APPUNTAMENTO DA RODRIGO
A Bologna l’argentino ha trovato l’ambiente ideale per allungare la carriera, diventando insostituibile per tutti
Estate 2017, Rodrigo Palacio è in scadenza di contratto con l’Inter. Nel caso in cui avesse messo insieme 25 presenze il rinnovo sarebbe stato automatico, ma i numeri sono più bassi e di conseguenza va eventualmente ridiscusso. Rodrigo e la sua famiglia stanno bene a Milano, la sensazione è che sarebbe rimasto volentieri se la società gli avesse regalato questa opportunità, ma alla fine l’Inter decide di non trattenerlo soprattutto per quella che è la sua carta di identità. Va detto che quando arriva Luciano Spalletti ad Appiano Gentile i giochi sono già stati fatti, e chissà come sarebbe andata a finire se fosse stato avvertito prima della separazione. Che Palacio sarebbe servito ancora a quell’Inter è poco ma sicuro, ma vai a sapere se i capi nerazzurri si sono pentiti di non avergli rinnovato il contratto alla luce del bendiddio che nel frattempo ha garantito al Bologna. Perché l’attaccante argentino di Bahia Blanca, che è la stessa città dove è nato Lautaro Martinez, è uno di quei calciatori che nascono campioni e tramontano da campioni. Ecco il motivo per il quale è sbagliato parlare di terza vita italiana per Palacio, dopo quella al Genoa e quella all’Inter, perché è vero che i numeri della sua carta di identità sono inevitabilmente cresciuti, ma è altrettanto vero che il Rodrigo di oggi almeno per il Bologna ha la stessa importanza di quello di ieri per l’Inter, forse addirittura anche di più. Non dimenticando, è evidente, che quello di ieri non avrebbe mai potuto giocare in questo Bologna.
INSOSTITUIBILE PER TUTTI. Fin qua tutte le volte che Palacio ha ritrovato il nero e l’azzurro dell'Inter ha costruito prestazioni estremamente importanti, e badate bene, anche quando non ha fatto gol, e Bologna e il Bologna devono dirgli mille volte grazie per aver scelto di vestire questi colori, nonostante Gian Piero Gasperini lo volesse all’Atalanta dopo averlo avuto al Genoa e che lo stesso Enrico Preziosi fosse pronto di nuovo a fargli ponti d’oro per consentirgli di chiudere la carriera proprio dove aveva cominciato quella italiana. E il bello è che con il tempo Palacio è diventato addirittura insostituibile per tutti gli allenatori che si sono seduti via via sulla panchina del Bologna, da Roberto Donadoni a Filippo Inzaghi e a Sinisa Mihajlovic. Che nel gennaio passato, per non disturbarlo più di tanto, scelte Musa Barrow come sua alternativa e che più tardi fece salti di gioia quando si rese conto che Barrow a sinistra, Palacio in mezzo e Riccardo Orsolini a destra sarebbero stati complementari e soprattutto molto costruttivi. Non è finita qua, perché se da una parte Miha sta chiedendo con insistenza alla società di acquistargli una prima punta, da un’altra la vorrebbe giovane, da far crescere alle spalle di Palacio, considerato che dovrebbe arrivare uno bravo, ma bravo per davvero a Casteldebole, per potergli togliere da subito il posto.
RODRIGO TRADITO DALL’INTER. Domenica passata contro il Crotone, attorno alla metà del secondo tempo, Rodrigo si è avvicinato verso la panchina, una gamba dentro il campo e una oltre la linea, i sanitari gli hanno messo una bendatura rigida a una coscia e vi ricordate quali sono le prime due giocate che l’argentino ha fatto una volta tornato a giocare? Una scivolata e un allungo, avendo già dimenticato il motivo per il quale si era fermato. Perché Palacio potrà anche sbagliare un gol che sembra facile da fare, ma di sicuro non ti lascerà mai a piedi, andando sempre ad aiutare il compagno via via in difficoltà nella fase di non possesso e dando sempre ai centrocampisti e ai difensori una soluzione di gioco nella fase di possesso. La verità è che Rodrigo è un campione nella testa, e al di là di quella che è la sua carta di identità, almeno prima che arrivassero Lautaro e Lukaku, eccome se sarebbe servito ancora anche all’Inter. Che per fortuna del Bologna nell’estate del 2017 gli voltò le spalle, non rinnovandogli il contratto.
Punto di riferimento in attacco, sempre pronto al sacrificio è spesso decisivo
Sinisa ha trovato l’equilibrio giusto con Orsolini e Barrow ai lati