Pronti per fare la storia
Apoco più di quarantotto ore da una partita che vale gli ottavi di Champions e 12 milioni di euro (in aggiunta ai 35 già messi al sicuro), può capitare che ad un certo punto la squadra vada in tilt: era rientrata da Dortmund giovedì all’alba e si è ritrovata a Cesena nel primo pomeriggio di sabato per una sfida diventata più che mai decisiva dopo il crollo contro l’Udinese. Se poi ad un certo punto la Lazio rinuncia anche a Immobile, è normale che vada in apnea, si smarrisca, non riesca più ad attaccare gli spazi e a mettere in difficoltà gli avversari, liberati da un incubo: uscito Ciro, lo Spezia si è rovesciato nella metà campo biancoceleste e ha cercato con il gioco (complimenti a Italiano: dicono sia già sul taccuino di qualche dirigente molto importante) di risalire la corrente. Ci è riuscito a metà, ma più volte Inzaghi si è ritrovato il cuore in gola dopo il capolavoro di Nzola, tanto più che i gol di Caicedo e di Pereira erano stati annullati per due alluci in fuorigioco.
Ma a differenza del giorno di vacanza che si era presa contro l’Udinese, la Lazio stavolta ci ha messo il cuore, l’attenzione e le forze che le erano rimaste per non cadere di nuovo compromettendo un campionato già partito in salita: se vorrà ritornare in Champions, classificandosi tra le prime quattro, non potrà più sprecare gli ultimi bonus che le sono rimasti, per questo i tre punti rappresentano un tesoro alla vigilia del confronto con il Bruges. Una vittoria, anche questa, firmata da Immobile che passa il suo tempo a battere record e a fissare traguardi sì personali ma sempre destinati ad aiutare la squadra. Ormai il mitico Piola è nel mirino del capitano: mancano solo 24 gol e naturalmente diciamo “solo” perché siamo di fronte ad un fenomeno senza limiti. Nelle ultime 8 partite, Ciro ha segnato 9 volte e lo Spezia è diventata la trentesima squadra di serie A che è riuscito a punire: al momento, solo Quagliarella, Pandev e Palacio, tre veterani, hanno fatto meglio ma considerando l’età del giocatore biancoceleste è probabile che anche in questa corsa possa arrivare primo. Immobile sapeva che a Cesena avrebbe dovuto riposare, prima o dopo, meno male che Inzaghi ha voluto comunque rispettare la solita legge che con Ciro le partite della Lazio cominciano quasi sempre da 1-0. E così è stato. Poi il bis di Milinkovic: dei tre tenori all’appello manca solo Luis Alberto, che da quando si è rifugiato sui social per accusare la società, rischiando di finire fuori rosa come è capitato a tanti altri giocatori indigesti al presidente Lotito, si è smarrito sul campo. Martedì, invece, servirà anche lui, non solo Immobile e Sergej: all’Olimpico c’è un appuntamento con la storia.