Azzurre, record e rabbia l’impresa non vale l’oro
Inseguimento: britanniche super Argento pure a uomini e Barbieri
L’Italia che ci prova fino in fondo, a testa alta, agli Europei su pista di Plovdiv. La seconda giornata porta in dote tre medaglie d’argento, dopo l’oro al debutto nello scratch di Martina Fidanza, e stavolta la copertina tocca al quartetto dell’inseguimento femminile. Alzini, Balsamo, Consonni e Guazzini hanno messo a segno il record italiano nella finale contro le temibili britanniche, con un 4’13’’632 che migliora di oltre un secondo e mezzo il primato fatto registrare all’ultimo Mondiale di Berlino nel febbraio scorso.
Uno sforzo valso il secondo posto perché le britanniche - come da previsioni - hanno fatto quasi gara a parte, sfiorando per appena due decimi addirittura il record del mondo. Stesso risultato (ma altre ambizioni prima del via) per il quartetto maschile, sfiancato nella finale contro la Russia dal testa a testa tra chilometristi Dubchenko-Lamon, tanto da far staccare Moro e Umbri, impossibilitati poi a tenere il passo di Milan fino al traguardo.
L’altro sussulto di giornata è arrivato dall’argento della ventitreenne Rachele Barbieri, protagonista nella prova dell’eliminazione di un altro intenso duello tutto italo-britannico, vinto da una rapace della pista come Elinor Barker.
Soddisfatto il c.t. della Nazionale femminile, Dino Salvoldi: «Abbiamo raggiunto il massimo degli obiettivi di giornata. L’unico vero rammarico è per le prove della velocità, ma lavoreremo per metterci più aggressività. Miriam Vece può crescere ancora molto».
Nell’unica finale di ieri senza medaglie azzurre, strapotere assoluto del portoghese Iuri Leitao, che dopo l’argento nell’eliminazione all’esordio si è preso l’oro nello scratch con un dominio assoluto, tanto da essere avanti di un giro già a metà gara. Solo decimo Matteo Donegà, aggiunto in extremis alla spedizione bulgara. Marco Villa, c.t. maschile, ha recriminato soprattutto per il suo quartetto: «In finale ci credevamo, inutile negarlo. Ci è mancato il sincronismo e non siamo al top della forma, come dimostrano le prove di Milan e Lamon. Onore ai russi, la loro tattica ha pagato».