CR7: «I record m’inseguono»
Una medaglia figlia dei tempi
Cristiano Ronaldo ha aggiunto un altro premio alla sua immensa teca: calciatore del secolo. Ha ottenuto il riconoscimento ai Globe Soccer Awards, a Dubai.
Ronaldo giocatore del secolo. Il re è sempre Cristiano, il messaggio arriva chiaro da Dubai e il sorriso grande così e gli occhi lucidi del fenomeno sono la testimonianza migliore. Ai Globe Soccer Awards, l’appuntamento che da dodici anni riunisce negli Emirati Arabi il Gotha del calcio mondiale, CR7 ha trionfato, conquistando il titolo di “Player of the century 2001-2020”, superando Leo Messi, Momo Salah e Ronaldinho. L’immagine di Ronaldo illumina lo skyline di Dubai, un video di bambini dello Juventus Academy di tutto il mondo che gli fanno i complimenti per il successo lo commuove.
«Essere un esempio per i più piccoli, vedere i ragazzini di dieci anni che mi imitano, che vogliono essere come me, che fanno la mia esultanza è un grande piacere. Il futuro è dei bambini, auguro loro il meglio. Mi fanno sentire felice perché riconoscono i miei sforzi, la mia dedizione, il mio duro lavoro e mi rendono orgoglioso. Mi danno motivazione per andare avanti e continuare il mio lavoro e rendere felici le persone».
DA VENTI ANNI. La motivazione feroce, l’impegno, la costanza, la voglia continua di migliorarsi costantemente, di cercare sempre il massimo, di non accontentarsi mai e di puntare sempre ad un obiettivo successivo sono gli ingredienti, insieme allo smisurato talento naturale, su cui Cris ha costruito una incredibile carriera.
Il 2020 si avvia alla conclusione con questo titolo che certifica il suo dominio e apre le porte ad un 2021 in cui il portoghese intende portare avanti la sua missione di sempre: vincere. Ronaldo è la luce, la costante, la certezza di una Juve che sta portando avanti una faticosa transizione, che vuole cancellare la delusione di Champions con il Lione e che insegue il decimo scudetto consecutivo, per raggiungere il quale dovrà compiere una complessa rimonta. Con CR7 nulla è impossibile e il 2021 sarà anche l’anno che, al primo gol, porterà un altro record: diventerà l’unico calciatore che va in gol da venti anni consecutivi. «E’ bello raggiungere tutti questi record - sorride - Non è facile per così tanti anni ma i numeri parlano da soli. Sono orgoglioso di questi traguardi ma senza grandi compagni, club e allenatori non sarebbe stato possibile. Io non inseguo i record, sono loro che inseguono me...». Cristiano riceve quindi il premio e festeggia: «Grazie a tutte le persone che hanno votato per me e un grazie ai miei compagni di squadra, ai club con cui ho giocato, alla Nazionale, alla mia famiglia, alla mia fidanzata, ai miei figli e ai miei amici che mi aiutano ad essere un giocatore ed una persona migliore. È un traguardo eccezionale che mi dà la motivazione per continuare il mio percorso. Spero di essere ancora in grado di giocare ancora per qualche anno. Ho quasi 36 anni ma il calcio mi piace ancora molto. Adoro la mia vita e il mio lavoro: la cosa bella è che mi diverto ancora, faccio sempre le stesse cose che facevo venti anni fa».
PANDEMIA. Tutto perfetto, a parte l’attuale scenario mondiale, sconvolto dalla pandemia, che sta influendo non poco anche sul calcio. «Giocare in uno stadio vuoto è noioso - sottolinea Cristiano - Rispettiamo i protocolli perché la salute è importante, ma è alquanto bizzarro scendere in campo senza tifosi, sinceramente è un altro sport. Mi piace sentire gli applausi, ma anche i fischi che ricevo dopo aver segnato alle altre squadre mi motivano. Lo faccio perché è la mia passione e per dovere professionale ma non mi piace giocare in queste condizioni. Spero che nel 2021 possiamo tornare a rivedere la gente negli stadi». Nel nuovo anno andrà a caccia anche dell’Europeo con la Nazionale, da campione in carica: «Possiamo vincere: Spagna, Francia e Germania per me restano le favorite, ma noi saremo lì a lottare, tutti dovranno rispettare il Portogallo». Intanto, da oggi, ritornerà a pensare in bianconero e alla rimonta scudetto.
«I record? Sono loro che inseguono me Ma che noia giocare negli stadi vuoti»