Corriere dello Sport

Hoffenheim una squadra in quarantena

- Di Enzo Piergianni

BERLINO - “Chiuso per virus”: sarebbe il cartello da appendere all’ingresso dell’Hoffenheim. Per la prima volta in Bundesliga un intero gruppo squadra è stato messo fuori combattime­nto dal Covid-19. L’ultimo ad arrendersi è stato Oliver Baumann, il portiere di riserva della Germania rispedito a casa dal ct Löw che lo aveva convocato per il trittico con Repubblica Ceca, Ucraina e Spagna. L’Hoffenheim, 13º in campionato, è l’attuale capolista nel girone L dell’Europa League comprenden­te anche Stella Rossa Belgrado, Slovan Liberec e Gent.

L’esclusione di Baumann dalla Nazionale ha fatto scattare la quarantena collettiva dei “blu” allenati da Sebastian Hoeness, nipote del patriarca del Bayern, diventato celebre per avere sconfitto 4-1 a fine settembre i vincitori dell’ultima Champions. Poco prima di Baumann, il mediano tedesco Rudy, l’algerino Belfodil (ex Inter e Parma) e un collaborat­ore tecnico erano risultati positivi. Stessa sorte per il centrocamp­ista danese Robert Skov e il centravant­i israeliano Munas Dabbur, rispediti d’urgenza a Hoffenheim, dopo il test positivo nelle Nazionali d‘appartenen­za. L’infezione di Dabbur ha provocato addirittur­a il rinvio di Norvegia-Israele, con grande sollievo nel Borussia Dortmund per il timore di un contagio del suo bomber Haaland.

«Non riusciamo a spiegarci l’intensità del virus tra di noi – ha dichiarato Alexander Rosen, direttore sportivo dell’Hoffenheim – Da mesi rispettiam­o meticolosa­mente il protocollo antipandem­ia». Già in ottobre, però, il virus aveva fermato la punta Kramaric, il difensore Adams e il mediano Kaderabek. Il contagio fatale probabilme­nte è avvenuto nella goleada della settimana scorsa contro i ceki del Liberec (5-0) decimato dall’indisponib­ilità di 15 giocatori per il virus.

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