Corsa al vaccino in Russia e Cina già le prime dosi
Mosca, lo Sputnik V è operativo dubbi della comunità scientifica
Il programma russo di vaccinazioni anti-Covid è partito ieri a Mosca con i primi 5 mila che hanno ricevuto la dose iniziale del vaccino Sputnik V registrato già ad agosto dall’agenzia dei farmaci russa. Migliaia di persone sono già in lista per ricevere questo weekend la prima delle due dosi: il governo darà la precedenza alle persone più a rischio, come gli operatori sanitari, gli addetti ai servizi sociali e il personale scolastico. Due milioni di dosi del vaccino sperimentale sono già state prodotte o lo saranno nei prossimi giorni.
APRIPISTA. Lo Sputnik V è stato il primo vaccino approvato al mondo, e per questo guardato con scetticismo dalla comunità scientifica. Apripista Mosca, il presidente Vladimir Putin ha ordinato di cominciare la vaccinazione di massa nel Paese. Gli sviluppatori sostengono che la sua efficacia sia attorno al 95% e che non ci siano gravi effetti collaterali. Operatori sanitari, addetti ai servizi sociali e insegnanti tra i 18 e i 60 anni possono registrarsi online per prenotare la vaccinazione in 70 punti attrezzati nella capitale russa che saranno aperti dalle otto di mattina alle otto di sera.
SPRINT. La trasparenza dei dati e della sperimentazione clinica rappresentano la chiave di volta per ottenere la fiducia della comunità scientifica internazionale, e di riflesso anche della popolazione. A far accelerare la decisione di Putin è stato il governo britannico che, a sorpresa, ha annunciato prima di tutti la vaccinazione di massa nel Paese. Ovviamente, non si somministrano vaccini non autorizzati. Quindi l’agenzia dei farmaci britannica ha approvato l’uso del vaccino anti-coronavirus della Pfizer-BioNTech che sarà disponibile nel Paese proprio a partire dalla prossima settimana. Prima di tutti, anche degli Stati Uniti: FDA ed EMA, infatti, devono ancora dare il via libera. La dichiarazione di Putin, che il vaccino lo aveva già registrato in casa ma ancora in sperimentazione e di corsa autorizzato, è arrivata qualche ora dopo quella delle autorità britanniche. Poi c’è la Cina, che con i suoi vaccini ha già vaccinato tre milioni di cinesi, come fase III della sperimentazione ma con numeri tali da poter dire che è in atto una vaccinazione di massa, che peraltro coinvolge anche il Brasile. La Cina ha già annunciato che distribuirà centinaia di milioni di dosi di vaccini nei Paesi poveri.
DUBBI. I dubbi su questa corsa a chi arriva primo riguardano in particolare la tecnologia sulla quale si basa lo Sputnik V, ovvero la combinazione di due adenovirus (Ad5 e Ad6) ingegnerizzati per spingere il nostro organismo a produrre immunità contro il coronavirus SARS-CoV-2. Secondo i vecchi studi STEP e Phambili, l’Ad5 sarebbe legato a un aumentato rischio di contrarre il virus dell’HIV (quello responsabile dell’AIDS), e come affermato da alcuni esperti su Science bisognerebbe andare molto cauti nel verificare la sicurezza di vaccini basati su questo ceppo di adenovirus. Ad oggi, comunque, lo Sputnik V è risultato sicuro nella sperimentazione e ha determinato solo sintomi lievi come febbre, mal di testa, dolore al sito dell’iniezione, dolori muscolari e via discorrendo, effetti collaterali (che colpirebbero il 15 per cento dei vaccinati) del tutto identici a quelli di una comune vaccinazione antinfluenzale.