E LA ASL DI TORINO DICE SÌ «ISOLAMENTO ATTIVO: È OK»
Testi, responsabile del Dipartimento di Prevenzione: «Tamponi ogni 2-3 giorni, stavolta CR7 in regola»
- Zona rossa, zona gialla. E semaforo verde. Per quanto possa piacere poco o nulla il fatto che durante il Natale più complicato di sempre ci siano stati calciatori che non si sono fatti mancare una vacanza all’estero, bisogna prendere atto che Cristiano Ronaldo e colleghi non hanno infranto alcuna legge. Né lo faranno nel tornare regolarmente ad allenarsi in tempi rapidi o immediati dopo il rientro a casa. Lo spiega Roberto Testi, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Torino: «L’isolamento lo faranno anche i calciatori, ma nelle modalità previste dalla Figc. Possono essere isolati a casa pur continuando ad andare agli allenamenti».
PERCHE’ SI’. Riavvolgendo il nastro, lasciare l’Italia prima del 24 dicembre era comunque possibile, anche se non fossero stati dei calciatori: «Conta solo cosa viene richiesto dagli stati in cui si sono trasferiti. Se una persona non isolata parte dall’Italia e va ovunque gli pare, a me autorità sanitaria non importa niente perché non è un problema di sanità pubblica italiana. Il problema è quando rientra, perché è previsto l’isolamento di 14 giorni che per la gente comune significa stare a casa», spiega Testi. Che sottolinea come il tema del diverso isolamento fiduciario non riguarda solo i calciatori: «A parte gli sportivi ci sono anche altre categorie coinvolte, penso a dei manager che magari devono viaggiare all’estero, non è che ogni volta fanno 14 giorni di isolamento là e 14 giorni in Italia. Seguono quello che viene chiamato “isolamento attivo” e che anche la Figc prevede». Il programma dell’isolamento attivo per un calciatore è semplice da definire: «Per quanto riguarda la sanità pubblica queste persone sono isolate, nel senso che se ne stanno a casa loro finché non si spostano al campo di allenamento, dove sono controllati con le modalità che la Figc prevede, quindi con tampone ogni 2-3 giorni».
IL PRECEDENTE. Tornando al viaggio di Cristiano Ronaldo, rispetto al contestato e contestabile episodio di inizio ottobre, quando come altri giocatori interruppe effettivamente l’isolamento per raggiungere la nazionale, questa volta non è stato violato alcun protocollo: «Questa volta non si tratta di un positivo in quarantena o di un soggetto in contatto stretto con un caso positivo. Adesso la Juventus non aveva nessun quarantenato, per uscire non c’era nessun problema», conclude Testi.