La patente nel post-Brexit
PUNTI PER TECNICI E CALCIATORI STRANIERI
LONDRA - Giro di vite nel calcio inglese post-Brexit. Per lavorare in Inghilterra - non solo in Premier League ma anche nelle serie minori - servirà il permesso di lavoro. E in base alle misure annunciate ieri in un comunicato congiunto della Football Association, Football League e Premier League uno come Ole Gunnar Solskjaer, tecnico del Manchester United, sarebbe stato respinto.
Il sistema, che entrerà in vigore dal primo gennaio, si basa su una formula a punti che terrà conto di presenze in nazionale (giovanili incluse), minuti giocati in campionato e coppe e la "qualità" del campionato di provenienza. Il calcio mondiale è stato così diviso in sei fasce. E se la Serie A si trova in prima fascia (assieme a Premier League, Bundesliga 1, Ligue 1 e Primera Division), la Serie B e' declassata in sesta fascia, la piu' bassa (mentre, viceversa i cadetti tedeschi inglesi, spagnoli e francesi sono in fascia 4).
Entrerà in vigore un sistema a punti simile per allenatori e direttori sportivi. Un sistema abbastanza rigido che, appunto, avrebbe visto "bocciato" Solskjaer, nonostante l'illustre carriera da calciatore, nonostante i cinque anni alla guida dei norvegesi del Molde (e i due campionati vinti). O, più correttamente, Solskjaer non avrebbe raggiunto i punti necessari. Avrebbe dovuto ricorrere in appello, e chiedere una dispensa. Come dovranno fare tutti coloro che non hanno i punti necessari.
Le restrizioni varranno per tutti i giocatori stranieri, esclusi scozzesi, irlandesi (EIRE inclusa) e gallesi. Approvate anche le normative in materia di giovani. Divieto totale di tesseramento per Under 18 non-britannici (ma questa è una normativa Fifa) e restrizioni sugli Under 21. Non si potrà tesserare più di sei stranieri di età compresa tra i 18 e i 21 anni nel corso di una stagione.