PRANDELLI: «AL 119’ CI VOLEVA IL VAR»
L’allenatore viola non ci sta e ripensa al possibile fallo su Martinez Quarta «Serviva maggior tatto per decidere, accertando come mai Lukaku fosse solo in area»
Amarezza, ma anche orgoglio. Il tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli non lo nasconde, però quel gol firmato da Lukaku a pochi centimetri dal traguardo dei rigori fatica ad andare giù. Non ha mai polemizzato contro le direzioni di gara il tecnico viola, ma stavolta qualcosa la dice: «A trenta secondi dalla fine, in una gara così, forse ci voleva un po’ più di tatto».
Il perché è da rintracciarsi in quello che la Fiorentina ravvisa come un fallo del centravanti nerazzurro su Martinez Quarta: «C’è rammarico perché chi vede e fa calcio si può domandare come sia stato possibile il suo essere stato solo in area. Probabilmente c’era qualcosa prima e, forse, per stemperare tutto il direttore di gara avrebbe dovuto andare a rivedere l’azione. Avremmo accettato la decisione come accaduto anche in altre occasioni, quando ci sono stati fischiati contro dei rigori senza mai andare al monitor e poi sono emersi tanti dubbi».
DUE PUNTE. Il tecnico viola torna a concentrarsi sui suoi attaccanti e si sofferma sul tema delle due punte: «Se non ci sono i trequartisti, puoi anche proporre un tandem d’attacco, altrimenti diventa complicato. Dipende sempre se vuoi avere qualità, dunque coi trequartisti, o se invece cerchi la profondità, con gli attaccanti. A volte, come accaduto con l’Inter, devi rischiare e la risposta è stata buona. Vlahovic e Kouame insieme mi sono piaciuti anche perché in mezzo al campo c’erano Amrabat, Castrovilli e Bonaventura».
NON SIAMO FUORI. La strada però, insiste l’allenatore bresciano, è quella giusta: «Io non ho alchimie particolari, cerco di migliorare i giocatori che ho a disposizione. Dobbiamo continuare a lavorare, senza pensare di essere fuori dai pericoli. Serve continuare a muoversi con l’ordine giusto, la necessaria intensità e la voglia di osare quando possibile». Si sofferma quindi su Castrovilli: «Nel primo tempo si abbassava troppo, stando venti metri più alto ha dimostrato di avere potenzialità. Può migliorare ancora, specie se riuscirà a trovare i tempi giusti e le giuste posizioni. Amrabat? Se uno lo vede come un regista, i giudizi sono negativi, non lo è. Non ne abbiamo noi. Cerchiamo di manovrare velocemente, di portare la palla in certe zone del campo dove abbiamo più qualità». E’ ancora presto per dire se Ribery, out per l’infortunio al ginocchio dal 6 gennaio: «Questa mattina (ieri, ndr) si è allenato bene, vediamo la reazione. Non possiamo ancora dire se sarà recuperabile. Ha avuto un problema non da poco».
I VALORI DI COMMISSO. Prandelli si sofferma poi sul presidente Rocco Commisso, conosciuto di persona prima del match: «Confermo le sensazioni percepite nei colloqui telefonici. E’ entrato nel mondo del calcio portando valori profondi in un mondo come questo, a volte un po’ frenetico. E’ una persona di grandi capacità comunicative, che segue la propria squadra e ha parole per tutti. Gli auguro di farsi apprezzare per queste qualità. Sul lavoro è giustamente determinato, si è fatto da solo e ha ambizioni. A livello umano è straordinario».
«Abbiamo rischiato con Vlahovic e Kouame punte: mi sono piaciuti»