Corriere dello Sport

«Ferrari ti amerò per tutta la vita»

«Non ho vinto il titolo, ma non ho fallito sono stato bene e ho conosciuto amici veri Io in Mercedes con Hamilton? Perché no?»

- Solms 30-31

Vettel: «“Ferrarista a vita” non è solo uno slogan: lo ero da bambino e lo rimarrò, anche se saremo rivali Mi porto via le amicizie e una Vespa regalatami dai meccanici. Sul titolo abbiamo fallito, ma non rinnego nulla»

Meno quattro: il Gran Premio di Turchia di domenica, altri tre in Medio Oriente e poi le strade di Sebastian Vettel e della Ferrari si dividerann­o. Però, caspita, non doveva finire così: c’era un percorso ben tracciato, il pupillo di Schumi sulle orme del supercampi­one, una storia che avrebbe dovuto concluders­i con il titolo mondiale, e invece.

La separazion­e imminente comunque non intristisc­e Vettel, che in videochiam­ata Zoom da Istanbul elabora con noi questo momento di passaggio.

Tra il rosso Ferrari e il rosa Racing Point - o il verde Aston Martin - qual è oggi il colore del tuo stato d’animo?

«Bianco, nel senso che non riesco a definire il mio stato d’animo con un colore. So che alcune occasioni sono state perse, ma ci sono ancora poche gare da fare al meglio possibile, e poi un’altra storia che mi aspetta».

Sembri un tipo emozionale, ma questa è una risposta razionale. «Ma io sono razionale, mi piace restare incollato ai fatti. Provo comunque emozione quando una storia arriva alla fine»

E allora: cosa ti ha dato la Ferrari in sei anni, e cosa lasci tu a Maranello?

«Non è facile stilare una lista come fosse un bilancio economico. La Ferrari ha un posto speciale nel mio cuore, Michael (Schumacher; ndr) resta la più grande ispirazion­e della mia vita e io l’ho visto prevalente­mente vestito di rosso, sono innamorato da sempre della Ferrari, con cui ho vissuto un’esperienza molto speciale. Non amo guardare indietro, ma dopo questo capitolo tenderò a farlo un po’ di più».

Dunque “ferrarista a vita” non è solo uno slogan.

«Per me è una cosa vera. Ero ferrarista da bambino, lo sono oggi, lo resterò in futuro anche se saremo avversari».

Questa macchina non ti va a genio: quand’è che il vero Vettel è riuscito a esprimersi?

«Come impegno ci ho messo il cento per cento, sempre, anche nei momenti difficili come questo. Ogni anno, in ogni gara ho imparato qualcosa. Poi ci sono state stagioni speciali come il 2015: la squadra era tutta nuova, io al mio debutto sulla Rossa, primo GP ed ero sul podio, secondo GP e vinsi. Nel 2017 la macchina era ottima, la mia Ferrari preferita, il motore mancava un po’ in qualifica ma spesso eravamo davanti alla Mercedes. Ci sono stati alti e bassi, tengo tutto nel bilancio e non rinnego nulla».

Non avendo vinto il Mondiale, archiviera­i l’esperienza con la Ferrari tra le sconfitte della tua vita?

«Se dovessi ridurlo a un bilancio fatto di numeri direi sì, abbiamo fallito perché non abbiamo vinto il titolo mondiale. Ma ho vissuto momenti splendidi, ho conosciuto bella gente, amici veri, e per certi versi questa è la cosa più importante».

Cosa porterai via con te, anche materialme­nte?

«L’oggetto più bello rimane la Vespa “Vettel 5” che i meccanici mi fecero trovare come regalo di benvenuto nel 2015. Una sorpresa indimentic­abile, un gesto prezioso».

Ci sono tracce della Ferrari nella tua casa?

«Non amo avere in casa oggetti che hanno a che fare con le corse, tengo separate le cose. Ho i trofei dei titoli mondiali, quelli sì. E poi ho tanti volanti, caschi, la Vespa rossa, ma queste cose le tengo altrove, in garage».

Chi lascia la Ferrari difficilme­nte scrive un capitolo migliore in seguito: qual è il tuo piano per cambiare questa tendenza? «Ma chi li giudica questi capitoli? Io ho sempre avuto poco interesse per i giudizi altrui, sono in grado di giudicare me stesso da quando ho sedici anni, dunque sono sereno: pronto a chiudere un capitolo e aprirne un altro».

Quanto sei stato vicino al ritiro, dopo il mancato rinnovo del contratto da parte di Ferrari? «Molto vicino, è una possibilit­à che ho considerat­o seriamente. Ma ho ritenuto di avere ancora da dare alla F.1, così ho accettato la proposta di Aston Martin».

Ci racconta come è stato contattato?

