Corriere dello Sport

Una fotocopia sbiadita

- di Roberto Perrone

Andrea Pirlo vince il suo primo derby da allenatore con lo stesso risultato e nello stesso modo in cui conquistò quello del 30 novembre 2014, ultima sfida allo Stadium con il Torino.

Andrea Pirlo vince il suo primo derby da allenatore con lo stesso risultato e nello stesso modo in cui conquistò quello del 30 novembre 2014, ultima sfida allo Stadium con il Torino in maglia bianconera. Stessa giornata umida, stessa partita sofferente, stessa rete nel finale: segnò proprio lui al 93’, con un tiro antologico da più di venti metri. Ora decide di testa, sempre vicino al novantesim­o (89’), Leonardo Bonucci, presente anche allora, anzi l’azione partì proprio da un suo recupero.

Molti rimandi, molte questioni in sospeso in questo spezzone di calcio vissuto a casa Juventus, che batte il Torino con due gol fotocopia, quelli di McKennie e Bonucci, sempre con Cuadrado di mezzo, decisivo. Il punteggio positivo, alla fine, non cancella tutte le imperfezio­ni, le alleggeris­ce soltanto. Perché questa è anche una partita fotocopia di altre in questa stagione, con Madama che parte in svantaggio e si ingegna, sbuffando a risalire da un punteggio negativo. Ne abbiamo contate cinque, qualcuna è finita con un successo, altre con un pareggio. In altre, invece, come la precedente a Benevento, il vantaggio non è bastato e Madama è stata ripresa. Insomma, proprio come una fotocopia, questa squadra non è la copia conforme di quella che dovrebbe essere nei piani di Pirlo, è sbiadita, si vede molto, ma non tutto, ci sono delle parti opache, come se il toner fosse scarico.

Il nuovo allenatore, nel dopogara, ha schiacciat­o di nuovo il tasto della mancanza di personalit­à. Eppure la Juventus ne dovrebbe avere, almeno a giudicare dai nomi che tiene tra campo e panchina. Comunque sia, per ora, l’unico lato positivo è quello della classifica. Malgrado i tanti pareggi, Madama è lassù. Ancora in via di definizion­e ma imbattuta e combattent­e.

La vittoria in rimonta in un derby, gara tribolata per definizion­e, regala un po’ di quiete e sollievo. Nel 2015 (31 ottobre) il gol di Cuadrado, un altro 2-1, a tempo quasi scaduto pure quello, diede il via alla cavalcata juventina verso lo scudetto dopo un avvio tragico. Di sicuro questo serve ad allontanar­e la pesantezza del caso Suarez. A proposito di stranezze, mentre decollava McKennie, che come extracomun­itario ha preso il posto che doveva essere del Pistolero, questo si faceva ammonire per proteste a Madrid. Avrà parlato in italiano all’arbitro? Gli avrà detto che avrebbe chiamato il ministro o il capo di gabinetto? Al di là delle battute, almeno a livello calcistico la novità ha sempre ragione.

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