Arbitri, è corsa ai tamponi
Il caso dei tamponi in Lega Pro ha scosso il piccolo fortino dell’AIA. Perché è incredibile come in un mondo che sta facendo mille sforzi (anche se non soprattutto economici) per provare a portare avanti almeno i campionati professionistici, una simile leggerezza possa aver messo in pericolo un intero sistema. Imperdonabile (ma non è l’unica mancanza del governo dell’Assoarbitri, come vedremo). Ovviamente, subito dopo aver appreso o capito che “Il Fatto Quotidiano” (uscito ieri in edicola con la notizia) aveva trovato conferme alle voci che giravano da tempo, immediatamente - con una mail scritta dal designatore Antonio Damato - ed improvvisamente anche i direttori di gara di serie C (detto senza ironia) hanno dovuto correre ai ripari. Fra ieri e oggi, tamponi fatti e la richiesta, da qui in avanti («a parziale rettifica della mail inviatavi precedentemente», dunque l’informazione era già sbagliata all’origine), di effettuare «un tampone rapido antigenico o molecolare nelle 48h precedenti la gara», anche in centri non convenzionati (con il costo in nota spese). Come al solito, il mondo che dovrebbe far rispettare le regole è il primo che non le rispetta. Perché non c’è solo la Lega Pro nel mirino.
CALCIO A 5. L’altra notizia arriva dal Calcio a 5: anche lì, gli arbitri (sono 372, non c’è definizione di categorie ma chiaramente si arbitra su una base meritocratica) avrebbero fatto solo un “sierologico” ad inizio stagione e poi più nulla. Qualcuno avrebbe chiesto un eguale trattamento, non è un vezzo, ne va della sicurezza delle persone. La minaccia, il rifiuto, da parte degli arbitri di vertice “abilitati” alla serie A, di presentarsi alle gare. La risposta sarebbe stata quella di “promuovere” sul campo arbitri magari ancora poco esperti e per questo più invogliati ad un grande salto, così da bypassare il problema. Incredibile, così paradossale che verrebbe da sperare non fosse vero.
CORSAAIRIPARI. Insomma, una bella gatta da pelare, l’ennesima gaffe sulla quale qualcuno dovrebbe vigilare. La storia degli arbitri di Lega Pro era nell’aria da tempo, c’erano anche riscontri oggettivi. Ad esempio: quasi tutti i “quarti uomini” in serie B venivano assegnati agli ex Can B, così da costituire una simil-bolla all’interno della CAN, visto che tutti i 48 arbitri e gli 82 assistenti sono obbligati a fare i tamponi il mercoledì e il giovedì in vista delle gare del week end. E i pochi arbitri di C che facevano il tampone - a parte chi lo faceva per sicurezza personale - era perché venivano designati per fare i “quarto” in coppa Italia (se non in B). Il risultato è che almeno una decina di arbitri e forse lo stesso numero di assistenti siano risultati positivi. Sarebbe bastato un contatto magari con una squadra arbitrale della CAN per infettare magari qualche direttore di gara di serie A.
Mail di Damato: «Ora fate i test sempre» Pure il calcio a 5 nella bufera-controlli