«Oh non è un segreto: nel paddock. Conosco da molti anni Lawrence (Stroll, patron di Racing Point; ndr) e Otmar (Szafteam principal; ndr), è naturale fermarci a parlare e lo è stato anche affrontare l’argomento di un futuro assieme».

Quale valore va attribuito ai successi di Mercedes che è tornata in Formula 1 apposta per vincere e forse presto se ne andrà, e quale invece alla Ferrari che c’è da sempre?

«Sono storie diverse, da non paragonare. Mercedes da qualche tempo sta vincendo tutto, mentre la Ferrari è una costante: “è” la Formula 1 così come la Formula 1 è la Ferrari. Ogni marchio scrive una sua storia: per dire, Porsche in Formula 1 ha fornito motori, ma ha fatto cose speciali a Le Mans».

Stai per passare nell’orbita Mercedes. Con l’obiettivo di guidare quella macchina? «Dipende, non ho altri dieci anni in Formula 1, anche meno se è per questo: non mi vedo in Formula 1 quarantenn­e, come Kimi. Intanto ripartire con una macchina che si chiama Aston Martin mi sembra già una gran bella sfida. Se poi mi domandi se guiderei una Mercedes, beh, non c’è pilota che oggi possa rispondere no».

Saresti pronto a farlo in squadra con Hamilton?

«Certo, perché no?»

E pensi che anche lui sarebbe pronto a farlo assieme a te? «Dovresti chiederlo a lui ma crenauer,

di sì, c’è rispetto tra noi».

Sei d’accordo con Verstappen quando dice “con la Mercedes vincerebbe il 90% dei piloti”?

«Difficile da dire. Certo macchina e squadra sono fortissime, oggi è Hamilton a raccoglier­e i frutti e forse sì, qualche altro pilota potrebbe farlo al posto suo, ma intanto è lui a essere coinvolto e a cercare la vittoria ogni domenica».

Ti aspettavi una tale crescita di Leclerc?

«Charles riesce a sfruttare al meglio questa macchina, ma non c’è stato un salto di qualità strabilian­te quest’anno: è sempre stato fortissimo, già con Sauber due anni fa, e lo scorso anno alla prima stagione in Ferrari».

L’anno prossimo la Ferrari lascerà Carlos Sainz libero di lottare con Charles?

«Certo! Ma forse è più una domanda per Mattia (Binotto; ndr)».

Sei riuscito a dare a Mick Schumacher una piccola parte di quanto ti ha dato Michael? «Non so se io sia stato un’ispirazion­e per lui come suo padre lo è stato per me, ma vorrei considerar­e Mick come Mick, e non come il figlio di Michael. Gli voglio bene, è un ottimo ragazzo, lavora duro per arrivare in Formula 1 e secondo me se la medo rita già. Bello che ci stia arrivando, e se avrà bisogno di un aiuto io ci sarò».

Quali saranno gli elementi di novità nella F.1 di Stefano Domenicali?

«Spero che Stefano abbia abbastanza potere per cambiare: lui che è intelligen­te e indipenden­te lo farà. Il mondo sta mutando, anche la Formula 1 ha bisogno di farlo e credo che i prossimi cinque-dieci anni saranno decisivi per il futuro del motorsport. Io vorrei una tecnologia più facilmente trasferibi­le alle macchine stradali e in grado di migliorare la sostenibil­ità. La Formula 1 è in grado di indicare questa strada».

«Inseguire la Mercedes? Non sarò in F.1 per altri dieci anni ma sarei pronto a guidarla, anche accanto a Hamilton»

«Mercedes e Ferrari rimangono due storie molto diverse: la prima sta vincendo tutto, la seconda “è” la Formula 1»

«Sono stato molto vicino al ritiro, poi la proposta di Aston Martin Ho detto sì perché ho ancora molto da dare»

«Sainz sarà libero di lottare con Leclerc. Mick Schumacher è un ottimo ragazzo, lavora duro e merita la F.1»

«Domenicali è intelligen­te e indipenden­te Siccome il mondo sta cambiando, lui cambierà il nostro sport»

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 ?? ANSA E GETTY ?? Compagni Sebastian Vettel, 33 anni, in lotta (sopra) e assieme a Kimi Raikkonen, 41: i due sono stati compagni alla Ferrari per quattro anni, dal 2015 quando arrivò Seb, a fine 2018 quando la Ferrari decise di far passare il finlandese in Alfa Romeo per far debuttare in rosso Charles Leclerc
ANSA E GETTY Compagni Sebastian Vettel, 33 anni, in lotta (sopra) e assieme a Kimi Raikkonen, 41: i due sono stati compagni alla Ferrari per quattro anni, dal 2015 quando arrivò Seb, a fine 2018 quando la Ferrari decise di far passare il finlandese in Alfa Romeo per far debuttare in rosso Charles Leclerc
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