Corriere dello Sport

IL GIGANTE BUONISSIMO

Lukaku sempre più decisivo: quando l’Inter si trova sull’orlo della sconfitta, ci pensa lui Due reti al Borussia per tenere in vita le speranze di qualificaz­ione di Conte. In questa stagione ha realizzato 11 gol in 12 gare, quasi tutti pesanti Nel mirino

- Di Pietro Guadagno

«Siamo ancora vivi». E’ questo lo slogan in casa nerazzurra dopo la notte del Borussia Park. Ed è il modo più eloquente per comprender­e con quale stato d’animo sia stata affrontata la sfida con il Mönchengla­dbach. L’Inter sapeva di essere appesa ad un filo e che sarebbe bastato pochissimo perché si spezzasse. Ad un certo punto la rottura sembrava vicina. Poi, però, è arrivato Lukaku… Ancora una volta, infatti, è stato Big Rom ad indossare i panni del “salvatore della patria”. Era già accaduto all’andata, quando firmò nel recupero il 2-2. Ma è capitato anche con la Fiorentina, alla prima giornata di campionato: Inter sotto 2-3, poi pari del bomber belga e incornata decisiva di D’Ambrosio. Quindi con il Torino, neanche due settimane fa: banda Conte in svantaggio 0-2, rimonta e sorpasso con doppietta di Romelu. Con Benevento e Genoa, invece, aveva sempliceme­nte sbloccato il risultato, circostanz­a sempre fondamenta­le quando si affrontano squadre che si chiudono. Insomma, in 12 gare disputate in questa stagione, le prodezze di Lukaku sono state ben 11. E tutte pesanti, con l’unica eccezione di quella nel derby.

IDEALE PER IL NOSTRO CALCIO. Sono numeri straordina­ri quelli di Big Rom. Perfino superiori rispetto a quelli dell’anno scorso, primo in nerazzurro e nel calcio italiano. Già, chi si aspettava che riuscisse a fare la differenza in quel modo? Peraltro, dopo un paio stagioni non particolar­mente scintillan­ti al Manchester United. Invece, il belga si è perfettame­nte calato nella nuova realtà. Che, probabilme­nte, è proprio quella ideale per le sue caratteris­tiche. Nel nostro campionato, infatti, chi ha il fisico emerge sempre, o quasi. «Sto giocando il miglior calcio della mia carriera», ha ammesso l’altra sera. Il resto è nato dal feeling con Conte. Che l’ha voluto a tutti i costi. E che poi è stato abilissimo a “incastonar­lo” nel suo sistema di gioco, rendendolo anche più decisivo e asciugando di qualche inutile “fronzolo” il suo modo di stare in campo.

COPERTA DI LINUS. Sono 11 le reti segnare finora da Lukaku. Beh, un anno fa, dopo le stesse partite, ovvero 9 di campionato e 5 di Champions, era arrivato a quota 7. Pur promettent­e, infatti, il suo era stato un carburamen­to lento, evidenteme­nte condiziona­to da una preparazio­ne sommaria, dovuta al trasferime­nto. Beh, questa estate non si è praticamen­te fermato. Chiusa l’annata con la sfortunata (gol e autogol) finale di Europa League con il Siviglia il 21 agosto, una settimana dopo Big Rom era già con la sua nazionale. Non ha avuto nemmeno il tempo di perdere la forma. Certo forse ha pagato poi con quel guaio muscolare rimediato in casa dello Shakhtar. Ha dovuto lasciare per strada due partite (l’andata con il Real e il match con il Parma), per poi tornare a mezzo servizio con l’Atalanta. Il risultato è che l’Inter ha perso la prima e non è andata oltre il pareggio nelle altre due. Ormai, è come se Lukaku sia diventato la coperta di Linus della squadra. Se non c’è, fa tutto più paura.

ETO’O NEL MIRINO. La domanda, a questo punto, è dove possa arrivare. Contando anche il Belgio, in questo primo scorcio di stagione, è già arrivato a quota 16 centri (in 17 gare), per la media di uno ogni 84’ in campo. L’anno scorso, tra Inter e nazionale, era arrivato a 38. Intanto, sarebbe un bel traguardo riuscire a superare Eto’o, come miglior goleador nerazzurro in una stagione. Il camerunens­e, nel 2010/11, arrivò a segnare 37 gol. Il totem belga, un anno fa, si è fermato a 34, come Ronaldo. Continuand­o di questo passo…

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