Mercato, quel rilancio da 140 milioni
- Centoquaranta milioni di euro, uno sull’altro, che tra giugno e settembre decollano e poi, volteggiando nell’aria, piovono su mezza Europa: manco fosse un grande salvadanaio, o un Babbo Natale che si è messo in viaggio con largo anticipo, il Napoli ha spruzzato ricchezza qua e là, per passare da un’idea all’altra e ricostruirsi dentro, rivedendo un «progetto» e riadattandolo secondo inaspettate esigenze. Il biglietto della lotteria - intorno a gennaio del 2020 - l’hanno trovato un po’ tutti: l’Inter, che per Politano si è ritrovato ventitré milioni (entro il prossimo 30 giugno); il Celta Vigo, che dalla cessione di Lobotka ne ha incassati venti; la Spal, che con Petagna, è stata sommersa da altri venti milioni; il Lipsia che - rispetto alle altre - si è «accontentato» di dodici milioni per Demme; e il Verona, che con Rrahmani ha avuto di mettere quattordici milioni di euro a bilancio.
L’ESTATE ROVENTE. Ma il mercato è per sempre e dopo aver messo la testa fuori dalla bolla, il Napoli ha esportato ancora valuta pregiata, perché di soldi in giro se ne sono visti pochi: i settanta milioni di Osimhen dal Lilla sono diventati cinquanta attraverso ad una serie di prestiti (la cosiddetta inventiva finanziaria) che hanno poi introdotto al prestito (oneroso) per Bakayoko. Il resto è strategia tattica, un equilibrio da trovare attraverso risposte che il campo non sempre riesce ad offrire, ma una consistenza tecnica (ed anche economica) che sprigiona abbondanza in ogni settore e che consente a Gattuso di oscillare tra il tridente e il 4-2-3-1, sperando di cogliere la magìa di un segnale.
IN ANTICIPO. Il Napoli ha anticipato i tempi, ha investito in funzione di quelle che erano le intenzioni tattiche di un anno fa, e adesso scopre di avere comunque un organico che può permettergli eventualmente di variare, di analizzarsi in varie forme, di scorgere in se stesso le possibili variabili e comunque di poter fronteggiare l’emergenza alla quale è stato costretto dal virus (che gli ha tolto Zielinski ed Elmas tutti d’un colpo) e dal destino (che contemporaneamente e successivamente gli ha sottratto Koulibaly, Osimhen e Mertens).
LE SCELTE. E’ una squadra che ha tante facce eppure vorrebbe averne almeno una sola, non plastica ma seducente: ha l’ampiezza che appartiene alle «grandi» (di fatto) e che permette liberamente al proprio allenatore di voltarsi in panchina per scegliere tra centoquaranta milioni di sfumature d’azzurro quale sia quella più invitante.
Il 2020 anno record per gli investimenti del Napoli nelle due sessioni di mercato