Cinque cambi per il 4-3-3
TURNOVER NAPOLI, LE MOSSE PER VINCERE
- Il turn-over, ma per modo di dire: perché quando il gioco si fa duro, conviene evitare di giocherellare con questa rivoluzione, più o meno silenziosa, che è utile o anche indispensabile ma che per una notte, una soltanto, può essere rinviata. Il Napoli all’olandese, riparte da se stesso: apre la porta a Ospina, sistema Maksimovic dinnanzi alla difesa, spalanca la fascia sinistra a Ghoulam, butta Bakayoko nella mischia, che domenica non c’era per squalifica, e concede a Politano la corsia di destra. Cinque cambi, in genere ce ne sono di più, saprebbero, altrove, di ritocchino «chirurgico»: ma con quest’organico e tutta quella qualità, viene quasi il sospetto di essere in prossimità del 4-3-3 più invitante per Gattuso. E potendoselo permettere, e dovendo provare a vincere, lo lancia in una sfida vera.
MANI IN ALTO. Tanto Ospina e Meret sono pari, gerarchicamente: e quindi l’uno vale l’altro; e Maksimovic, che di autorevolezza ne ha, appartiene all’elite del gruppo. Il resto, si intuisce leggendone i nomi, sa di inattaccabile statura tecnico-tattica e di pilastro portante d’una idea di calcio dalla quale Gattuso sembra non voglia staccarsi. Centrocampo muscolare e fantasioso e attacco che può sbizzarrirsi tra tagli e diagonali.
GIGANTI. Perché davanti, vengono chiesti gli straordinari a Insigne e Mertens, in realtà due scugnizzi che devono interpretare completamente il proprio ruolo; e in mezzo al campo, dove a fungere da collante tra le due fasi il protagonista è Bakayoko, Gattuso si affida all’estro dei suoi centrocampisti più talentuosi. E’ una squadra che sa anche di esperimento per il futuro, perché messa così, perlomeno per otto e forse nove undicesimi, viene legittimo pensare che il Napoli di Alkmaar abbia le sembianze della formazione «ideale» per Gattuso.