«Io gioco così ma sprechiamo troppe chance»
Gattuso: «Più si crea più si rischia Con il virus è difficile: aspettiamo il tampone invece della partita»
Missione-quarti compiuta: sì, ma che fatica. Troppa, ancora una volta, e per giunta con un avversario proveniente dalla B. Certo, l'Empoli è primo in classifica e ieri s'è arreso soltanto dopo un'ottima prestazione, ma al di là di rare eccezioni, tipo Matos, al Maradona è sceso in campo con una squadra di gagliardi giovanotti che respirano una categoria inferiore, nonché privo di Dionisi in panchina e del suo attaccante più prolifico, Mancuso (entrambi in quarantena in albergo). Insomma, da salvare sul serio resta soltanto il risultato. La qualificazione. «Abbiamo sofferto, sì, ma sapevamo che l'importante era dare minutaggio a chi ha giocato meno finora - dice Gattuso - Dopo l'Inter c'è stata un po' d'involuzione, ma non è questione di modulo. Comunque, ci teniamo la vittoria: servirà per domenica». Ma con la Fiorentina servirà anche un altro Napoli.
I PROBLEMI. E allora, l'analisi di Rino. Complessa dopo un'altra partita non esattamente convincente: «Bisogna trovare un po' di equilibrio, abbiamo preso qualche ripartenza di troppo e sofferto con una squadra pieni di giovani interessanti. Di valore. Con tanti cambi, però, si sapeva che avremmo potuto fare un po' di fatica». Sei, per la precisione, rispetto a Udine: «Dopo l'Inter abbiamo registrato un po' d'involuzione: per tanto tempo abbiamo sofferto pochissimo, mentre ora stiamo concedendo troppe chance agli avversari». Problema tattico? «Non è questione di 4-2-3-1 o 4-3-3: in questo periodo stiamo mancando nelle occasioni che creiamo sistematicamente, e di conseguenza concediamo campo. Questa partita, però, non fa testo: Elmas, Lobotka e Rrahmani non giocavano da tantissimo e le difficoltà erano ovvie. Comunque, serve più equilibrio: abbiamo concesso troppo sia all'Empoli sia all'Udinese».
TATTICAMENTE. La sofferenza va ridotta, è palese. Come palesi e notevoli sono gli affanni a centrocampo: «Bisogna ragionarci bene: noi giochiamo con i due centrocampisti, è vero, ma creiamo comunque molte occasioni. E quando crei così tanto, qualcosa concedi. Dipende tutto da come si vede il calcio: se vuoi creare in abbondanza, oppure no. Il problema è che sciupiamo troppe palle gol. Comunque, si può e si deve migliorare: così si fa molta fatica». Già. «Noi sicuramente possiamo fare meglio e qualche punto per strada l'abbiamo perso, ma in tutta Europa si arranca e arrivano risultati strani. Nell'ultimo anno il calcio è cambiato tantissimo: noi siamo privilegiati e guadagniamo tanto, certo, ma credetemi che lavorare con il Covid è difficile. Si aspetta sempre il risultato del tampone».
OSI MIGLIORA. Anche Osimhen, fermo da due mesi per le conseguenze della lussazione alla spalla destra seminate sui nervi del braccio e della mano, è in attesa del suo test: dopo essere risultato ancora positivo al virus lunedì, oggi Victor effettuerà un altro tampone. «Ha cominciato a correre a velocità importanti sul tapis roulant, a casa: il braccio gli dà meno fastidio. Sì: negli ultimi quattro o cinque giorni il ragazzo mi dice che si sente molto meglio». Non resta che spazzare via il Covid. «Nei prossimi giorni valuteremo le sue condizioni per capire quando potrà tornare in campo». Di certo non domenica e neanche mercoledì in Supercoppa con la Juve.