Corriere dello Sport

A Milano il primo round

L’Armani vince a Bologna grazie alle prodezze di Punter. Nove punti di Belinelli all’esordio. Cade Venezia (72-76) con la Fortitudo

- Montanari e Muleo

Vera, intensa, logica e senza sorprese finali. La prima grande sfida tra Virtus e Milano, dopo l’assaggio non tanto diverso in Supercoppa, conferma equilibri e forze in campo. Ribadendo l’estrema qualità e quantità soprattutt­o fisica di un’Armani durissima in difesa, e non bocciando la Segafredo, che ha margini di crescita ed è più avanti di quanto non dica la distanza in classifica, ma deve anche accelerare il suo percorso di crescita per colmare il gap.

La squadra di Djordjevic gioca praticamen­te 40’ alla pari, risale due volte da -8 e cerca una fuga nel secondo quarto (+6), anticipand­o quello che poi succederà sul traguardo, quando mancherà la lucidità offensiva per non rivolgersi al solo Hunter sotto canestro. Ai bianconeri, che sorpassano anche al terzo giro, non viene il guizzo dalla distanza, la giocata decisiva che non trova Teodosic, fantastico in avvio e poi braccato e nervoso, tenuto a zero nel secondo tempo dalla difesa di Messina che ne concede in totale appena 10 nell’ultimo quarto. Al contrario degli esterni milanesi. Da Punter che segna il canestro partita e non solo quello, a Shields, fino al perfetto Leday, l’Olimpia pur soffrendo vicino a canestro ha gli uomini in grado di portare a casa la vittoria per blindare la prima posizione e chiarire i rapporti di forza all’interno del campionato. Questione di cura dei dettagli, già nel dna da una parte ancora da assimilare dall’altra.

BELINELLI. Bologna però dimostra di avere margini, a partire dall’inseriment­o di Marco Belinelli, che tredici anni dopo ri-debutta in serie A con comprensib­ile affanno, fermo com’è da quattro mesi. Eppure con due-tre giocate buone spiega come l’aridità offensiva sia un problema risolvibil­e passando nel futuro prossimo dalle sue mani. Milano sprizza difesa da tutti i pori, però non scappa via davvero, perché la Virtus, nonostante una condizione fisica ancora decisament­e perfettibi­le, triplica le sue forze. Va molto meglio degli ospiti sotto canestro, in avvio con Gamble e poi con Hunter alla fine per mandare del tutto fuori giri Hines, ma rimpiange l’assenza di Pajola che avrebbe fatto comodo contro le idee di Rodriguez (4 assist) e le sparate dell’ex Punter, decisivo nel terzo quarto quando i bianconeri rimontano e sorpassano senza prendersi la gara in mano.

L’abitudine a certe gare conta, alla Virtus trema la mano da tre, nonostante la scossa suonata da Markovic e Ricci al terzo giro, e anche ai liberi, 8 errori dalla linea sono una disgrazia in una serata così. E soprattutt­o non brilla la panchina, là dove ci vorrebbe il passo avanti rispetto all’anno scorso e invece solo Abass è capace di un minimo impatto atletico per stare in campo comunque meno di un quarto d’ora. Ma è il primo atto e la strada è ancora lunga per tutti.

Il big match costa alle V nere la 5ª sconfitta di fila in casa Eppure il gap con la favorita Armani sembra essersi ridotto

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CIAMILLO Marco Belinelli, 34 anni, al tiro contro Gigi Datome, suo capitano in Nazionale. Per l’ex NBA si è trattato dell’esordio in questa stagione.
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