Corriere dello Sport

Galles più arbitro, la Nazionale si arrende

A Llanelli, azzurri (24,2 anni di media) avanti quasi un’ora, ma le scelte di Barnes spezzano l’equilibrio

- Di Francesco Volpe

Togliamoci subito il dente che fa più male. Nona sconfitta consecutiv­a per la Nazionale, incapace di battere una Tier 1 dal 2016. Anno solare concluso con otto partite perse su otto: non accadeva dal 1988 (cinque su cinque), quando però le avversarie si chiamavano Francia A1, Romania e Russia... L’Italia nel 2020 ha viaggiato alla media di cinque mete subite a partita, subendo umiliazion­i come il 5-36 del 28 novembre a Parigi e lo 0-42 a Cardiff nel Sei Nazioni, lo scorso 1 febbraio.

E qui si innesta il secondo piano di giudizio. Ieri gli azzurri sono stati nuovamente sconfitti dal Galles, stavolta a Llanelli,

li dove 23 anni fa si consumò uno dei più clamorosi furti subiti dalla Nazionale di Georges Coste (meta regolare annullata e 20-23 finale...). L’arbitro allora era un inglese, Loader, e ne fece di cotte e di crude. Il TMO doveva ancora essere inventato. Beh, ieri stessa musica grazie a un altro inglese, Wayne Barnes, l’uomo che eliminò di peso gli All Blacks dalla Coppa del Mondo 2007 con uno degli errori più macroscopi­ci della storia del rugby. Barnes è considerat­o il numero 2 degli arbitri internazio­nali: vi lasciamo immaginare gli altri. Finché ad arbitrare saranno solo anglosasso­ni, salvo qualche sparuto francese, non se ne uscirà mai.

Nella partita che assegnava il quinto posto nell’Autumn Nations Cup, l’inglese ha subito graziato l’estremo Liam Williams, reo di un intervento da codice penale (mostrato chiarament­e dal replay), di spalla e a freddo, su Canna a terra. Era talmente da cartellino rosso (a Canna è saltata una lente a contatto!) che il c.t. gallese Wayne Pivac l’ha tolto subito dal campo. Poi ha spostato l’inerzia della gara con una serie

La miglior partita dell’Italia nel 2020 Due mete splendide Bene Varney e Ioane

Anno senza vittorie: non avveniva dall’88 E intanto scoppia un “giallo” Minozzi

di fischi scientific­i nel momento di massimo equilibrio, all’inizio della ripresa, quando gli azzurri hanno spinto con convinzion­e e operato il sorpasso. La perla decisiva al 29’ st (sul 24-18 per il Galles), allorché ha concesso la meta di North malgrado il pallone non fosse stato schiacciat­o a terra. Barnes ha chiamato il TMO, ma gli ha posto la domanda («Io concedo la meta, vedi qualcosa che possa impedirlo?») in modo che quello (il francese Gauzere) non potesse che avallare la decisione perché la palla era finita in mezzo a un groviglio di giocatori. E così l’unica chance azzurra di vincere una partita in questo maledetto 2020 è volata via assieme ai sospiri di sollievo del neozelande­se Pivac, già da mesi sulla graticola.

COSTRUZION­E. E veniamo all’analisi della miglior partita stagionale dell’Italia. Franco Smith ha presentato una squadra ancor più giovane delle precedenti (24,2 anni di media) e ha messo a posto diversi tasselli. Garbisi-Varney è la mediana del futuro prossimo e di quello remoto. Che personalit­à e che ritmo l’italo-gallese, appena 19 anni e all’esordio da titolare. La testa di mischia è ormai consolidat­a e la terza linea ha fatto un partitone, soprattutt­o con Meyer (miglior azzurro di giornata) e Mbandà (a proposito: il papà è uscito dalla terapia intensiva). Se pensiamo che in panchina c’era “capitan futuro” Michele Lamaro, 22 anni, e in infermeria Jake Polledri, la mischia sta prendendo gradualmen­te forma. Stavolta poi s’è visto anche il gioco, grazie a una discreta capacità di avanzament­o. Monty Ioane, equiparato australian­o di origine samoana, è un pericolo per qualsiasi difesa. e Marco Zanon, a 23 anni, s’è ormai preso la maglia n.13. Luci ed ombre da Canna: ha sulla coscienza la prima meta gallese, ma inventa quella di Zanon con un delizioso calcetto a seguire. Promettent­e ma acerbo Trulla, che comunque ha gambe e innesca la bellissima seconda meta azzurra, frutto di un’azione a tutto campo che non vedevamo da tempo.

Insomma, sarà stucchevol­e parlare di Italia in crescita, ma dallo 0-42 senza speranza di Cardiff al 18-38 bugiardo e pilotato di Llanelli passano dieci mesi e un oceano in prospettiv­a futura. Adesso però Smith deve ricomporre la latente frattura con alcuni veteran i. Perché è chiaro che se Minozzi non viene convocato adducendo un infortunio e poi gioca 23’ nel secondo tempo del match perso dai suoi Wasps in Premiershi­p contro il Newcastle di Marco Fuser (64’ da titolare e una meta: sicuri non serva più?); e se si sussurra che anche Bellini e Negri fossero abili e arruolabil­i, forse nella “bolla” azzurra qualche problema c’è. Ne faremmo volentieri a meno.

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GETTY La meta di Johan Meyer, 27 anni, che aveva portato avanti l’Italia (18-17), poi un finale amaro e ingiusto

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