Corriere dello Sport

Ci pensa Lukaku Fiorentina beffata

Romelu risolve la gara al 119’ Vidal e Kouame a segno nei tempi regolament­ari (1-1) Ai quarti derby col Milan Conte: «Energia per la Juve»

- Bandinelli, Pinna e Polverosi

Ha deciso Lukaku, un classico. Ha deciso dopo quasi 120 minuti, quando l’Inter era tornata se stessa, l’Inter dei titolari, e quando il suo potere fisico ha preso il sopravvent­o sulla Fiorentina. Ai quarti di Coppa Italia ci sarà una nuova sfida col Milan e c’è da scommetter­e che nel derby Conte non rifarà le stesse scelte di ieri. Al Franchi il primo tempo, come gioco, è stato poco o niente e si è ridotto agli ultimi 10 minuti, recupero compreso, con due arbitri, Massa e Aureliano, protagonis­ti. Il primo dal campo non ha visto il fallo da rigore di Terraccian­o su Sanchez e il collega, dalla sala VAR, lo ha corretto. Qualche minuto dopo, Massa ha visto un fallo di Skriniar su Kouame che non c’era e anche stavolta, di fronte al monitor, Aureliano gli ha fatto cambiare idea. Il resto di quei 45' è stato senza emozioni e assai rallentato. Prandelli (5 cambi rispetto al Cagliari) e ancor di più Conte (7 giocatori nuovi rispetto alla trasferta di Roma) avevano ribaltato le due formazioni ed era difficile pensare che si ritrovasse­ro subito.

ERIKSEN REGISTA. Pur a un ritmo bassissimo, l’Inter ha costruito qualcosa più della Fiorentina. Con un atto di umiltà, Conte ha dato ascolto a illustri pareri esterni e ha schierato Eriksen davanti alla difesa, nel ruolo di cui Brozovic è titolare. La risposta non è stata quella che il tecnico si aspettava, il danese non ha incantato anche se ha tenuto insieme la squadra e, sfruttando l’eccessiva libertà concessa dalla difesa viola, ha creato le premesse del gol: Amrabat, Martinez Quarta e Igor sono indietregg­iati anziché attaccare in avanti Eriksen che, poco prima del limite dell’area, ha fatto partire una sassata, Terraccian­o ha respinto male, centralmen­te, Sanchez ha bruciato tutti e ha messo la palla sul palo mentre il portiere viola lo buttava giù. Il rigore è stato segnato da Vidal.

LA CRESCITA VIOLA. L’Inter ha avuto la prima palla-gol del secondo tempo con Lautaro Martinez dopo un intervento a vuoto di Martinez Quarta, ma i primi due cambi di Prandelli (dentro Vlahovic e Venuti, fuori Eysseric e Caceres) hanno dato nuove energie alla Fiorentina, che nella ripresa ha iniziato a spingere grazie alle iniziative di Bonaventur­a e Castrovill­i. Amrabat guidava la manovra e dietro Milenkovic e Igor reggevano bene. Con due attaccanti e non più con Kouame solo e isolato davanti, i viola hanno spinto indietro l’Inter e hanno segnato proprio con Kouame

su rinvio debole e impreciso di Kolarov. La Fiorentina ha continuato a giocare con una personalit­à che l’Inter soffriva, ma a quel punto Conte si è girato verso la panchina e ha capito che la vittoria stava lì: De Vrij per Skriniar (già ammonito e a un pelo dal secondo giallo), Hakimi per Young, Lukaku per l’anonimo Lautaro Martinez e infine Barella per Gagliardin­i. Il cambio di marcia si è visto subito.

IL FISICO DI LUKAKU. Sono tornate le occasioni per l’Inter, con Hakimi (due volte) e Sanchez, ma anche la Fiorentina, con una micidiale percussion­e di Bonaventur­a ha avuto la sua possibilit­à. Ai supplement­ari, dentro anche Brozovic per avanzare Eriksen come mezz’ala. Con le squadre stremate e gli spazi che si aprivano fra la difesa e il centrocamp­o viola l’Inter si è avvicinata ancora al gol. C’erano poca corsa, ma tanti muscoli e tanti centimetri e quelli di Lukaku alla fine hanno prevalso sulla difesa viola. E’ stato l’ennesimo attacco di Barella a far perdere le misure agli avversari, al limite dell’area Lukaku si è sbarazzato di Martinez Quarta nel corpo a corpo per arrivare in piena libertà al colpo di testa vincente sul cross di Barella. Mancava un minuto al 120', la Fiorentina si è fermata solo in quel momento.

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Uptae laut odia quiam, eariae nis ute rae amasasas
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