Salernitana in fuga Empoli, che colpo
La doppietta del brasiliano in 4’ sorprende Zanetti. Al 90’ Crnigoj la riapre. Ma Castori non si batte
Cinismo e tanta concretezza per la squadra granata Colpisce e gestisce Il leone marchigiano difende una vittoria preziosa dal ritorno sterile dei lagunari
Che razza di animale mitologico sia la Salernitana di Castori lo racconta più che bene il match di ieri contro il Venezia. Tre tiri in porta, un palo e due gol nel primo tempo, e poi una levata di scudi contro il tentativo di rimonta dei lagunari, che si prendono un gol nel finale e, se non altro, spezzano il digiuno da rete. Ma non riescono ad arrestare la marcia della squadra campana. La Salernitana continua a viaggiare in prima classe, sfoggiando una carta d’identità firmata dala tecnico marchigiano che alla voce segni particolari recita “cinismo”. Da parte sua, il Venezia continua a essere tanta roba, con mister Zanetti in tribuna per squalifica parte subito in pressione con un primo cross-tiro di Aramu che mette in allarme Belec e, al 20’ Taugourdeau serve l’occasione più ghiotta sulla testa di Forte che non inquadra la porta.
METODO CASTORI. Alla Salernitana, che ha riconfermato il 3-52 d’elezione, serve una soluzione, e in fretta, perché per buona parte del parziale l’ordine difensivo è servito a contenere i danni, ma non a creare un’onda di risacca in avanti. Pochi rischi ma nessuna occasione, insomma. Almeno fino al 34’, quando Casasola ruba un pallone sulla destra e serve Anderson al centro, per un fulmine preciso che cambia il corso della partita. È la riconferma, se mai ne servisse, di quanto può essere velenosa la capolista campana, capace di stancare l’avversario prima di infierire. Come fa quattro minuti dopo, sempre con Anderson, complice il palo fortuito di Tutino (posizionato ai limiti del fuorigioco). Inutile il pronto intervento di Lezzerini, il talento brasiliano di proprietà della Lazio si sta già inserendo come un falco per mettere in rete il rimpallo.
STRATEGIA. Agli uomini di Castori non interessa aggredire ad ogni costo. Lo dimostrano nel secondo tempo, quando il Venezia riparte cercando di costruire sui passaggi lunghi, e la Salernitana si limita a gestire il cambio passo, che va lentamente scemando. L’assedio dei lagunari non porta a niente, in area Salernitana gli anelli della catena sono sempre tutti al loro posto e brividi veri, per Belec, ce ne sono pochi, giusto il colpo di testa di Svoboda che lo costringe a spingere in alto la palla. Nel finale Castori si tutela ancora di più togliendo Tutino, e solo al 90’ il Venezia accorcia con una bordata di Crnigoj che Aya tocca in rete.
FINALE. I minuti di recupero sono una battle royale che la Salernitana gestisce con mestiere, soffrendo a denti stretti il gioco sempre vivo del Venezia. Si veda il computo dei corner, ampiamente a favore dei padroni di casa. Ma i tre punti sono troppo importanti per commettere passi falsi, in questa delicatissima fase della stagione in cui l’inseguimento in classifica è questione di centimetri. E la Salernitana non è abituata a sbagliare.