Lazio,i giocatori in procura Figc
Ieri sono stati ascoltati i medici Pulcini e Rodia Il legale: «Abbiamo chiarito e fornito la documentazione sul protocollo» Ma saranno sentiti alcuni calciatori
Quasi tre ore di colloquio organizzato in gran segreto e in contropiede nello studio dell’avvocato Gentile, legale della Lazio. Niente uffici in via Campania per sfuggire alle telecamere e custodire un minimo di riservatezza. Giuseppe Chiné, magistrato del Consiglio di Stato e capo della Procura Federale, era collegato da remoto. Due ispettori federali nella stessa stanza con Ivo Pulcini, direttore sanitario, e Fabio Rodia, coordinatore dello staff medico della Lazio. Il confronto si è concluso intorno alle 17,30. Sul tavolo il protocollo federale e la ricostruzione della gestione dei casi Covid, all’interno del centro sportivo di Formello, nella settimana precedente alla partita di Torino del primo novembre, diventata motivo di reclamo (o almeno di esposto) per il club di Cairo, sconfitto (3-4) sul campo. Chiné neppure si è interessato ai tamponi e agli esami di laboratorio. Non è materia di sua pertinenza: se sono state commesse irregolarità nei controlli o meno, lo saprà dalla Procura della Repubblica di Avellino. Gli 007 federali vogliono accertare se la Lazio ha rispettato il protocollo Figc, come sono emerse le differenze in campo europeo all’esito dei tamponi Synlab e quali comportamenti sono stati adottati dallo staff medico e dai giocatori in ordine alle positività, all’isolamento, alla partecipazione o meno agli allenamenti. Altro capitolo decisivo le conseguenti comunicazioni alla Asl Roma 1, competente per Formello. «Abbiamo prodotto e depositato la documentazione, attestando le procedure che testimoniano la correttezza della Lazio. Non sono state commesse violazioni o infrazioni, non ci sono state fatte contestazioni, è stato un colloquio cordiale e soddisfacente» ha spiegato l’avvocato Gentile in serata.
SINO A BRUGES. L’attenzione di Chiné e degli 007 federali si è concentrata sul balletto (positivi/negativi/positivi) delle ultime due settimane risalendo indietro sino a lunedì 26 ottobre, quando emersero con chiarezza i primi casi Covid alla vigilia della trasferta di Champions. Immobile, Leiva e Strakosha (gli ultimi due senza essere passati dal tampone europeo Synlab) sarebbero poi stati convocati da Inzaghi e portati a Torino. La Procura vuole sapere se e come sono arrivati gli ok e le autorizzazioni della Asl, quali sono stati i passaggi formali seguiti da Pulcini, in che modo Rodia ha gestito il gruppo-squadra e la bolla. Prima notizia: l’inchiesta federale si sarebbe fermata al 26 ottobre, dovrebbe essere escluso un interesse della Procura relativo alla partita di sabato 24 ottobre con il Bologna, quando ancora non erano emersi casi Covid alla Lazio.
INTERROGATORI. L’inchiesta, ecco lo sviluppo, non si è ancora conclusa ed è destinata ad andare avanti, come ha intuito lo stesso legale della Lazio. Chiné e gli ispettori federali sono rimasti soddisfatti dalle risposte ricevute, ma non si fermeranno subito. Prima di chiudere il caso e decidere tra deferimento (rinvio a giudizio) o archiviazione, procederanno con l’ultimo atto d’indagine. Dentro il prossimo capitolo, ci saranno nuovi interrogatori. Lotito è già stato ascoltato a
Formello. Potrebbe essere sentito ancora, ma la linea societaria è già chiara. Il fronte si potrebbe allargare e concludere con l’audizione di uno o più giocatori. Non è sicuro, ma appare probabile, quasi scontato. Un atto dovuto per verificare all’interno del gruppo squadra il rispetto del protocollo, quali sono stati i comportamenti dello staff medico, come è stata organizzata la cosiddetta bolla. Un eventuale deferimento della Lazio comporterebbe, anzi non escluderebbe, una responsabilità individuale dei giocatori che pure subiscono i tamponi e si sottopongono ai controlli. Tutti, come succede in materia di doping, sono tenuti a conoscere e rispettare il protocollo. Devono dimostrarlo e uscirne insieme con la Lazio. Non cambiano forma e sostanza. I principi della giustizia sportiva sono gli stessi.
L’avvocato Gentile: «Depositati gli atti e chiarite tante cose Nessuna violazione»