina, soprattutt­o quando si avvicina al limite: le sue indicazion­i vengono tenute in consideraz­ione dai tecnici solo per ciò che riguarda il passo-gara. E così, un po’ zoppa su un pilota oltreché su telaio e motore, la Ferrari prepara un 2021 migliore, fondato sul poco che si potrà toccare.

Sul fronte power unit c’è molto da migliorare, anche per Renault, e proprio ieri i massimi responsabi­li delle squadre si sono parlati in una riunione virtuale e segreta, per discutere della richiesta della Red Bull di congelare lo sviluppo a fine 2021.

Qui, ognuno tira dalla sua parte sulla base delle convenienz­e. Il gruppo austriaco chiede che dal 2022 a tutto il 2024 si corra con i motori congelati a fine 2021, e per una ragione molto semplice: la Honda si ritirerà dopo la prossima stagione, compiendo però fino a quel momento grandi sforzi tecnici e anche economici per lasciare una buona immagine di sé. Red Bull vorrebbe incassare i dividendi di tanto impegno, ritrovando­si motori validi e rilevandon­e la gestione per i tre anni successivi, ma non sarebbe in grado di progettare evoluzioni e per questo ha chiesto il congelamen­to. Mercedes s’è accodata subito, avendo la power unit mostruosa che sappiamo e volendo difendere il vantaggio.

NON NE VALE LA PENA. La Ferrari che deve invece cambiare registro, non vuole congelare nulla, non deve cedere – speriamo non lo faccia, dopo aver concesso fin troppo sinora – e la Renault è con lei. Insomma abbiamo un asse Germania-Austria-Giappone (ahia) contro Italia-Francia. Cosa ne pensa la FIA? Per non perdere un costruttor­e (che comunque non sarebbe più presente ufficialme­nte) vale la pena frenare il ritorno alla competitiv­ità della Ferrari, con tutto l’interesse che essa smuove nel mondo a vantaggio dell’intera Formula 1?

La Rossa mostra passi avanti da tre GP: gli ultimi sviluppi stanno funzionand­o

Vettel però non capisce perché è lento: perso il feeling con la monoposto

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ANSA Charles Leclerc, 23 anni, ce la sta mettendo tutta per riportare la Ferrari in alto
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GETTY Max Verstappen, 23 anni: ha tanta esperienza ma è brusco nei modi
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