CACCIA ALL’ESTERNO THAUVIN, POI BOGA
Le ali non mancano a Gattuso ma il Napoli è sempre alla ricerca di un erede di Callejon Ha già Politano e Lozano, Insigne e Mertens Le idee però non mancano
Il talento del Marsiglia si libera a zero da giugno, ma c’è già la fila Avviati i contatti con il Sassuolo
Sette anni di allegra spensieratezza, però standosene ben «dentro» gli equilibri e i principi degli schemi, d’un rigore tattico nel quale, e si è visto, non è mai mancata la fantasia: sembrava un giochino, e magari lo era, da ma quando Insigne, curvandosi appena appena, da sinistra inseguiva un arcobaleno, era chiaro come sarebbe andata a finire. Dallo scugnizzo a Callejon, perfido e glaciale, e gol; oppure no, assist per chi arrivava sullo «scarico» - come dicono i talent - che fosse el pipita, poi Milik, poi Mertens o chi per loro, cosa volesse cambiarlo. Ma da quando Callejon non c’è più, anzi persino prima di agosto scorso, il Napoli ha cominciato a cercarne un altro, qualcuno che potesse anche vagamente somigliarsi: non Giaccherini e né Ounas, non Verdi e neppure Younes, non quella cinquantina di milioni - tra costi d’acquisto e di gestione - sparsi lungo la fascia destra. Un altro Callejon, qualcuno che sappia essere non solo omologo e non tanto una riproduzione, non c’è e se pure dovesse nascondersi in questo mondo, dev’essere avvolto tra le penombre di una corsia o nel limbo dei sogni: però c’è chi può assicurare, volendo, movimenti, estro e una rapidità di calcio e di pensiero che indurrebbe a lasciarsi andare.
IN SILENZIO. Florian Thauvin rientra, di fatto, tra i talenti che conquistano al primo allungo: ha ventotto anni quasi (li compirà a gennaio), da sette vive a Marsiglia, dove tranne una parentesi al Newcastle, è diventato uomo-simbolo. Lo chiamano ala, come si diceva un tempo, non esterno alto, perché in Thauvin c’è un calcio anche antico, pur nella sua modernità, ed è chiaro che neanche lui è Callejon: a giugno prossimo, quando il calcio dovrebbe andare in ferie e prendersi una boccata d’ossigeno, si ritroverà svincolato, a parametro zero, e Giuntoli ha avuto modo di far sapere in giro a chi di dovere che quelli come il francese sono perfetti per il Napoli. C’è una fila così, per Thauvin, e quando si entra in quel cono di luce, il rischio di accecarsi è enorme: parametro zero, vero, però poi ci sono le commissioni agli agenti e contratti che zampillano milioni di euro. Ma Thauvin piace.
IN VANTAGGIO. Non è per moda, ma a Marsiglia è anche nato Jeremie Boga: ha soltanto ventiquattro anni (che festeggerà a gennaio) e almeno da due sta nel taccuino di Giuntoli ed è diventato una amabile ossessione per De Laurentiis. Il Napoli lo ha chiesto ufficialmente al Sassuolo nella primavera scorsa e Giovanni Carnevali, l’ad del Sassuolo, sapendo che l’oro non svaluta mai, semmai il contrario, ha tergiversato, non ha neppure fatto il prezzo ed ha lasciato che Boga restasse ancora con De Zerbi, tanto il mercato riaprirà e finiranno per sistemarsi in parecchi dinnanzi alle vetrine ad ammirare il gioiello. Fa niente che Boga preferisca agire a sinistra, per chiudere con il destro.
CAMPIONARIO. Gli esterni (le ali) non mancano: a destra ci sono Politano e Lozano; a sinistra Insigne e volendo anche Lozano oppure Mertens. E dentro questa filosofia ormai scolpita nell’erba del tridente (con variazione nel 4-2-3-1), non è mai sconsigliato dare un’occhiata in giro, per pensare a qualche naturale ricambio o semmai per prepararsi il futuro: Insigne è il capitano, non si tocca; Lozano è un po’ anarchico, o semmai solista, vive di strappi e di palla al piede, di allunghi; e Politano ancora non ha spiegato bene cosa possa aggiungere ad una squadra che di un simil-Callejon (a destra e a sinistra) sente sempre la necessità.