«CHE BRAVO FONSECA! HA CAMBIATO LA ROMA»
Ranieri: «Bel gioco e tanti gol, in Italia non è facile La squadra va bene e la gente si abitua a fare a meno di Totti e De Rossi Ma a me piace la mia Samp»
Si sta attrezzando per un altro miracolo. La salvezza della Sampdoria sarebbe un’impresa per Claudio Ranieri, considerati tutti i problemi che ha dovuto affrontare, con una rosa costruita tenendo d’occhio il bilancio e tante assenze. Oggi la Samp è undicesima in classifica, a distanza dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Il divo Claudio domenica torna a Roma, nell’Olimpico vuoto, lo stadio dove andava da tifoso ragazzino, dove ha giocato le prime partite in Serie A, dove ha sfiorato, da allenatore, lo scudetto nel 2010, in quello che resta il più grosso rimpianto della sua carriera in panchina. Oggi un nonno felice, a ottobre compirà 70 anni, ma non ricordateglielo: ha lo spirito di quando ha cominciato e un entusiasmo che contagia, che trasferisce ai suoi giocatori. Ha ancora voglia di andare avanti a lungo. Intanto domenica dovrà vedersela con la Roma.
Claudio Ranieri, che partita si aspetta?
«E' brutto tornare a casa mia e giocare nello stadio vuoto, ma l’emozione nell’affrontare la Roma c’è sempre. Mi aspetto una partita difficile, la squadra di Fonseca sta giocando bene, verticalizza molto, fa tanti gol, sarà un bel confronto».
Dopo la sosta che Roma pensa di trovare?
«Recentemente l’ho vista molto bene, determinata, con grande verticalità e grandi giocate di prima».
Al ritorno in campo dopo le vacanze natalizie è sempre difficile fare pronostici.
«Noi di solito rientriamo sempre bene. Abbiamo dato un programma ai ragazzi, sono convinto che sia stato rispettato. Noi saremo pronti per fare la nostra partita».
Alla Samp mancheranno Keita e Gabbadini, avrà una squadra spuntata.
«Sono due giocatori importanti per noi. Però c’è Quagliarella in gran forma e faremo di necessità virtù».
Ma Quagliarella dove può arrivare? Può giocare fino a quarant’anni come Totti?
«Certo, si cura molto, si allena bene, non gli manca tanto».
Il presidente federale Gravina si augura di poter riportare i tifosi allo stadio da gennaio. Lei è d’accordo?
«Sono sempre d’accordo quando ci sono i tifosi allo stadio. Deve decidere il governo, vedere quanti saranno i vaccinati e considerare tutte le precauzioni da prendere. Ma giocare senza pubblico non è il calcio che conosciamo».
Un giorno vorrà portare il suo nipotino allo stadio?
«Ho il desiderio che tutti i tifosi di tutto il mondo tornino allo stadio, questo è il mio augurio. Con i vaccini che ci saranno a disposizione quest’anno, spero che sul finire del campionato si possano rivedere i tifosi sugli spalti. E’ segno che tutto va per il verso giusto».
Suo nipote Orlando cresce bene, è romanista, vero?
«Sì sì...».
Incontrare la Roma senza Totti e De Rossi, che aveva ritrovato al suo ritorno, fa un certo effetto? «Beh, già lo scorso anno non c’erano».
I tifosi si stanno abituando alla loro assenza? «La gente si abitua quando le cose vanno bene. Certo, non vedere né Totti né De Rossi, soprattutto per i più giovani che da tanto tempo avevano idealizzato la formazione con loro due, fa un po’ strano. Ma se la squadra va bene...».
Lo scorso anno si espresse in termini positivi nei confronti di Fonseca. Conferma?
«Sta facendo bene, il campionato italiano non è facile. Ha saputo correre ai ripari, ha quadrato bene la squadra. La Roma gioca e fa gol».
Nellasuasecondaesperienzasulla panchina giallorossa ha avuto come presidente Pallotta. Ora c’è un altro americano al comando, Friedkin. Che ne pensa?
«E’ difficile giudicare, tutti ne parlano bene, sono considerate persone serie che vogliono il bene della Roma. Mi auguro che sia così».
La Sampdoria ha solo un punto in meno del Benevento, considerato la rivelazione del campionato. Forse i risultati che avete ottenuto sono stati sottovalutati? «Tra noi e il Benevento è giusto considerare la squadra di Pippo Inzaghi la sorpresa del campionato. Io sono soddisfatto dei miei giocatori, l’aspetto che mi conforta è vedere il massimo impegno da parte di tutti. Non abbiamo avuto Gabbiadini e Keita per un certo periodo. Silva aveva smesso di giocare a febbraio, solo ora si sta inserendo nel campionato italiano. In pratica siamo ripartiti con la squadra dello scorso anno».
Ferrero ha parlato del rinnovo di contratto.
«Io non ho problemi, quando il presidente mi vuole chiamare ci siederemo intorno al tavolo. Non ho mai avuto fretta nel rinnovare i contratti».
Ferrero ha anche detto che vuole arrivare ottavo...
«Tutti i presidenti vorrebbero stare nella parte sinistra della classifica. Io come obiettivo dico sempre 40 punti, perché conosco le difficoltà di questo campionato, come di quello precedente, per tutti i problemi legati al Covid. Queste sono stagioni anomale, completamente differerenti da quelle del passato».
Aveva escluso Candreva ma nell’ultima partita lo ha fatto entrare dalla panchina. Tutto risolto con lui?
«Certo, non ci sono problemi, altrimenti non sarebbe andato in campo».
Le ha fatto gli auguri per Natale? «Assolutamente! Tutti i ragazzi mi hanno fatto gli auguri».
Nella Samp ci sono molti giovani, quali sono quelli che le hanno dato di più?
«Jankto sta facendo bene, ha 24 anni, ha fatto gol e assist. Damsgaard è un 2001 interessante. Askildsen ancora non sta giocando ma sta migliorando e poi Verre mi ha sorpreso molto, lo conoscevo come avversario, è bello averlo in squadra».
Verre era un promettente centrocampista nella Roma.
«Con Juric giocava falso nove, con due punte larghe, oppure dietro alla punta, centrocampista avanzato o trequartista. Poi i ruoli si evolvono. Io pure avevo cominciato da attaccante e poi sono diventato difensore perché nella Primavera e nella De Martino non la buttavo mai dentro... (ride, ndr).
I punti per la salvezza la Sampdoria deve farli soprattutto in altre partite, più che domenica.
«La mia squadra non deve pensare che i punti si possono fare contro un avversario piuttosto che un altro. Ho sempre detto ai miei giocatori che quando si va in campo si bussa e si vede, perché puoi trovare una grande squadra che non gira, non è in condizione, ma se non provi non lo sai. Noi faremo la nostra partita».
Senta Ranieri, ma lei da grande cosa vuole fare?
«Voglio fare ancora l’allenatore».
«Ferrero, come tutti i presidenti, vuole stare nella colonna sinistra della classifica
Io mi accontento di arrivare a 40 punti»
«La rivelazione non siamo noi, bensì il Benevento. Sono pronto a rinnovare, a 70 anni ho deciso che da grande farò ancora l’allenatore»