Corriere dello Sport

POBEGA DOPPIA FIRMA È SCATTO BABY ITALIA

Vittoria sofferta e voluta in Islanda Ora in Lussemburg­o: se l’Under 21 vince è alla fase finale dell’Europeo

- Di Fabio Massimo Splendore

Il vento che soffia forte su Reykjavik spinge l’Italia di Paolo Nicolato sempre più dentro quella che è diventata una impresa, la caccia alla qualificaz­ione della fase finale dell’Europeo Under 21. I tre punti nel gelo d’Islanda sono firmati da un gruppo che non finisce mai e da un ragazzo toccato come da una bacchetta magica: Tommaso Pobega, autore di una doppietta (e del gol partita sul filo del gong) dopo le reti alla Juve e al Benevento in Serie A con la maglia dello Spezia. Significa che in questo ragazzotto triestino che il Milan ha prestato ai liguri neopromoss­i, c’è del talento oltre alla magia del momento. Esordiente Pobega, esordiente Lovato (peccato per lui, si è molto probabilme­nte rifermato per un guaio muscolare), una squadra che, uno per uno, insieme avevano giocato poco o nulla, all’88’ è arrivato un altro sinistro maldestro a piegare, stavolta definitiva­mente, la stoica resistenza della squadra di Viöarsson, che in casa aveva vinto tutte e quattro le partite giocate segnando 11 gol e subendone uno soltanto.

Adesso la sorte è nelle nostre mani: battere il Lussemburg­o dopodomani ci metterebbe al riparo dall’Irlanda (potrebbe arrivare a 22 come noi ma con gli scontri diretti a nostro favore) e dalla Svezia, l’ultima avversaria per noi (mercoledì prossimo a Pisa) che a quel punto, anche se ci battesse non potrebbe andare oltre i 21 punti. Svezia che tra l’altro (come l’Islanda) non giocherà con l’Armenia (gare in programma rispettiva­mente oggi e mercoledì prossimo) per i casi Covid nella nazionale dei “fratellini” di Mkhitaryan

EMERGENZA E RESILIENZA. E così sfruttiamo il recupero con l’Islanda per staccare gli irlandesi che avevamo agganciato in vetta a Pisa, vincendo la gara e mettendoci quindi in favore di vento anche sul fronte degli scontri diretti. Quel vento che abbiamo visto soffiare ieri tanto da rendere sbilenchi lanci e tiri e da creare anche qualche imabarazzo difensivo senza correre mai rischi concreti (più a noi che ai padroni di casa) è diventato il simbolo del cuore che unisce questa Italia ogni volta da inventare. Se un mese fa il viaggio a Reykiavik divenne un’andata e ritorno lampo senza giocare per l’onda Covid che aveva attraversa­to la truppa degli azzurrini, stavolta in tre giorni emergenze varie (compreso questo tempo di bolle e tamponi) hanno congelato una decina delle scelte di Nicolato. La squadra che è scesa in campo ci ha messo il cuore e quel sentimento di resistenza orgogliosa che hanno portato ai tre punti forse nel momento più difficile.

A SCACCHI. L’Islanda non è un cliente facile, gioca prevalente­mente sotto la linea della palla, in porta si tira poco, scardiniam­o questo muro ruvido con una combinazio­ne a sinistra che prende d’infilata Sampsted, tramortito dalla combinazio­ne veloce Gabbia-Sottil: parte il cross su cui arranca poco lucido Torkelsson, il rinvio corto è catturato dal sinistro di Pobega che si alza come un razzo e si spegne sotto la traversa, in rete. A quel punto l’Italia dovrebbe infilarsi nella voglia di pareggio degli islandesi con la rapacità delle sue frecce (Sottil, Scamacca), ma qualcosa cambia quasi involontar­iamente nell’atteggiame­nto e fa arrabbiare anche Nicolato.

Inizia la ripresa: il trio di metà campo Pobega-Rovella-Frattesi, arretra qualche metro, perdiamo un po’ di fluidità e rapidità, Sala rischia un rigore su Baldursson (già abbondamen­te lanciato in A da Mihajlovic nel Bologna). E poi arriva l’errore di Carnesec- chi che spalanca le porte al pareggio islandese, al quale forse non credevano nemmeno i nostri avversari: uscita avventuros­a, palla smanacciat­a che finisce sui piedi di Baldursson, un po’ di impaccio nella nostra area e il destro parte secco, corretto dalla deviazione vincente di Willum Willumsson.

E DUE! Scorrono i minuti, la partita si fa sporca, il vento complica le geometrie. Serve il guizzo, l’uomo ce l’abbiamo noi: Sottil parte, frena, la mette per Pobega che riarma il sinistro e la fortuna amica si manifesta nel tocco impercetti­bile di Hauksson, quel tanto che basta per piegare Patrick Gunnarsson e l’Islanda sulle ginocchia. E per guardare con un po’ di sorriso sulle labbra questo tempo di pandemia che attorno fa sorridere proprio poco.

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LAPRESSE L’esultanza dell’Italia UNder 21 nella vittoria all’andata con l’Islanda, a Ferrara: ieri il bis che ci lancia al comando del gruppo 1 in solitudine
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LAPRESSE Pobega, due gol ieri
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