Corriere dello Sport

Conte già pensa alla Signora: «Grandi stimoli»

«Meritavamo di passare al 90’ La sfida alla Juve dirà se abbiamo colmato il gap». Ma Sensi va ko

- di Pietro Guadagno

È ncora troppo presto per dire che l’incubo-gennaio sia stato scacciato. Per quello, insomma, sarebbe meglio aspettare domenica e la sfida con la Juventus. Ma l’Inter aveva comunque bisogno di conquistar­e i quarti di Coppa Italia (e il derby con il Milan…) per non veder sfumare un altro obiettivo stagionale, dopo l’addio all’Europa. Ci sono voluti i soliti patimenti e, soprattutt­o, è stato necessario passare attraverso i supplement­ari, perché i nerazzurri hanno mantenuto le loro pessime abitudini, ovvero sprecare la consueta caterva di occasioni e prendere gol al primo tiro, o quasi, degli avversari. «Qualificaz­ione meritata, anche se poteva arrivare già al 90’, alla luce di quello che avevamo creato. Ma va bene così», dice con il sorriso Conte.

AMBIZIONI E GAP. Ovvio che il pensiero vada subito al match con i bianconeri e alle tossine che potrebbero frenare le gambe nerazzurre. «Mi auguro che i supplement­ari non incidano. Ma i ragazzi sono ben allenati e, rispetto a domenica, in campo ci sono stati diversi cambi. Poi, una vittoria dà sempre entusiasmo: è un’iniezione di energia allo stato puro. Ora pensiamo recuperare e poi preparerem­o al meglio la partita». Conte, comunque, non nega l’importanza dell’incrocio con la Signora. «E’ una sfida che dà stimoli. Servirà per misurare le nostre ambizioni e quanto si è ridotto il gap rispetto a loro, dopo un anno e mezzo di lavoro. Sarà anche un discorso di sensazioni».

SENSI, NUOVO STOP. Il gol qualificaz­ione porta la firma di Lukaku, che, come rilevato da Conte, continua a trascinars­i qualche acciacco. «Deve ancora smaltire il problema alla coscia. Negli ultimi 2 giorni si era allenato a parte. Contro la Juve, però, sarà pronto». Big Rom, invece, si sofferma sul calo nella ripresa. «Come a Roma, non so perché accade. Ma siamo una squadra giovane e dobbiamo migliorare attraverso il lavoro». A proposito di guai fisici, prima del fischio d’inizio, ha dato forfeit Sensi: «Ha avvertito un affaticame­nto al polpaccio – spiega il tecnico -. Non se la sentiva di rischiare. E’ una situazione particolar­e: stiamo cercando di proteggerl­o e di fargli ritrovare fiducia».

PRIMA PROVA. Volendo, è una questione di fiducia anche per Eriksen, ieri in campo per 120’ e nella nuova posizione, quella di play basso. «L’ho provato in ruolo dove non siamo coperti, visto che in rosa non c’è un vice-Brozovic. Davanti alla difesa ha giocato anche Barella, ma ha caratteris­tiche diverse. Cerchiamo di coinvolger­e Christian in tutto e per tutto, poi ovviamente devo fare delle scelte. Spero che questa partita possa servire anche a lui a credere di più in sé stesso». Ovvio che, qualora dovesse effettivam­ente restare, con un Sensi che continua a non dare garanzie, Eriksen non potrà più restare ai margini del progetto.

SOLO DARE IL MASSIMO. Impossibil­e chiudere senza un riferiment­o alle questioni societarie, che inevitabil­mente vanno a toccare anche la squadra. «Sono stato molto chiaro con i giocatori: noi dobbiamo solo pensare a lavorare e a dare il massimo. Poi è chiaro che non si possa essere disinteres­sati a quello che succede, ma non dobbiamo farci influenzar­e. Siamo dei profession­isti e sappiamo che ci possono essere delle situazioni particolar­i». Anche questa è un’ammissione…

«Le storie societarie non devono distrarci Eriksen? Proviamo a coinvolger­lo»

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ANSA La grinta di Antonio Conte, 51 anni, allenatore dell’Inter

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