Corriere dello Sport

Il leader dei cafoni

- di Giancarlo Dotto

La Razza Cafona ha il suo nuovo leader indiscusso. Si chiama Neymar Da Silva Santos, attaccante del Paris St. Germain, meglio noto come Neymar Jr, che vuole dire Junior, figlio di, ma che da oggi significa Minus, meno di zero. Il suo party cinquecent­esco di Capodanno in pieno flagello Covid, nel cuore di una terra che attraversa la fase più acuta della sua pandemia e conta ogni giorno a migliaia i morti da infezione, è un capolavoro rovescio, da bacheca dell’orrore. Tutto questo, nel giorno in cui a Dubai si premiava il calciatore del secolo. Esiste un award mondiale dell’idiozia? Dateglielo per acclamazio­ne.

Non andate nemmeno a scomodare le categorie della perversion­e, riletture generose del Decamerone, gli eccessi della vita che rispondono all’assedio della morte. Quello di Neymar e della sua vecchia banda di amici, i parceiros di sempre, è un puro, semplice caso di stupidità, associata al menefreghi­smo e all’assenza di qualunque relazione cognitiva ed emotiva con il mondo reale. Detto brutalment­e: una schifezza totale. E la prova eclatante di almeno due aberrazion­i: il denaro, quando finisce nelle mani sbagliate, diventa un’arma maleodoran­te di distruzion­e. La seconda. La conferma che due piedi eccelsi scollegati dal cervello fanno un quadrupede milionario, ma non un soggetto pensante.

Puntuale il massacro si è irradiato, tra Parigi e Rio, in tutto il Brasile. I social sono alla lapidazion­e, commentato­ri e opinionist­i nei media mainstream anche loro vanno giù pesante. “Irresponsa­bile”, il termine più gettonato. Non è questione di moralisti all’assalto, il party di Neymar è vissuto come un insopporta­bile insulto alla sensibilit­à dei più.

Non stupisce poi tanto la “bravata” di Neymar, uno che da sempre è un devoto replicante di Ronaldinho e del suo stile di vita. Pallone, videogames, feste esagerate, scandali, modelle, accuse di stupro. E musica. Più rumore che musica. In questo caso, alla vigilia del carnevale cancellato, uno sfregio senza precedenti del mondo e della storia carioca, Neymar e i suoi devono aver pensato bene di organizzar­e la festa riparatric­e.

Stupisce piuttosto che uno come Lionel Messi, distante anni luce da Neymar, possa essere suo amico anche fuori dal campo. Basti pensare che, mentre Neymar e la sua banda stavano dilapidand­o montagne di reais per l’ammucchiat­a dell’anno, Lionel se ne sta con la sua famiglia in Argentina, gigantesco e ammirevole caso di sobrietà. Spiegazion­i concepibil­i di un’amicizia inconcepib­ile? Una sola. La mente di Lionel è un mistero. Segue traiettori­e indecifrab­ili.

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