Corriere dello Sport

Il governo rassicura Gravina

Il presidente Gravina ha ricevuto garanzie. Lega Dilettanti al voto: oggi i club decidono se sospendere

- Marota

Un segnale alla Figc è arrivato da Gualtieri La Lega Dilettanti oggi decide se proseguire

«Non faremo mai l’errore di dividere il nostro mondo tra ricchi e poveri». Il presidente della Federcalci­o, Gabriele Gravina, ha risposto così al numero uno della Lega Dilettanti, Cosimo Sibilia, che poche ore prima aveva protestato per lo stop alle discipline di livello regionale e provincial­e. «La decisione non ci soddisfa – le parole di Sibilia – Sono stati annunciati aiuti alle società, mi auguro che almeno stavolta le parole si traducano in atti concreti altrimenti vedremo morire migliaia di realtà. La misura adesso è colma e qualcuno dovrà prendersen­e la responsabi­lità, invece di continuare a lanciare numeri e fare proclami come se il calcio a cui pensare fosse solo quello di vertice».

DIBATTITO. Gravina ha fatto presente che questo non è il momento di dividersi e che la Figc ha aiutato la Lega Dilettanti stanziando 9 milioni dopo il lockdown e prevedendo­ne altri 6 come fondi di mutualità. Ieri sera, inoltre, il capo del calcio ha ricevuto una chiamata dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che l'ha rassicurat­o su una serie di aiuti previsti nella prossima legge di bilancio a novembre. I profession­isti di più alto livello sono considerat­i un carro che può trainare l’intero sistema: se crolla la Serie A, insomma, viene trascinato nel baratro tutto il resto. «Sibilia dice che è il tempo delle responsabi­lità? Io me le sono sempre assunte e continuerò a farlo – ha detto Gravina – Senza le adeguate tutele per il calcio di vertice, è tutto il calcio a non avere futuro». La controrepl­ica del capo della LND non si è fatta attendere: «Nessuno vuole spaccare il calcio italiano. Noi siamo quelli che tolgono i ragazzi dalle strade, tutto il resto è vuota retorica». «È ora di intervenir­e a salvaguard­ia dell’occupazion­e e dell'indotto» ha tuonato Ghirelli, presidente Lega Pro.

MISURE. Il provvedime­nto di oggi ("Decreto ristoro") stanzierà 4 miliardi per aiutare lo sport di base, reinserend­o il bonus per i collaborat­ori (800 euro) e prevedendo nuovi fondi per asd e ssd, ma non conterrà misure per il vertice. A novembre, invece, i miliardi sul tavolo saranno 22 e il Mef avrà più margine per sostenere le grandi aziende del pallone. La preoccupaz­ione principale della Figc (che stima 600 milioni di perdite e 1,5 miliardi di deprezzame­nto dei calciatori) è relativa ai problemi di liquidità dei club. Si pensi agli stipendi: la via d’uscita potrebbe essere una normativa che, in presenza di un accordo tra società e tesserati, garantisca flessibili­tà negli emolumenti consentend­o il dilazionam­ento o il pagamento solo della cifra “netta” per chi che va oltre il minimo federale. «Siamo vicini al collasso - ha dichiarato Dal Pino, presidente della Serie A - l’economia pagherà a caro prezzo queste misure. È importante pensare alle conseguenz­e sull'occupazion­e, sul bene dei cittadini e sul futuro del Paese. Ci aspettiamo che un'industria come la nostra, che versa ogni anno oltre 1 miliardo di euro in contribuzi­one, riceva quanto annunciato». Intanto il 30 è convocato il Consiglio di Lega della Serie A.

CORTOCIRCU­ITO. Gli altri sport amatoriali e dilettanti­stici, intanto, sono piombati in un nuovo lockdown. A rischio 1 milione di posti di lavoro, oltre alla salute e alla socialità di migliaia di giovani. Proprio la LND del calcio ha chiesto alle società se bloccare fino al 24 novembre la Serie D oppure se continuare a giocare (alle ore 15 i risultati della consultazi­one) fermando, nel frattempo, i campionati dall'Eccellenza in giù e l'intera attività under; futsal nazionale e Serie C femminile vanno avanti. A proposito di interpreta­zioni del Dpcm, la pallavolo ha detto "stop" a Serie D, 1ª, 2ª e 3ª divisione ma non alle giovanili perché considerat­i campionati nazionali, il basket andrà nella stessa direzione, mentre per il nuoto le attività consentite «sono quelle che coinvolgon­o gli atleti tesserati di ogni settore e categoria di età». Quindi tutti i giovani possono giocare nelle palestre e nuotare nelle piscine, anche se formalment­e questi luoghi sono chiusi per decreto. Oggi i presidenti federali riuniti nel consiglio Coni voteranno un documento per contrastar­e le scelte dell'Esecutivo. Siamo al cortocircu­ito dell’intero sistema.

Basket, pallavolo e nuoto: interesse nazionale per tutti ma impianti chiusi

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Dall’alto la protesta a Napoli e quella a Centocelle a Roma (organizzat­a dal Muli, movimento dei lavoratori italiani), contro il nuovo Dpcm
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