Beli: Ero agitato non accadeva da tanto tempo
Coach Djordjevic: «Abbiamo lasciato il cuore in campo Ci sono mancate le letture finali»
«Una gara di livello Eurolega». Ettore Messina sottolinea così il valore di una vittoria ottenuta sul campo della Virtus Bologna, costruita «grazie ad una difesa che è stata di altissimo livello per tutta la partita, ma soprattutto nell’ultimo quarto. E’ un successo che non cambia nulla dal nostro punto di vista, forse avrebbe avuto un significato maggiore per la Virtus, ci serve comunque a rinnovare la fiducia in quello che stiamo facendo e in vista della partita di mercoledì contro il Cska».
DIFFICILE. Il coach dell’Armani, grande ex di giornata come Punter l’uomo decisivo, parla di «una sfida molto dura» in cui «la squadra ha mostrato lo spirito giusto, superando i due momenti più difficili in cui siamo andati sotto». E di «grande partita con due grandi difese che hanno giocato a scacchi» racconta anche Sale Djordjevic, dispiaciuto più che deluso di non aver stretto la morsa quando contava per portarla a casa.
«Ci sono mancate la lucidità e le letture finali - ha commentato il tecnico serbo delle V nere-. Troppa frenesia non ci ha consentito di costruire cose buone in attacco ma abbiamo giocato bene difensivamente contro una delle migliori squadre in Europa per circolazione di palla. Avevamo bisogno che nel finale entrasse qualche tiro dall’angolo o in punta, quella tripla che magari ci avrebbe fatto sorpassare di nuovo e giocare diversamente. Abbiamo lasciato il cuore sul campo, purtroppo non è bastato, ci è mancata qualche giocata sul traguardo».
I dettagli che fanno la differenza, il cinismo in certe situazioni, sono tutte cose che andranno messe nel bagaglio bianconero, assieme all’esperienza sul campo. «Quando con la nazionale dovevamo affrontare gli Stati uniti - prosegue Djordjevic - dicevo che devi giocare tante volte contro di loro per capirne le debolezze, e così è con Milano, che ogni settimana affronta partite di questo livello altissimo».
BELI. Partite da grandi giocatori. Marco Belinelli e Gigi Datome si abbracciano prima e dopo, e se il 70 dell’Olimpia si è goduto «una gara tosta, bellissimo basket di grande livello», Beli ha vissuto un nuovo debutto col cuore in gola. Tredici anni dopo l’ultima volta in serie A con la maglia Fortitudo, addirittura 17 dall’esordio proprio con quella virtussina. «Ero agitato come non mi accadeva da tempo. E questo ha pesato, non ho fatto una buona prestazione, però avevo solo tre allenamenti con la squadra, ci vuole pazienza e le cose andranno bene, io sono tranquillo. Abbiamo cose da migliorare però si è visto anche che possiamo rendere la vita difficile a Milano, abbiamo lottato ma non ci deve bastare» il monito del 34enne di San Giovanni in Persiceto. «Era da tanto che non ci vedevamo con Gigi, è bello giocare contro i compagni di Nazionale. Il livello è alto, sono appena tornato e sto cercando di capire tante cose. Non ho rimpianti NBA, anzi sono contentissimo di essere qui e dare una mano per provare a vincere».
Messina, tecnico dell’Armani: «E’ stata una gara di livello Eurolega»