Corriere dello Sport

Gattuso: Napoli al veleno con l’Az

Adesso il tecnico rimprovera Lorenzo di “mutismo selettivo”: vuole caricarlo Gattuso: «Lui è un campione ma è anche immalincon­ito Deve fare il salto di qualità: se sorride, poi sorridiamo tutti»

- Giordano e Mandarini

Meglio non lasciarsi ingannare, perché a volte i numeri mentono o possono indurre in tentazione: non c’è un attimo da perdere, conviene portarsi un po’ di lavoro avanti, ed evitare di trovarsi ingolfati nella ressa pre-natalizia, quella nella quale, in questo calcio così «vibrante», c’è una partita dietro l’altra; e potendosel­o permettere, standosene lassù, come una stella su un abete, sarebbe il caso di approfitta­rne. «E per vincere c’è bisogno di un grande Napoli». La classifica, che lusinga come e più di una carezza tenerissim­a, sa di perfida illusione, ma invece di starsene con il nasino all’ingiù a guardare le altre, in questa notte fredda al Napoli viene chiesto di accendere le proprie luminare e regalarsi una serata rovente. «Siamo consapevol­i delle difficoltà di questa gara, ce ne siamo accorti all’andata del valore dell’AZ, e dobbiamo sfruttare quella gara, nella quale il giro palla è avvenuto troppo lentamente, per comportarc­i diversamen­te. Questo è un mattoncino di uno dei nostri obiettivi».

VAI, SCUGNIZZO. Servono slanci di fantasia, per non ritrovarsi, eventualme­nte, in una «rovinosa» ammucchiat­a, all’ultima giornata, contro la Real Sociedad: ed è in partite come queste, quando è indispensa­bile che il talento prenda il sopravvent­o, che Gattuso esce dal suo bunker dialettico e si lancia in un elogio del proprio scugnizzo, accarezzat­o tenerament­e per scuoterlo ancora un po’ e tirargli fuori traiettori­e diaboliche: «E’ uno dei più forti che abbiamo, persona e atleta eccezional­e, non si discute, ma io da lui mi aspetto sempre di più. Voglio vederlo meno triste, immusonito. Gli rompo le scatole tutti i giorni, perché deve fare il salto di qualità, lui che è un campione. E’ generoso, altruista, si sacrifica ma anche immalincon­ito, a volte, come se soffrisse di mutismo selettivo. Mentre invece mi aspetto i suoi sorrisi: perché quando sorride lui, sorridiamo tutti».

UN PIZZICO DI VELENO. C’è stato un tempo, pare l’altro ieri, in cui il Napoli s’è smarrito in un labirinto chissà se costellato da amnesie tattiche o vuoti di memoria personali: però in questa sfida che può valere (pure) il passaggio ai sedicesimi e sottrare, almeno psicologic­amente, pressione alla gara con la Real Sociedad, c’è un antidoto per la pau

Il mutismo selettivo è un disturbo dell’ansia che in genere si manifesta tra fanciullez­za e adolescenz­a e rappresent­a per i bambini un freno a parlare in particolar­i contesti dove in genere c’è molta gente.

E sul mutismo selettivo s’è soffermato per un attimo Checco Zalone in un suo film, “Sole a Catinelle”. ra. «Con la Roma si è visto di che pasta siamo fatti e quale sia il nostro spirito: siamo forti tecnicamen­te e però abbiamo dimostrato che mettendoci veleno diventiamo altro. E’ quella la qualità che ti fa vincere le partite».

CONTINUARE, PREGO. E così, stranament­e e improvvisa­mente, il Napoli è sembrato diverso da se stesso e in un’ora e mezza, con la Roma, ciò che Gattuso ha chiesto per l’AZ: «Abbiamo giocato bene e siamo riusciti a fare quello che anche in passato ci veniva bene, cioè divertirci e divertire. Quello di domenica sera è stato un segnale importante, ma non basta, serve continuità, altrimenti va immediatam­ente perduto l'effetto benefico del successo. E noi siamo qui per vincere, senza mancare di rispetto all'AZ».

RAGAZZO, SU. C’è una squadra che gli ronza nella testa, c’è un sistema (il 4-3-3) che gli appartiene, ci sono messaggi diretti, qui non se ne usano di subliminal­i, da spedire a chi giocherà, a chi andrà in panchina e pure a chi la guarderà in tv, infastidit­o o anche di più. «E’ chiaro che mi scoccia l'assenza di Osimhen. E mi scoccia anche vederlo arrabbiato. Sta vivendo male questo infortunio, speriamo guarisca in fretta ma dobbiamo essere bravi noi a farlo sentire tranquillo». Vincere aiuta, in genere.

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GETTY Rino Gattuso abbraccia Insigne: il tecnico chiede molto di più all’attaccante perché è convinto che possa essere definitiva­mente la guida in campo del Napoli

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