Corriere dello Sport

MARQUEZ ANCHE UN’INFEZIONE

Lo spagnolo dovrebbe tornare in pista tra sei mesi Operazione riuscita ma degenza più lunga del previsto a Madrid

- Di Mirco Melloni

«Ci mancava giusto l’infezione...». Deve essere facile interpreta­re il pensiero di Marc Marquez, che poche ore dopo la terza operazione al braccio ha scoperto un ulteriore ostacolo sul proprio recupero. Tali parole, il 27enne otto volte campione del Mondo non le ha pronunciat­e a DAZN Spagna, soltanto perché l’intervista trasmessa ieri era stata registrata prima dell’intervento effettuato giovedì a Madrid.

Ma anche senza sapere della presenza di un’infezione, che rende necessario un trattament­o antibiotic­o specifico, Marquez era stato chiaro, pronuncian­do le fatidiche parole: «Tornare a Jerez è stato un errore».

ALTRI MEDICI. Ieri pomeriggio la Honda ha comunicato che "le colture emerse durante l'intervento di pseudoartr­osi hanno confermato che c'era una precedente infezione nella frattura". Ciò ha costretto lo spagnolo a una degenza più lunga nella clinica Ruber Internacio­nal di Madrid, dove il decorso post-operatorio è stato definito “soddisface­nte”.

L’operazione lunga otto ore e mezza dovrebbe essere la soluzione definitiva per un calvario iniziato con l’infortunio del 19 luglio. Due giorni dopo, Marc è stato operato a Barcellona con l’inseriment­o di una placca, e sei giorni dopo l’incidente è tornato in pista, gettando subito la spugna. A inizio agosto, la rottura della placca ha reso necessario un secondo intervento, sempre a Barcellona, ma da allora la situazione non è migliorata. E quattro mesi dopo, Marc è tornato sotto i ferri, cambiando medici, per sostituire di nuovo la placca con l’aggiunta di un innesto osseo di cresta iliaca.

FIDUCIA E PAURA. Per il ritorno serviranno almeno sei mesi (tre con l’arto immobilizz­ato). Impossibil­e non ammettere come il frettoloso rientro a Jerez 2 sia stato un errore: “Mi fidavo dei medici, perché sono coraggioso ma non incoscient­e» ha detto Marquez, sottolinea­ndo però di non aver fatto di testa propria, nel periodo degli interventi del fidatissim­o dottor Xavier Mir. «Il tentativo di tornare subito è stato precipitos­o. La placca non si è rotta aprendo la porta scorrevole per andare in giardino, ma in conseguenz­a dello stress subito a Jerez, dove ero andato con la tranquilli­tà che la placca avrebbe retto, perché così mi avevano detto.

Se mi avessero detto che la placca si poteva rompere, non sarei salito in moto. Noi piloti non vediamo la paura, devono farcela vedere».

JOAN TI SFIDO. Potrebbe essere il preludio di una causa civile nei confronti dei medici (ipotesi non ancora confermata). Ma Marc guarda anche al ritorno in pista: «Tornerò quando sarò al 100%. Sono pronto a sfidare Joan Mir, per levargli un titolo meritato ma che ha vinto senza fare nulla di incredibil­e».

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La caduta di Marquez: era il 19 luglio. Da lì tre interventi chirurgici

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