PIOLI CONVINCE PER VINCERE
A Marassi il posticipo serale mescola emozioni e interessi di classifica Il tecnico: «Ranieri importante per me, la sua Samp piace». Poi rivela come ha trattenuto Ibra al Milan
L’allievo Stefano Pioli è pronto a sfidare il maestro Claudio Ranieri per tenere il Milan in cima alla classifica di serie A. L’incrocio allo stadio “Luigi Ferraris” di Genova sarà molto delicato per i rossoneri, contro una formazione ben messa in campo dall’esperto allenatore della Sampdoria, che non è uno qualunque per il condottiero della capolista: «Con Claudio siamo amici sicuramente, ma avversari durante la partita. Io ho grande stima di Ranieri, è stato un allenatore importante per la mia crescita personale e professionale. Mi ha dato concetti chiari e lo stimo tanto, ho tifato per lui quando allenava il Leicester, ha fatto una cosa incredibile», ha confessato Pioli. E proprio il suo Milan è stato paragonato al Leicester di Ranieri, vittorioso in Premier League nonostante ci fossero squadre più attrezzate per vincere il titolo, proprio come accade oggi in Italia.
Ma Pioli dribbla la questione senza cadere nel tranello del paragone: «Era un'altra situazione, ogni tanto può succedere che una squadra non pronosticabile all'inizio può vincere qualcosa di importante, è successo al Verona e alla Sampdoria, ma siamo solo ad inizio campionato. Pensiamo alle difficoltà della partita di Genova». A Milanello nessuno dà per scontato il risultato del match di questa sera: «Sarà una partita difficile - è il monito di Pioli - la Sampdoria ha giocatori ben allenati. Dovremo essere molto lucidi e precisi tatticamente, gli avversari sono di valore».
CONVINCERE IBRA. Il Milan non avrà a disposizione Zlatan Ibrahimovic per l’impegno di questa sera, la terza partita di fila che lo svedese salta dopo l’infortunio di Napoli. Il bomber milanista in una recente intervista a Sky ha raccontato che in estate ha accarezzato l’idea di non proseguire con i rossoneri: «Pioli mi chiese: "Cosa vuoi fare?" Io risposi: “Secondo me non vado avanti”. Gli dissi di no, non continuo. Basta. Mi ero detto: per sei mesi va bene, ma un altro anno così no. Lui mi disse: “Ok ti rispetto, va bene”. Il giorno dopo mi ha richiamato, abbiamo fatto un’altra riunione qui fuori dal campo, e ha continuato: “No, non è così semplice”. Gli ho domandato il perché. E Lui: “Ieri è stato troppo facile, ti ho lasciato andare troppo facilmente”. Mi ha detto che dovevo rimanere. "Se tu non rimani, qui sarà un’altra cosa". Sono arrivato al momento in cui non volevo avere rimpianti. Non volevo arrivare a dire: “Dovevo continuare”. Poi il feeling è cresciuto, allora ho chiamato Mino e gli ho detto: "Chiudi tutto, parlo con la famiglia e si va avanti". Però alla fine del primo campionato avevo pensato di non continuare», ha raccontato Ibrahimovic.
LA VERSIONE DI PIOLI. E proprio sulla permanenza di Zlatan è tornato a parlare anche Pioli ieri in conferenza: «Gli dissi che per quello che avevamo iniziato e dimostrato non sarebbe stato giusto interrompere, oltre a tutto il contributo che aveva offerto. Gli dissi di pensarci bene e che io, Maldini, Massara e Gazidis avremmo fatto di tutto per convincerlo. Siamo contenti che sia rimasto qua».
OBIETTIVI. E’ un Milan che ad oggi non vuole prefissarsi obiettivi, ma vivere gara dopo gara, evitando di spezzare l’equilibrio tanto ricercato in quel di
Milanello: «La squadra è stata molto brava a trovare singole motivazioni su ogni partita. Siamo concentrati per stare sempre meglio in campo, cercando di essere propositivi, per stare bene sul rettangolo di gioco. Tutti gli sforzi servono per ottenere successi, senza sacrificio non si può», ha spiegato l’allenatore rossonero, che sta provando ad alzare ancora di più l’asticella: «Ai miei giocatori continuo a chiedere di giocare bene, di essere determinati e con un buon approccio alle gare».